19 July 2012

Comet 35s, tra boe e baie

In 11 metri buone prestazioni veliche e grande abitabilità sia negli interni sia in coperta. affidabile e longevo, vanta finiture di pregio...

Comodo e veloce

 

 

Pensato per la crociera veloce, il piccolo Comet promette buone prestazioni anche in regata, come hanno dimostrato finora tutti i modelli della serie Sport del cantiere. Concepito e realizzato con l’obbiettivo di rispettare il concept generale dell’intera gamma disegnata dallo Studio Vallicelli, questo undici metri mostra una linea tondeggiante dalle forme equilibrate, con buone prestazioni veliche, un’abitabilità da imbarcazione più importante e interni accoglienti anche per lunghe crociere.

Costruito all’insegna dell’affidabilitàcon un esteso impiego della tecnica del sacco a vuoto, rivela un’attenzione del dettaglio inusuale in imbarcazioni della stessa categoria e di ugual prezzo, come dimostra l’incollaggio fra scafo e coperta finito e carrozzato.

Un impegno costoso in termini di ore lavoro e di solito dedicato a one off di altra dimensione, come dimostrano anche i sempre più rari passacime dotati di pulegge per non rovinare le cime da ormeggio o i controstampi interni dei portelli dei gavoni con tanto di marchio Comar in rilievo.

Le forme di carena sposano i concetti delle sorelle più grandi: gli ingressi sono affilati ma divengono presto potenti fino a generare un baglio massimo importante in una posizione non troppo arretrata. La lunghezza al galleggiamento molto sviluppata impone slanci ridotti, raccordati da un cavallino pronunciato che ne ammorbidisce le forme.

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Gli interni

 

Le importanti volumetrie dello scafo contribuiscono a offrire interni accoglienti, dove, seppure su una disposizione allineata a quella della concorrenza, le altezze interne sono generose e gli spazi a disposizione di ogni ambiente sono paragonabili a quelli di barche di taglia superiore. Piacciono diverse soluzioni tese a perfezionare la fruibilità sia in navigazione sia all’àncora, come, per esempio, il piano allungabile che aumenta la superficie di lavoro della cucina e i cassettoni ricavati sotto ai letti.

 

Ci sono anche soluzioni volte a migliorare il design generale, come l’illuminazione che arriva da sotto i pensili. Curato è l’aspetto dello stivaggio e lo dimostrano i volumi sotto alle panche della dinette, all’interno delle quali è inserito un piano di appoggio che impedisce agli oggetti di venire a contatto con la sentina. Nella dinette si fanno apprezzare le dimensioni di panche e tavolo che, per contro, lascia un passaggio verso la cabina di prua un po’ sacrificato.

 

Molto ben organizzata la cucina, peccato solo che il piano d’appoggio non abbia barriere contenitive e la superficie sia in legno, una soluzione esteticamente valida, ma delicata. Il carteggio rivolto verso poppa ha un piano di lavoro un po’ costretto e, solo in questa zona su questo primo esemplare, le finiture in legno massello non sono ancora a punto, fatto enfatizzato dagli assemblaggi precisi e ben finiti di tutto il resto dell’allestimento. Buona la qualità della lavorazione dei legni, mentre un’unica nota che ci sentiamo di sollevare è relativa allo stile che, su questo primo esemplare, a tratti sembra un po’ confuso; per esempio si alternano superfici e cornici tonde a zone dove invece prevalgono spigoli, ci sono ante con bordi raccordati e altre a spigoli vivi.

 

Le due cabine vantano una discreta capacità di stivaggiosuddivisa fra stipi e armadietti, quella di poppa offre un letto doppio dalle dimensioni generose, mentre quella di prua ha un letto a V che lascia all’estremità uno spazio per i piedi leggermente sacrificato.

 

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In navigazione

 

Questo 11 metri si conferma un’eccellente barca per la crociera grazie agli spazi di coperta e a un pozzetto ampio, confortevole e protetto. In una giornata caratterizzata da mare poco mosso e brezza tesa, il Comet 35S ha dimostrato di essere reattivo al timone in ogni andatura, anche tenendo tutta tela. Nonostante una vela di prua dal taglio curioso, troppo grande per passare davanti alle sartie, ma troppo piccola per poter essere cazzata a ferro, questo 35 piedi ha saputo bolinare velocemente, tenendo un passo potente e deciso, conservando una tendenza orziera sempre controllabile.

 

C’è da dire che con un fiocco poco più piccolo si potrebbero stringere angoli al vento eccellenti, grazie anche all’efficienza delle appendici che si è dimostrata buona anche a bassa velocità. Dal traverso al lasco le forme di carena regalano una stabilità al rollio molto alta e le accelerazioni sono intense, ma mai violente. Le buone prestazioni, unite a una piacevole sensibilità alle regolazioni, si miscelano a una facilità di utilizzo esemplare.

 

La grande randa ha la scotta su paranco e diviene faticosa da cazzare solo con 20 nodi d’aria e randa piena, condizione d’impiego al limite, quando conviene decisamente terzarolare; molto efficiente si è dimostrata la gestione del carrello del trasto. Abbiamo apprezzato la posizione del timoniere che gode di un’ottima vista sulle vele e sulla prua, di comodissimi puntapiedi a scomparsa nel piano di calpestio, ma anche della possibilità di appoggiare i piedi sulla colonnina sdoppiata quando governa da seduto; la singola ruota offre una buona sensibilità grazie anche al cortissimo circuito dei frenelli.

 

Ci è parso che il musone dell’àncora sia troppo corto, così da aumentare il rischio di interferenza fra dritto di prua e catena o àncora. Anche in coperta l’attenzione costruttiva e realizzativa si dimostra in dettagli importanti, come sono l’efficienza dell’antisdruciolo, la qualità della laminazione che è priva di difetti, il profondo gavone dell’àncora e il tamburo del rollafiocco incassato sottocoperta.

 

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