08 February 2018

Perché la bandiera italiana diventerà più competitiva

Con l’approvazione del Codice della Nautica arriva la semplificazione della procedura d’iscrizione nel Registro Internazionale dei grandi yacht destinati al noleggio per finalità turistiche. Un’opportunità importante per il settore e il sistema paese intero. Aspettiamo il regolamento attuativo
di Lorenzo Pollicardo
​Segretario Generale di Nautica Italiana
Grazie anche all’intervento di Nautica Italiana, sentita in audizione presso la Commissione Lavori Pubblici del Senato, il nuovo Codice della Nautica prevede, con l’Articolo 15-ter, alcune semplificazioni al regime di iscrizione per le Navi destinate al noleggio per finalità turistiche: di fatto si rivolge alle grandi unità da diporto in charter che richiedono l’iscrizione sotto bandiera italiana nel Registro Internazionale.

La novità in ogni caso più rilevante è che l’articolo 15-ter del nuovo Codice prevede finalmente di riscrivere tutta la procedura d’iscrizione, attraverso un apposito regolamento attuativo, che sarà l’impegno di N.I. dei prossimi mesi. Le aree di intervento per procedere a livello nazionale a una semplificazione che renda attrattivo il Registro Internazionale sono essenzialmente quattro: registrazione della nave, ispezioni periodiche e rinnovo dei certificati, registri e giornali di bordo, navigazione.

Si tratta di una novità importante, in quanto molti operatori italiani hanno da sempre addebitato le cause del mancato successo di questo provvedimento all’eccessiva burocrazia creata da procedure di iscrizione al naviglio marittimo commerciale e quindi non certo adatte per uno yacht.
Se Nautica Italiana e tutte le altre associazioni coinvolte riusciranno a proporre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le procedure di iscrizione più idonee, la bandiera del nostro Paese potrà finalmente sventolare sulle barche costruite dai nostri cantieri e non solo.

Meno burocrazia, più benefici economici

È noto che un numero sempre maggiore di Stati nel mondo abbia incrementato le proprie politiche volte alla crescita della flotta (navale in genere) sotto la propria bandiera d’immatricolazione. Il fenomeno si è sentito particolarmente nello yachting dove da molti anni la bandiera Red Ensign (gruppo di bandiere composto da Regno Unito, isole di Man, Guernsey e Jersey, Anguilla, Bermuda, Cayman etc.) domina lo scenario globale.

Per molti anni la scelta da parte dell’armatore o del suo rappresentante della miglior bandiera per il proprio yacht è stata quasi esclusivamente legata ai benefici fiscali offerti dallo Stato di bandiera, fenomeno che nel mondo anglosassone è definito con il termine elegante di Flag of Convenience. Negli ultimi anni si sta assistendo a un cambiamento che vede crescere alcune bandiere europee perfettamente in linea con i requisiti dell’Unione. Ne è esempio la maltese sempre più frequente per i grandi yacht che navigano in Mediterraneo.
Il grafico Prime 10 bandiere per lunghezza media degli yacht registrati (vedi grafico) illustra, per unità di lunghezza superiore ai 30 metri, la composizione della flotta mondiale, dal punto di vista delle bandiere più importanti in relazione alla lunghezza media delle unità immatricolate nei singoli Stati.

Il grafico Primi 10 Stati di Bandiera per i grandi yacht (vedi grafico) mostra invece la percentuale dei grandi yacht registrati nei principali Paesi.
In entrambe le condizioni è evidente il paradosso del nostro Paese, la cui industria dei grandi yacht vanta il primato mondiale della produzione di unità, con ben il 49 per cento degli ordini mondiali registrato nel 2017 e addirittura oltre il 30 per cento della flotta mondiale (che oggi supera le 5.000 unità) prodotto in Italia.
Se poi si considera che oltre il 60 per cento di tale flotta complessiva staziona in modo permanente nel Mediterraneo, si può comprendere quale sia l’opportunità per l’Italia di poter fruire degli importanti benefici economici e occupazionali facilitando l’adozione del vessillo italiano per i grandi yacht.
Non ci si può tuttavia illudere che fattori comunque importanti quali la leadership industriale e la territorialità possano da soli fare la differenza: procedure amministrative e regole burocratiche più semplici e applicabili, procedure di registrazione più lineari restano oggi i fattori più determinanti nella scelta della bandiera per un grande yacht da parte del suo armatore.

Registro Internazionale per i grandi yacht, quali i vantaggi


Il Registro è stato istituito per l’immatricolazione delle navi mercantili impiegate in attività commerciali di trasporto marittimo di beni o persone, a seguito di specifica autorizzazione del Ministero dei Trasporti (Art. 1, comma 1, del D. Lgs. 30 dicembre 1997, n. 457, convertito dalla L. 20 febbraio 1998, n. 30.)
Prima delle modifiche apportate dalla legge per il riordino della nautica (Legge 8 luglio 2003, n. 172, contenente Disposizioni per il riordino ed il rilancio della nautica da diporto, nel Registro Internazionale potevano essere iscritte solo le navi commerciali con espressa esclusione delle unità da diporto.

Nel 2003 la legge di riordino della nautica consentiva l’iscrizione nel Registro Internazionale anche alle unità da diporto che presentavano le seguenti caratteristiche: uno scafo di lunghezza superiore a 24 metri, una stazza lorda non superiore alle mille tonnellate e adibite in navigazione internazionale esclusivamente al noleggio per finalità turistiche.
Si trattava di una facoltà disponibile per quelle unità da diporto che venivano messe in noleggio. Infatti, qualora scelto, il Registro Internazionale comportava che le stesse unità fossero: abilitate al trasporto di passeggeri per un numero non superiore a 12, escluso l’equipaggio; munite di Certificato di Classe da parte di uno degli Istituti di Classificazione riconosciuti in Italia; rispettassero uno specifico regolamento di sicurezza.
La possibilità di immatricolazione nel Registro Internazionale degli yacht commerciali comportava già l’applicabilità di una serie di agevolazioni di carattere fiscale e contributivo che, sotto questo aspetto, lo rendevano competitivo a livello europeo.

Ad oggi purtroppo il Registro Internazionale non ha sortito particolare attrazione presso la comunità internazionale e nazionale dei grandi yacht. Delle circa 200 navi da diporto (L > 24 metri) immatricolate in Italia, meno di 10 lo hanno scelto.
La motivazione è principalmente attribuibile alle complessità delle procedure da adottarsi per l’immatricolazione e la gestione di tali unità sotto bandiera italiana.
L’esperienza positiva di Malta mostra tuttavia come l’obiettivo, anche per una bandiera comunitaria, sia alla portata.
L’auspicio è che queste problematiche possano essere risolte a breve per accrescere l’interesse degli armatori di tutto il mondo verso la bandiera, che offre già interessanti vantaggi fiscali.
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