La prima delle Ionie (47 miglia circa da Leuca) a nord di Corfù è difficilmente raggiungibile in traghetto, ne giova quindi l’atmosfera che rimane sonnacchiosa anche in pieno agosto. L’idraulico del paese, se non ha da fare, vi porterà sul cassone del suo pick-up a fare un giro nell’interno. Nel vecchio centro sulle montagne con le casette di sasso e la chiesa bianca, un vecchino spuntato chissà da dove vi proporrà il suo ottimo miele. Qui c’è una sola spiaggia con possibilità di atterraggio: Calypso, affascinante e misteriosa come la ninfa dell’Odissea, che la leggenda vuole vivesse proprio qui.
La scogliera bianca che la chiude ricorda quella della baia del relitto di Zante. Sul lato NO qualche grotta facile da ispezionare. L’acqua è trasparente e passa dal bianco all’azzurro-verde intenso. Igoumenitsa e Paxos Se per qualche ragione vi tocca una sosta a Igoumenitsa, una cattedrale nel deserto di rara tristezza, non disperate, la baia di Valtou renderà questa tappa non solo piacevole ma augurabile.
A NO dell’omonimo golfo tra la foce del fiume Thiamis (state lontano dai bassifondi che la contornano) e punta Vatatsa si apre una profonda rada selvaggia la cui ultima insenatura è un perfetto riparo per una notte tranquilla interrotta solo dai guizzi dei pesci che al tramonto saltellano intorno alla barca. Paxos è la più amata dagli italiani, tanto da farvi dimenticare di essere in Grecia, Logos però, piccolo porticciolo con panetteria e baretti raso acqua, riuscirà a conquistarvi con quella quiete e colori che vi aspettate di trovare da queste parti. Gaios è bellissima, una vera cartolina, ma che confusione; non si trova un buco neanche a piangere. Dopo averla vista se volete dormire tranquilli in un sito ameno, Monogonisi sulla punta sud è un’ottima alternativa.
Poco più a sud ad Antipaxos, dopo la famosa e affollata baia di smeraldo, una serie di insenature sono un’ottima possibilità per un ormeggio in totale relax. Verso Lefkas Questa porzione di terraferma non è priva di attrattive e quindi merita almeno di essere costeggiata da vicino. La baia delle due rocce vale una fermata: è una rada spettacolare e abbastanza protetta, gli adepti del dingy side-seeing saranno soddisfatti, esplorando tutti gli anfratti che con la barca non potreste avvicinare.
Tra Lefkas e la terraferma le meraviglie sono molte e forse non basterebbe una crociera per conoscerne la metà. Tra le tante indichiamo quelle che si trovano nella parte orientale. Kalamos è come un grande panettone bislungo ricoperto di pini lussureggiani che arrivano fino ad ombreggiare la battigia. Il lato orientale dell’isola è ricco di spiagge, grotte e scogli stratificati. L’acqua in alcuni punti è verde smeraldo. Nel porticciolo principale c’è qualche ristorantino e un minimarket, ma se vi avventurate per la salita che porta al villaggio sarete soddisfatti dal colore locale; per una cena alla buona considerate la macelleria Marvrogalos che la sera diventa anche taverna.
A sud dell’isola lo sperduto porto Leone, con le rovine di un antico villaggio e un mulino sulla punta sud. A est di Kalamos si trova l’isola di Kastos bassa e coperta di olivi, è indicata per chi cerca quiete. Nella costa orientale qualche ridosso sicuro e a nord del paese ci sono alcune belle spiagge dove fare il bagno. Il porticciolo/rada di Kalamos mantiene un’atmosfera autentica. Se dopo queste due isole volete fare acqua e un po’ di spesa risalite qualche miglio verso nord e approdate a Mityka, senza farvi intimidire dall’apparente insignificanza del luogo: una volta scesi a terra vi conquisterà con le sue ottime taverne di pesce e non, con un sorprendente rapporto qualità prezzo, oltre allo spirito paesano e sincero degli abitanti.