Gestire l'equipaggio
Gli spazi ristretti e la necessità di cooperazione rendono essenziale una
gestione perfetta delle persone a bordo.
Ecco come organizzare al meglio persone e compiti.
Ancora prima di partire, mentre state ipotizzando le tappe per la vostra
prossima crociera, ricordatevi che a bordo non siete soli, che i gusti delle
persone sono diversi, ma che soprattutto l’approccio delle persone con la
navigazione è diverso. Ci sono infatti persone che al massimo un giorno ogni
due hanno il bisogno fisico di sgranchirsi le gambe sulla terraferma, di avere
sotto i piedi qualche cosa che non si muova, magari di leggere il giornale,
oppure di prendere un caffè espresso. Noi possiamo non capire queste esigenze,
però dobbiamo rispettarle, soprattutto perché avere in barca qualcuno di
pessimo umore, rende il clima teso e difficilmente anche le altre persone si
godranno la vacanza.
Chi è abituato alla vita di barca, ha ormai imparato a farsi la doccia
utilizzando pochissima acqua, chi invece non ha la nostra esperienza, può
essere che ne usi molta, essenziale pianificare soste in porti dove poter
riempire i serbatoi abbastanza spesso (anche in questo caso una volta ogni due
giorni è sufficiente).
Naturalmente riuscire a conservare acqua in modo da non rimanere mai senza è
anche una questione di disciplina a bordo. Chiunque salga su una barca sa che l’
acqua è un problema, dunque, senza fare drammi, chiediamo da subito, il primo
giorno, che nessuno sprechi acqua inutilmente, che non ci si faccia la doccia a
metà pomeriggio, ben sapendo che dopo ci si ritufferà in mare e si farà di
nuovo la doccia. Chiediamo di fare la doccia con degli accorgimenti, cioè
chiudendo l’acqua mentre ci si insapona. Insomma, chiediamo da subito di fare
attenzione a questo problema e cerchiamo di far si che tutti rispettino queste
richieste.
La disciplina però è essenziale anche quando si parla di collaborazione alla
vita di bordo. Non tanto alla conduzione della barca, perché c’è chi è più o
meno sportivo, più o meno velista, più o meno portato, ma quando invece si
parla di cucinare, lavare i piatti, mettere in ordine, pulire la barca. Beh
allora è essenziale che tutti diano il contributo, perché niente crea più
malumore di vedere sempre le stesse persone, tranquille e beate a prendere il
sole, mentre gli altri lavorano, puliscono o riordinano.
Inoltre, un altro argomento spinoso, che dovrebbe riguardare l’educazione di
ognuno, ma non sempre è così, è il sonno degli altri.
È importante che lo skipper chieda sempre di rispettare chi sta dormendo. Tutto
sommato si è tutti in vacanza, se uno vuole andare a dormire per primo la sera,
è giusto che possa farlo, senza che gli altri tengano la musica a tutto volume.
Così come la mattina, non è detto che il primo a svegliarsi debba per forza
tirare giù tutti dal letto. Ricordiamoci che le persone riposate sono
sicuramente più di buon umore!
In ultimo, sembrerà banale, ma tenere occupata la gente è l’unico modo per
evitare la noia. In barca, specialmente se in flottiglia, si ritorna tutti un
po’ bambini e si recupera la voglia di giocare. Inevitabile
quindi lo spirito della regata, ma non solo… I gavettoni ad esempio non possono
mai mancare in una vacanza in flottiglia. Alcuni tra i momenti più divertenti
si consumano in battaglie all’ultimo sangue a chi riesce a bagnare maggiormente
la barca avversaria, magari mirando ai boccaporti, per fare danni anche all’
interno. In questi casi è la fantasia che la fa da padrona. Durante una lunga
navigazione si può inventare un fumetto con le scene più divertenti appena
vissute. La sera si può improvvisare una gara di cucina e, per coinvolgere
tutti, anche una gara per come viene resa l’ambientazione della ricetta
(cuscini a prua, candele, tende fatte con i pareo, un servo con il turbante…).
Queste sono solo alcune idee, naturalmente tutte rese più divertenti dalla
presenza di numerose barche e tante persone, però davvero non è da
sottovalutare l’effetto rilassante e quasi curativo del sentirsi nuovamente
bambini. Lasciate andare la fantasia e inventate giochi, passatempo, premi
speciali, concorsi fotografici particolari… gli equipaggi ve ne saranno grati,
senza nemmeno rendersene conto e, a distanza di anni, nemmeno vi ricorderete il
nome della baia con la spiaggia bianca e il relitto, oppure del paesino
tutto arroccato nel Peloponneso meridionale, ma vi ricorderete benissimo il
vostro amico con le tasche piene di gavettoni che si fa esplodere in dinette
come un kamikazee, oppure le tre amaca legate una sopra l’altra e la secchiata
a cascata sul primo e poi giù.
di Ambrogio Rocca