22 November 2006

Azimut 47

Questa volta vi portiamo a bordo dell’Azimut 47, nuovissimo fly dei cantieri di Avigliana e nuova Barca dell’Anno 2007 che conta già una trentina di armatori nuovi di zecca. Il premio viene assegnato dalla nostra rivista in collaborazione con Selmabipiemme nel corso del Salone di Genova. La prova del 47 è a Savona, la giornata non promette nulla di buono, le nuvole sono basse e inizia anche a piovere. Siamo i primi ad avere la possibilità di navigarci e non saranno du...

Introduzione

Questa volta vi portiamo a bordo dell’Azimut 47, nuovissimo fly dei cantieri di Avigliana e nuova Barca dell’Anno 2007 che conta già una trentina di armatori nuovi di zecca. Il premio viene assegnato dalla nostra rivista in collaborazione con Selmabipiemme nel corso del Salone di Genova. La prova del 47 è a Savona, la giornata non promette nulla di buono, le nuvole sono basse e inizia anche a piovere. Siamo i primi ad avere la possibilità di navigarci e non saranno due gocce d’acqua a fermarci. La barca è ancora il prototipo, la prima uscita dai capannoni Azimut. Nonostante questo è perfetta, gli interni non hanno una sbavatura, impianti ed elettronica funzionano a dovere. Tanto che quando saltiamo a bordo per accendere i motori e mollare gli ormeggi non c’è neanche bisogno della rituale discesa in sala macchine per i controlli di routine. Si accende e si parte come se fossimo in macchina. Segno che la macchina produttiva di Azimut ha raggiunto livelli di industrializzazione pressoché perfetti. E il processo produttivo è stato una delle chiavi della vittoria del 47 sulle altre concorrenti.

Il progetto

Progetto In barca come in macchina. È stato questo l’obiettivo degli ingegneri. Lo stesso Ruggero Gandolfi, ingegnere capo del progetto, ci conferma che “oggi essere armatori non vuol dire essere per forza appassionati di mare. Nelle barche a motore stanno diventando due aspetti separati. È per questo che oggi gli armatori vogliono salire a bordo e partire, come sono abituati a fare con la macchina. Più la barca somiglia alle loro abitudini più sono felici. Abbiamo fatto molti sforzi in questo senso, soprattutto sul 47”. Il team di progettisti è sempre lo stesso, Stefano Righini per l’exterior design, Carlo Galeazzi per la decorazione degli interni. Dal loro estro sono nati i successi di Azimut, dalla linea open S ai più recenti fly. Ma il 47 non è solo una copia di quanto già visto, innova e rinnova, stili e materiali. Abituati a tutta questa modernità di forme e di arredo a Genova ci eravamo presi 10 minuti per andare a vedere i modelli Azimut più datati, per capire meglio i risultati di tutto questo lavoro. Siamo quindi entrati nel 39’ e in effetti viene da sorridere e durante la prova abbiamo chiesto al riguardo il parere di Gandolfi. La risposta è che “ogni anno vendiamo circa il 60% moderno, e 40% classico. E contrariamente a quello che si può pensare il classico, legni lucidi e saloni ovali, tira ancora moltissimo. Quindi non prevediamo un’uscita di produzione di quei modelli, anzi. È chiaro che ogni anno vengono aggiornati con le tecnologie più recenti.”

Materiali e impianti

Materiali e impianti Il 47 ha una carena nuova in Grp con deadrise di 14° a poppa e 19° in mezzo provata a lungo in vasca a Zagabria. Rispetto alle precedenti ha i tunnel eliche ridotti, una stellatura distribuita meglio e un controllo dei pesi più accurato. In tal senso sempre Gandolfi sostiene “di non vedere grandi innovazioni nel mondo carene. La carena è un meccanismo semplice, una volta trovati i parametri corretti per un dato progetto la carena è fatta, sono poi quindi possibili soltanto affinamenti di quanto c’è già. Anche perché in materia si è raggiunto lo stato dell’arte. Vedo molta più innovazione sugli interni, che sono figli della moda e ogni anno vanno rivisti. Anche sui propulsori si lavora molto, soprattutto per le barche medio-piccole. Gli Ips sono stati una rivoluzione anche se hanno bisogno di tempo per essere accettati e guadagnarsi la fiducia di armatori e costruttori. Ma rappresentano il futuro.” Scafo e coperta sono costruiti in infusione insieme ai vassoi delle cabine e della sala macchine. La carena è in sandwich, che garantisce una miglior resistenza Strutturale. Il tutto è rinforzato con una struttura trasversale di madieri e longheroni per formare un unico corpo molto rigido. In sala macchine si è inoltre sfruttata la rigidezza insita dei motori per rendere più accessibili i passascafo e facilitare la manutenzione intorno ad essi. Tutti i portelli esterni sono stampati in Rtm Light, un metodo che consente di avere un prodotto più compatto e resistente all’acqua e con entrambe le facce rifinite bene. Tuga, coperta e murate sono in sandwich di Pvc espanso. Le paratie della sala motori e quella anti-collisione di prua sono realizzate con sandwich strutturale di legno e materiale espanso. Il gelcoat è a spruzzo di tipo neopentilicoisoftalico e per gli strati esterni dello scafo è stata utilizzata resina vinilestere, Azimut offre una garanzia di 5 anni contro l’ osmosi.

La coperta

Coperta Sul fly la disposizione cambia e si sbilancia verso living e prendisole. La consolle di guida ha quindi un ruolo quasi marginale. Sul fly bisogna prendere il sole, rilassarsi, mangiare e se serve guidare. Sembra essere stato questo l’ approccio al suo disegno. La consolle è quindi messa in un angolo con un sedile singolo. Il mobile bar è ingegnoso, messo al centro del fly, serve da tavolo per i divano attorno e aprendo uno sportello a ribalta, che funge anche come piano di lavoro, si scoprono le piastre elettriche per cucinare. Anche qui non mancano appoggi sicuri. Per chi desidera sdraiarsi il grande cuscino con poggiatesta è il punto ideale per prendere il sole affacciati sul mare e godersi allo stesso tempo la navigazione. Il roll bar è spostato all’estrema poppa, non disturba e non rovina la linea perché rimane basso e non sporge dal profilo dal fly. Un buon lavoro di design per un oggetto che non si sa mai come trattare, detestato dai puristi delle linee ma utile per le antenne degli strumenti elettronici. Il pozzetto può essere arredato con tavolo e sedie (optional) ed è ben protetto dal prolungamento del fly. Qui si trova il portellone di accesso alla sala macchine. L’accesso alla cabina del marinaio avviene tramite un portellone sul divano di poppa. Sulla plancetta di poppa è possibile avere le selle per un tender. A prua non ci sono grandi sorprese, c’è il secondo prendisole, il verricello dell’ancora e come optional si possono montare i portaparabordi laterali di acciaio.

Gli interni

Interni Il 47 è una barca per la famiglia, con ambienti tutti da vivere, luminosi e accoglienti. Il layout della zona notte è classico, con cabina armatoriale a prua, due cabine ospiti gemelle a poppa con letti singoli e due bagni praticamente identici come dimensioni e dotati di box doccia circolari. La loro illuminazione è indiretta con velette retro-illuminate. Nella cabina di dritta i letti singoli possono avvicinarsi e diventare un letto matrimoniale. L’ armatoriale è illuminata dalle due finestre orizzontale e dal passauomo. Il letto si alza con due pistoni pnuematici per lasciare libero l’accesso ad un grande cassettone. Bellissima la cucina, che è stata ricavata sotto al parabrezza e gode quindi di un’ottima illuminazione naturale e di tanto spazio in alto. E’ attrezzata con frigo da 190 litri e piano cottura a tre fuochi. Per il décor sparisce il wengé, che aveva fatto la fortuna degli Open, sostituito dal rovere décapé utilizzato per i mobili e gli inserti del celino, rimane il cuoio color cognac che ricopre i piani dei top, le porte, i giroletti e i sottodivani. I tessuti proposti per il decor sono in fibre naturali e chiari, inoltre viene offerta una ricca scelta di circa 150 proposte declinate in tre gamme: Classic, Exclusive e Prestige.

La prova

Prova Siamo ormai fuori dal porto di Savona, piove sempre di più e il mare ha una forte risacca. Siamo al minimo, senza marcia di riduzione, e navighiamo a 6,4 nodi. Nei porti è già troppo ma con il joystick non è più un problema. Ricordiamo però che non è una dotazione standard ma un caro, utilissimo, optional. Lasciamo scaldare ancora qualche minuto i motori, due Caterpillar Cat C9 Acert da 575 cavalli ciascuno con eliche a 4 pale in Ni.Br.A.l e trasmissioni V-Drive flangiate, poi iniziamo la prova vera e propria. C’è onda lunga ma non fa niente, cerchiamo subito la velocità massima. Navighiamo tra le onde, a volte sbattiamo forte ma la barca non si scompone e continua la sua rotta. Arriviamo a toccare i 32 nodi (il progetto ne dichiara 31) a 2.560 giri al minuto. Manteniamo la massima per qualche minuto, il comfort è buono anche se i salti sono inevitabili con queste onde. Notiamo con piacere che nel salone ci sono parecchi punti di appoggio per tenersi, corrimano e appigli. A bordo gli ingegneri Azimut sono silenziosi e tranquilli, la barca sta dando il meglio di sé. Anche perché per un prototipo ogni prova è importante per capire. Dopo questo il successivo è stato sulla distanza, Savona Barcellona con 9 persone a bordo. Superato alla grande: il 47 è pronto per la messa in produzione. Il regime di crociera è a 2.200 giri al minuto , a cui corrispondono nel nostro test 26 nodi. Ora il comfort è migliore, si riesce a navigare senza pensare a dove è l’appoggio più vicino al quale aggrapparsi. Dalla plancia di guida si ha una buona visuale davanti, meno sul dietro ed è per questo che tra gli optional c’è anche la stazione di guida a distanza, una sorta di telecomando con un cavo da attaccare ad una presa sulla tuga a poppa. Comodo per chi non guida il living a sinistra della consolle di guida, due comodi divanetti con tavolo estensibile al centro. Da qui ci si gode davvero la navigazione. Infine proviamo anche a navigare con un motore solo, a 1.800 giri al minuto facciamo 11,5 nodi, aumentando a 2.000 giri al minuto arriviamo a 13,3 nodi. Contenuti i livelli di rumorosità e vibrazioni negli ambienti interni.
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