26 November 2007

Bavaria 31 Cruiser

La nuova versione ha più spazio sia dentro che fuori. Ha una linea gradevole, è economica ma anche veloce. La barca ideale per iniziare a giocare sul serio in crociera. Una barca del genere fa bene al morale di quelli che sognano un presente da diportisti. In realtà non è neanche l’unica novità nel settore delle “piccole”, che quest’ anno sembra aver trovato nuove forze. Forse i cantieri stanno finalmente comprendendo che perdere il contatto con la base è ri...

Introduzione

La nuova versione ha più spazio sia dentro che fuori. Ha una linea gradevole, è economica ma anche veloce. La barca ideale per iniziare a giocare sul serio in crociera. Una barca del genere fa bene al morale di quelli che sognano un presente da diportisti. In realtà non è neanche l’unica novità nel settore delle “piccole”, che quest’ anno sembra aver trovato nuove forze. Forse i cantieri stanno finalmente comprendendo che perdere il contatto con la base è rischioso. Gli armatori delle piccole di oggi saranno quelli delle grandi di domani. Il nuovo 31 Cruiser è piccolo, ha una linea gradevole e costa poco. Tre fattori importanti e che non si trovano spesso insieme nella stessa imbarcazione. Benché la produzione in grande serie tolga qualcosa alla qualità di dettagli e finiture, il nome Bavaria è sinonimo di garanzia, con oltre 4.000 barche vendute all’anno, un aspetto da non sottovalutare al momento di rivendere la barca, certi che avrà mantenuto un buon valore di mercato. Abbiamo provato la barca a Palma di Maiorca, dove abbiamo avuto anche l’ opportunità di parlare con il sales manager Mike Reuer del recente acquisto del cantiere da parte del fondo americano Bain Capital al quale abbiamo chiesti i motivi si questa scelta. «Per Winfired Herrmann - fondatore e proprietario di Bavaria - era arrivato il momento uscire di scena senza rischiare di perdere i successi raggiunti in questi anni. E dopo aver scartato offerte anche di cantieri oggi concorrenti quella del fondo è sembrata la scelta migliore. Herrmann resterà come Advisor e la produzione non verrà ovviamente spostata». Quindi nessun timore per quanti potevano pensare a grandi rivoluzioni.

Il progetto

Progetto Il 31 Cruiser è una barca intelligente. Mantiene le buone idee del vecchio 30 e ne propone di nuove per migliorare spazi interni, organizzazione di coperta e anche le prestazioni. E diciamo subito che la barca va. Un’altra mossa strategica è stata quella di offrire quanto più possibile come standard. Quindi il teak in pozzetto, sulle panche e sulla plancetta idraulica di poppa è standard, così come lo sono i sei winch, la plancetta stessa, le vele e le rotaie del genoa. Rispetto al 30 è anche stato aggiunto il trasto di randa ed è stato fatto l’incavo sulla tuga per il tendalino. Un occhio anche all’ambiente, con il serbatoio acque nere standard. Una barca che ha il suo punto di forza non solo nel prezzo ma anche in tanti altri piccoli dettagli che riescono a perfezionare giorno dopo giorno la vita di bordo.

Gli interni

Interni La tuga permette di avere buone altezze, soprattutto in dinette dove soltanto chi supera il metro e ottanta avrà qualche difficoltà a stare in piedi. Accettando il minor spazio in altezza si potrebbe considerare come cabina armatoriale quella di poppa viste le dimensioni del letto, assai più grandi di quello di prua. E anche il bagno è più vicino e ha dimensioni comode. Nel box doccia separato è stato trovato anche lo spazio ideale per le cerate bagnate. Le due cabine hanno parecchio spazio per il guardaroba, ovunque c’è un armadio, un gavone o dei cassetti. Anche sotto le panche delle dinette si aprono ampi vani per cambusa, salvagenti e tutti quegli irrinunciabili oggetti necessari in crociera. I gavoni sono tutti aerati grazie a ripiani forati che hanno però il difetto di terminare sempre con brutti angoli vivi, pericolosi sia per i piedi quanto per il paiolato, che non è dei più robusti. Qualche scricchiolio dovuto a tolleranze non proprio al millimetro è inevitabile. Affacciandosi nei vari gavoni si comprende bene cosa vuol dire una produzione di serie, la “velocità” con cui lavorano in cantiere. «Ma i clienti - come ci racconta sempre Mike Reuer - con un prezzo così concorrenziale accettano delle imperfezioni qua e là: meglio che restare sulla terraferma». In effetti, nulla da obiettare. Grande il tavolo della dinette, che ha un’anta abbattibile, in otto si mangia comodi. In navigazione a vela ci si muove bene, ovunque ci sono validi appigli e anche la scala d’entrata è stata modificata e resa più agevole e sicura. Grazie ai due grandi oblò laterali - studiati appositamente da Lewmar per Bavaria - e ai numerosi passauomo la luminosità è buona. Inoltre, tutti gli oblò sono apribili per una ventilazione migliore. Alcuni dettagli come le cerniere appaiono più robusti che in altre barche. Rispetto al 30 è diverso anche il carteggio, ora meno separato dal resto della dinette. Il tavolo è grande ma lo spazio sotto per le carte non è molto e la seduta, visto che sedersi in modo classico è difficile vista la mancanza di spazio per le gambe, poteva essere pensata in modo diverso. La cucina ha un bel ice box integrato nel piano di lavoro.

La coperta

Coperta Anche all’esterno la barca è cambiata molto. I tientibene di alluminio sulla tuga sono più lunghi, ci sono ben sei winch standard, a poppa c’è una bella plancetta bagno elettrica con scaletta integrata, un bello sfogo quando si è in rada. Il pozzetto è stato ingrandito, le panche sono molto più lunghe ma il tavolo integrato alla colonnina della ruota del timone è ingombrante, toglie spazio vitale e il risultato è che il pozzetto sembra quasi piccolo, anche se non lo è affatto. Il solito Reuer sostiene «che il mercato predilige questa scelta, e chi non la gradisce all’inizio, finisce poi con il trovarsi bene». Sarà. E per arrivare a poppa bisogna passare per le panche, aggirando anche il paterazzo sdoppiato che passa proprio da lì. Bello il gavone dell’àncora con il verricello incassato. Sotto la panca di dritta si apre un gavone enorme, da qui si accede al serbatoio del carburante, agli organi del timone. Uno spazio perfetto per parabordi e molto altro. Non manca l’innesto per la barra d’emergenza.

La prova

Prova Tre persone a bordo e un bel vento sui 12 nodi reali. Il 30 Cruiser nella versione provata è armato con una randa Elvström-Sobstad avvolgibile nell’albero (si manovra tutto comodamente dal pozzetto) a stecche verticali e fiocco high-tech, entrambi dotazioni optional. La prima impressione è che non si può definire una barca lenta, certo, manca di un bel po’ di sensibilità al timone e sulla raffica non si sente una risposta eccezionale. Tutte cose che in crociera importano poco. Questa è infatti una barca che non vedrà mai un campo di regata ma che regalerà al suo armatore il piacere di una bella navigazione a vela anche con arie leggere. E se il vento sarà proprio zero ci penserà il motore, un Volvo Penta D1-20 da 20 cavalli con piedino sail drive con cui viaggiare intorno ai 7 nodi poco sopra i 2.500 giri. Con tutto lo spazio disponibile sulla colonnina i display del motore sono giù in basso, scomodi da consultare. Ma sono le prestazioni a vela che ci interessano di più, quindi svolgiamo randa e fiocco e iniziamo a bolinare. Il sistema avvolgibile della randa è davvero comodo. A 40° rispetto all’apparente prendiamo una bella andatura con velocità intorno ai 6,3 nodi. Proviamo a stringere, ben sapendo che rallenteremo, e infatti la velocità cala repentina di circa un nodo ma non scendiamo comunque mai sotto i 5,2 nodi. Stringere oltre non ha senso. Riallarghiamo a 45° e la velocità sale subito fino a toccare i 6,8 nodi. Allargando poi a 60° e quindi a 90° le velocità sono di 5,5 e 5 nodi. E’ subito evidente la comodità dei sei winch, due per il genoa, due per la randa e due per le drizze. Il trasto, sebbene corto, offre una possibilità in più per la regolazione della randa. In sintesi Un natante che soddisfa a pieno le aspettative di giovani armatori in cerca di una barca dal prezzo favorevole ma con ambizioni di far della crociera vera. Molte le migliorie apportate rispetto al 30 piedi dal quale deriva. Ora c’è più altezza interna, un pozzetto più lungo, più accessori standard e vele migliori. Il prezzo molto vantaggioso si paga con qualche inevitabile “disattenzione” in alcuni dettagli. + Ambienti e altezze interne migliorati Prestazioni a vela Molte le dotazioni incluse nel prezzo come i 6 winch e il teak in pozzetto - Manca il puntapiedi Tavolo pozzetto e colonnina ingombranti Display motore scomodi da leggere Portata massima solo 6 persone

Tutti i dati

DATI Progetto J&J Design. Scafo Lunghezza f.t. m 9,76; lunghezza scafo m 9,49; lunghezza al galleggiamento m 8,32; larghezza m 3,38; pescaggio m 1,87; dislocamento kg 4.700; zavorra kg 1.100. Piano velico Superficie velica standard randa + genoa (Elvström-Sobstad) mq 50,10. Omologazione Omologazione CE categoria A/6 Serbatoi Acqua lt 155; carburante lt 90. Motore Volvo Penta D1-20 sail drive; potenza albero motore/asse elica cv 18,8/18; 3 cilindri; cilindrata lt 0,76; alesaggio x corsa mm 67 x 72; rapporto compressione 23,5:1; peso a secco con piedino vela 103S kg 144. Consumi gasolio rpm-lt/h: 1.200-0,5; 1.400-0,7; 1.600-0,9; 1.800-1; 2.000-1,3; 2.200-1,6; 2.400-2; 2.600-2,4; 2.800-3; 3.000-3,7; 3.200-4,6. INDIRIZZI Cantiere: Bavaria Yachtbau, Germania In Italia: Albatros Rimini, Rimini, tel. 0541 709067; ww.albatrosrimini.it Eritros, Sanremo, tel. 0184 500019; www.eritrosmare.com Gold Sail, Lignano, tel. 0431 720717; www.goldsail.it
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