30 June 2014

Bolzan al via della Volvo Ocean Race

Appena sceso a Monaco dalla coperta del maxi Esimit Europa 2 e dopo una Giraglia da primo in tempo reale, il triestino Alberto Bolzan (a sinistra nella foto) è partito per Newport. Nella capitale della vela a stelle e strisce lo aspetta il Team Alvimedica per prendere il timone del Volvo Ocean 65...

Bolzan al via della volvo ocean race

Appena sceso a Monaco dalla coperta del maxi Esimit Europa 2 e dopo una Giraglia da primo in tempo reale, il triestino Alberto Bolzan (a sinistra nella foto) è partito per Newport. Nella capitale della vela a stelle e strisce lo aspetta il Team Alvimedica per prendere il timone del Volvo Ocean 65 turco-americano pronto a presentarsi sulla linea di partenza della prossima Volvo Ocean Race. La Giraglia è stato l’ultimo impegno con la grande barca di Igor Simcic prima del trasferimento a bordo del Volvo 65 del team americano creato da Charlie Enright e Mark Towill.

«Non è un addio definitivo a Esimit, anzi – premette Bolzan – per me è l’occasione per portare a bordo una nuova esperienza». Ma anche un sogno desiderato da sempre. «Partecipare alla Volvo – ammette – è un desiderio che mi accompagna fin da bambino e, anche per questo, sono molto motivato».

Le barche della Volvo, però, sono barche diverse rispetto a quelle che conosce. «In effetti sono barche che offrono pari opportunità a tutti – spiega – a bordo si ha a disposizione una grande tecnologia ma il vero problema dei 65 è quello di capire quando è il momento di frenare». Ma i nuovi monotipi che hanno sostituiti i “vecchi” 70 hanno comunque qualche vantaggio. «Sono più robusti dei precedenti – rimarca Bolzan – e c’è stata tanta attenzione alla sicurezza». Per il triestino, però, una carenza di esperienze oceaniche. «E’ vero, non ho esperienza di oceani – confessa – ma nell’ultimo mese ho fatto due traversate atlantiche e le barche Volvo hanno parecchi punti di contatto con Esimit come la canting keel mentre pure le vele sono simili».

I Volvo 65, quindi, non sono inferiori ai 70 in ambito prestazionale. «Direi di no, forse sono meno performanti nelle andature di bolina ma, comunque, mi hanno sorpreso per le prestazioni anche con venti leggeri: in Atlantico abbiamo avuto punte da 500 miglia nelle 24 ore - spiega e aggiunge – pensavo fosse una barca più semplice, invece è molto più tecnica di quanto pensavo».

Tommasino Gazo

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove