18 August 2011

Brenta B52, la prova di Vela e Motore

Velocissimo e divertente, è un day sailer disegnato da Luca Brenta con le linee tirate e senza tempo. Lo abbiamo provato toccando i 25 nodi di velocità

Brenta b52, la prova di vela e motore

Una sagoma nera, affusolata e bassa sull’acqua on una stretta e allungata distesa di teak he incornicia un prendisole immenso. Ecco ’elegante e raffinato Genie of the Lamp, unico esemplare i B-52 nella versione SL, caratterizzata da una uperficie piana rivestita di cuscini che va a sostituire a caratteristica piccola tuga. Il risultato è un daysailer rande piano di coperta, ma con un’altezza interna imitata che, al contrario di quanto accade nella ersione originaria, non consente di stare in piedi nel rande open space ricavato sottocoperta. Per il resto, l B-52SL è identico al B-52 e, come quest’ultimo, si regia di una bellezza fatta di proporzioni perfette e di inee estremamente semplici. Si tratta di un oggetto cultoreo, costruito allo stato dell’arte, dove preimpregnati i carbonio, titanio e Pbo si alternano nel dar vita  geometrie tiratissime, compiute da un piano velico aestoso e da un dislocamento ridotto che vede quasi l 55 per cento del peso totale in zavorra.

 

 Creato come tutti i B-Yachts da Luca Brenta Yacht Design, il B-52 fa parte di una famiglia a cui appartengono inque modelli da 30 a 60 piedi, tutti accomunati da eccellenti oti veliche unite alla semplicità di conduzione he, su questo sedici metri, si concretizza in due soli winch elettrici e pistoni idraulici che movimentano carrello randa, vang, drizza del fiocco e scotte di randa e fiocco, il tutto comandato da pulsanti riportati sulle colonnine delle timonerie.

 

Il B-52, soprattutto la versione SL in prova, è pensato per brevi uscite giornaliere e per il puro piacere di andare a vela, complice un piano di coperta che offre molta libertà di movimento. Il suo pozzetto è limitato unicamente dalle murate dello scafo, il tambuccio orizzontale è incassato fra la cuscineria e, a esclusione dei due winch e della doppia timoneria, tutto è nascosto alla vista: gallocce, scotte, drizze e trasto randa sono invisibili, persino l’àncora non ha musone ma viene calata da sotto il galleggiamento. Il suo piano velico gli consente di correre più veloce del vento quando tutte le altre barche sono costrette a ciondolare a vele sgonfie ed è in grado di regala re sensazioni forti, trasformando la navigazione nelle ariette mediterranee in un’arte.

 

Ci siamo chiesti come potesse comportarsi in condizioni di mare mosso e vento teso, quando le strutture vengono investite dai forti carichi indotti dalla profonda e pesante chiglia e dalla grande randa a pianta trapezoidale sostenuta da un albero privo di volanti e paterazzo. In effetti, se il credo comune è che una barca marina debba essere larga, pesante, dai bordi liberi alti, con un bel pozzetto profondo e, magari, una grande deck house, allora il Genie of the Lamp è totalmente fuori standard.

 

Eppure, a ben guardare, il B-52 è leggero così che i suoi piccoli volumi immersi non siano in balia dei movimenti del mare, è affusolato così da aprirsi un varco fra le onde senza fatica, ha forme che garantiscono buone simmetrie di carena anche quando è molto sbandata per una stabilità di rotta eccellente e un movimento fra le onde quasi privo di rollio, ha un momento raddrizzante elevatissimo, per una curva di stabilità che ha una zona negativa ridotta all’osso e che rimane positiva con grandi margini quando tutte le barche moderne da crociera sono già gambe all’aria. In più, il Brenta B-52 è granitico, costruito totalmente in fibre di carbonio, con rinforzi nelle zone di carico concentrato in spesso laminato pieno e un ragno strutturale massiccio che abbraccia i prigionieri della chiglia, le lande e arriva fino alla losca del timone. A riprova di queste considerazioni, abbiamo avuto l’occasione di navigare su una tratta di 50 miglia, quasi tutta di bolina fra i 50 e gli 80 gradi di reale, con mare formato, onda ripida e alta, vento fresco compreso fra i 20 e i 25 nodi e frequenti raffiche che hanno segnato sull’anemometro punte di 45 nodi. Il tutto tenendo a riva fiocco e randa square top pieni. Così sovrainvelato il Genie of the Lamp si accuccia sottovento e accelera continuamente fino a raggiungere la velocità di carena e lasciando dietro di sé una scia bassa e lunghissima. La reattività ai comandi del timone ci ha impressionato e ha saputo cavarci d’impaccio anche nelle raffiche più violente.

 

Nella confusione di onde formate, a volte incrociate, è sempre stata sufficiente una sola persona a governare la barca, comodamente seduta alla ruota da cui si manovrano le vele e, grazie agli schermi orientabili, si tengono sott’occhio navigazione e impianti. Il resto dell’equipaggio, una volta abituato ai costanti trenta gradi di sbandamento, ha potuto riposare comodamente sulle cuscinerie, cullato da un movimento di beccheggio e di rollio insolitamente dolci. Abbiamo provato a poggiare fino a un lasco stretto in 35 nodi di vento e il B-52 ha accelerato passando da 10,5 nodi a 22, prima surfando e poi planando, con una progressione impressionante: lo scafo ha cominciato a fendere le onde fino a quando, scendendo da un cavallone più alto degli altri, la prua si è infilata nel successivo sparendo completamente sott’acqua e, invece di un repentino rallentamento con conseguente straorzata, la velocità è calata dolcemente di pochi nodi per poi ritornare a crescere. Infine, abbiamo percorso le 45 miglia che separano Genova dall’isola Palmaria in sole quattro ore senza stancarci, divertendoci enormemente e in un comfort in coperta inusuale. Di questo Brenta B-52 ci è piaciuta la facilità di gestione in navigazione che premia regolazioni di fino e una conduzione esperta, ma che sa anche digerire errori senza troppo scomporsi.

 

Leggi le prestazioni e i dati nel numero di marzo 2011.

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