16 December 2012

Comet 420, tutto Made in Italy

Il prezzo accessibile (da 45.000 euro) lo rende un modello ricercato. Bene le finiture degli interni e lo sfruttamento degli spazi. Molto apprezzato il modello con tre cabine...

Comet 420, tutto made in italy

In barca manca sempre un metro. Chi ha un 10 metri, anela all’11, chi un 12 pensa che con un 13 ci sarebbe molto più spazio. Ed ecco che Comar degli anni ‘80, che già aveva sviluppato in passato il Comet 11 e il Comet 13 (anche distinti dalla sigla “plus” per lo spoiler), dopo il Comet 375, lanciò il Comet 420, disegnato da Andrea Vallicelli.
 

Ecco come prese forma il progetto del 420, proposto in due versioni: CL (sigla per Class Line) e Sport Team.

La differenza principale tra le due è nella disposizione interna, che nella CL ha un layout più pensato per la crociera che per le prestazioni e quindi un po’ più spazioso e confortevole. 

Le configurazioni varieranno successivamente: con albero standard a due crocette, maggiorato di un metro (17 m), pescaggio da 2,05 m a 2,40 m, poppa aperta o chiusa a fetta di salame come sui primi esemplari. Ovviamente l’acquirente aveva la possibilità di richiedere solo alcune di queste opzioni e quindi sul mercato si trovano barche con caratteristiche diverse.

Linea e coperta
Linea tradizionale e caratterizzata da buoni slanci a prua e poppa e dalla caratteristica fascia blu sulla tuga. La produzione ha visto molti esemplari realizzati tra il 1987 e il 1992, ma non se ne conosce il numero esatto. Il picco della produzione, comunque,  è stato tra il 1989 e il 1990. Date le dimensioni importanti della barca, spesso si trovano molti armi con randa avvolgibile su albero Bamar. Con mare formato e corto, di bolina, l’albero flette molto e su alcuni esemplari ciò ha richiesto interventi strutturali per migliorare la rigidità dello scafo.

La carena ha un dislocamento a vuoto di 9.600 kg, ma a pieno carico si raggiungono i 12.000. Le forme sono piatte a prua e la poppa è ben stretta sul timone, con il baglio massimo di 3,90 metri a centro barca.

Prova
La barca visitata aveva una randa steccata, genoa al 135% e lo strallo volante della trinchetta. Una volta preso il suo passo, la barca è molto manovriera e non richiede grande impegno all’equipaggio. Di poppa non trascina molta acqua e l’uso del gennaker è destinato solo ai venti leggeri.

Il vecchio Volvo 2003T è uno dei motori più diffusi (ma anche meno riusciti) e può richiedere alcune messe a punto, talvolta addirittura il rifacimento della testa, a un costo di circa 3.500 euro. La trasmissione è in linea d’asse. La velocità di crociera è di 6 nodi.

Interni e impianti
La versione a due cabine è un po’ svalutata, perché su un 13 metri il mercato ne richiede almeno tre.
Se però siete dei velisti attivi e non avete figli, godetevi la cabina armatoriale posta sotto il pozzetto, è suprema. In alcune barche vi sono i letti divisi, soluzione ottima per navigare anche sotto vela. Elevata la qualità dell’arredo interno. 
In linea generale, gli impianti sono ordinati, è bene però controllarli attentamente perché a volte quello elettrico richiede qualche lavoro

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove