Il nuovo Ferretti 630 disegnato dallo Studio Zuccon International Project in
collaborazione con la Divisione Engineering di Ferretti Group applica, nella
classica dimensione dei 20 metri, i concetti stilistici che hanno fatto la
fortuna dell’attuale gamma del Cantiere. Ma non solo, sono infatti molto le
novità tecniche e design a bordo del 630 e alcune di queste cambieranno il modo
di disegnare yacht. Non è certamente sfuggito neppure al più distratto degli
osservator...
Introduzione
Il nuovo Ferretti 630 disegnato dallo Studio Zuccon International Project in
collaborazione con la Divisione Engineering di Ferretti Group applica, nella
classica dimensione dei 20 metri, i concetti stilistici che hanno fatto la
fortuna dell’attuale gamma del Cantiere. Ma non solo, sono infatti molto le
novità tecniche e design a bordo del 630 e alcune di queste cambieranno il modo
di disegnare yacht. Non è certamente sfuggito neppure al più distratto degli
osservatori la progressiva conquista di spazi sempre più importanti da parte
dellesuperfici vetrate nei nuovi motoryacht.
La prima particolarità che colpisce osservando il Ferretti 630 di lato è l’
aggressività e la leggerezza della linea con il fly che, grazie alla
finestratura della tuga che corre senza interruzioni da poppa a prora, sembra
sorretto dai soli montanti posteriori. Questo design è stato possibile grazie
all’utilizzo di una nuova tecnologia che ha permesso di creare grandi vetrate
curve, che eliminano gli scalini e non più piatte, che invece li costringevano
a creare tra la vetrata stessa e la tuga. Subito di seguito si nota il
finestrone open-view della suite armatoriale che si apre sulla murata a metà
nave, poco sopra la linea di galleggiamento. L’apertura modellata richiamando
la linea degli oblò, non rappresenta quindi una rottura con gli altri elementi
che “arredano” la murata e, di conseguenza, non disturba più di tanto l’armonia
e la continuità dell’opera morta.
Il Ferretti 630 ha vinto il premio Barca dell’anno assegnato allo scorso Salone
di Genova da Vela e Motore e Selmabipiemme.
La coperta
Coperta
Il ponte esterno mantiene le dimensioni medie per questo tipo di yacht. L’
accesso al pozzetto è permesso da una passerella idraulica posta centralmente
che svolge anche la funzione di gru per il tender ospitato all’aperto sulle
selle posizionate sulla spiaggietta di poppa, alla quale si collega il pozzetto
tramite due accessi laterali. E’ interessante il lay out dell’ampio fly bridge
che prevede un divano ad U con tavolo estendibile posto di fronte ad un blocco
attrezzato con frigo e grill ed un grande prendisole posto a prora della
consolle del posto di pilotaggio; un secondo ampio prendisole si trova a prua.
In pozzetto è possibile installare una terza postazione di guida, ideale
soprattutto durante le manovre di ormeggio.
Gli interni
Interni
La cucina è uno degli elementi progettuali più innovativi a bordo del Ferretti
630. Per la prima volta va infatti ad occupare una zona che di solito spetta al
salone e comunica direttamente con il pozzetto, dal quale può essere isolata
tramite pannelli scorrevoli a scomparsa, inoltre può essere isolata anche dal
resto degli ambienti chiudendo una porta scorrevole in vetro. La posizione
della cucina riporta gli armatori ad un ruolo centrale nella vita di bordo,
permettendo loro di servire direttamente i propri ospiti. La cucina occupa
circa la metà del baglio disponibile in questa zona e dà la possibilità di
servire con razionalità sia si decida di pranzare al tavolo che arreda il
pozzetto, tanto che si opti per la più riservata area contigua alla timoneria.
Il salone è un grande open space in cui le varie zone sono distinte dagli
elementi d’arredo. La luce proveniente dalla finestratura che corre su tutto il
perimetro esalta l’eleganza discreta dei mobili in teak opaco verniciato a poro
aperto e delle tappezzerie dalle tonalità chiare. Ovunque vi troviate la
luminosità è simile a quella di una veranda e la vista sull’esterno è
panoramica. Procedendo da poppa troviamo sul lato dritto, di fronte alla
cucina, un divano con mobile bar posto longitudinalmente e, quando l’ambiente
riacquista la sua massima larghezza, una zona destinata al relax che offre
sulla sinistra un divano ad U e sulla dritta un mobile entro il quale, quando
non è utilizzato, scompare lo schermo mobile della tv lcd.
Il salone si completa verso prora con una zona pranzo sulla dritta opposta alla
timoneria interna posizionata sulla sinistra. Sottocoperta lo spazio è
caratterizzato dalla disposizione su due diversi livelli delle tre cabine con
servizi privati: la Vip e la cabina ospiti a letti gemelli ad una quota
intermedia mentre la cabina armatore occupa la parte più bassa del centronave.
Questa posizione è stata scelta perché è la più confortevole sia per quanto
riguarda la rumorosità che per la sua neutralità rispetto ai movimenti della
barca. Dalla chaise longue che occupa il lato dritto della stanza, attraverso
le finestre open–view dotate di oblò apribili, si gode della vista del mare
quasi al livello del galleggiamento e tutto l’ambiente è inondato dalla luce
che porta all’interno i riflessi dell’acqua creando un’atmosfera unica. La
posizione esterna del tender evidenzia chiaramente la ricerca di espandere gli
spazi gli abitabili a disposizione degli ospiti nella zona notte e,
posizionando a poppaestrema i motori, nascono così i volumi necessari al locale
dell’equipaggio che isola la sala macchine dalle aree destinate agli ospiti.
La prova
Prova
La giornata dedicata alle prove in navigazione ci ha offerto condizioni di mare
non ideali per il rilievo dei dati tecnici in quanto l’onda da scirocco di un’
altezza superiore al metro ha condizionato sia le prestazioni velocistiche che
quelle relative ai consumi. Ciò nonostante, con la motorizzazione più prestante
che prevede due Man da 1.224 cavalli ciascuno, in condizioni di dislocamento
leggero con circa 800
litri di combustibile, 400 litri d’acqua e 8 persone a bordo, abbiamo rilevato
al gps una punta di velocità di 34,6 nodi a 2.360 giri al minuto e quindi
superiore a quella indicata dal costruttore, probabilmente rilevata in
condizioni di carico più penalizzanti.
La velocità di crociera a 2.000 giri al minuto è di 30 nodi e l’autonomia in
queste condizioni è di circa 300 miglia di navigazione. Lo stato del mare, reso
ostico dal vento da libeccio che si è alzato prima della fine dei test e che ha
creato un’onda incrociata corta e fastidiosa, avrebbe potuto essere un handicap
e si è invece rilevato un vantaggio in quanto ci ha permesso di valutare il
comportamento della carena a velocità elevata in situazione non ottimali. Per
quanto lo yacht in prova non fosse dotato del sistema antirollio ARG, la
stabilità con onda al traverso è molto buona e, portando al mare la prora,
nelle condizioni descritte, anche a velocità sostenuta non si avvertono impatti
significativi.
La manovrabilità ad andatura sostenuta è elevata e, pur non potendo pretendere
di eseguire le evoluzioni di uno wave runner, la barca risponde con
immediatezza permettendo di chiudere le virate in spazi più che adeguati e
senza sbandamento eccessivo. La manovra di ormeggio è resa più semplice dalle
opzioni Easydock ed Autotroll offerte dal nuovo sistema di gestione elettronica
della velocità ZF. Le manette Smart Command, in abbinamento con le trasmissioni
prodotte dalla stessa azienda, permettono infatti di ridurre la velocità minima
di 6,5 nodi consentita dai motori a 600 giri al minuto, fino al limite di circa
3 nodi per un controllo di precisione della velocità impressa dalle eliche.
Nella fase finale della manovra, bow thruster e stern thruster contribuiscono
alla gestione dello yacht anche da parte di un equipaggio ridotto. Per quanto
riguarda la parte tecnica è rilevante l’utilizzo di resina isoftalica rivestita
di 4 strati di resina vinilestere nella laminazione manuale dello scafo che è
realizzato in single skin all’opera viva che presenta un angolo di deadrise di
12° mentre i fianchi e la coperta sono in sandwich. Come scelta standard il
Ferretti 630 monta due Man V10 da 1.100 cavalli a 2.300 giri ciascuno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA