20 July 2017

La Laguna di Hemingway

Estate nella bellezza antica della Lagina veneta di Caorle, meta prediletta dallo scrittore americano. Nella riserva di caccia di Valle Grande ambientò e scrisse il romanzo "Di là dal fiume e tra gli alberi"
Da queste parti i verdi e flessuosi canneti sembrano ricoprire all’infinito ogni lembo di terra bruna e umida. Acque immote prendono il colore salvia della natura che sembra volerle imprigionare e spezzettare in tanti canali a volte ampi come laghi, altre volte stretti vicoli d’acqua. Il mare agitato e le città caotiche sembrano lontani anni luce in questa pace assoluta dove regna l’armonia. Moltitudini di uccelli di varie razze galleggiano placidi e osservano passare il gommone che ci porta a bassa velocità alla scoperta di questo mondo. Altri volatili, dalle lunghe zampe e dal becco appuntito, si rifugiano veloci nel fitto della vegetazione. Pattuglie di rumorosi gabbiani bianchi si muovono in un cielo profondo. Il sole, enorme e abbagliante scalda l’aria e il corpo. Una brezza gentile fa danzare le chiome piumate dei canneti e racconta storie di laguna dove il mare entra solo in punta di piedi.

Dove l’invadenza dell’uomo è rimasta lontana a beneficio della natura che da qualche anno è protetta da regole forti. Questo territorio di selvaggia e antica bellezza si estende nell’entroterra e lungo il tratto di mare che bagna le cittadine balneari di Caorle e Bibione. Questa terra di mezzo tra Veneto e Friuli conserva intatte tradizioni come la pesca del bisatto (anguilla) e di altri pesci di valle. Le tipiche barche in legno dal fondo piatto scivolano nel labirinto di canne e acqua.
Grandi bilance (reti quadrate) dotate di motore elettrico vengono issate e adagiate sul fondo delle barche piene di grandi cefali. Qui un uomo, grande viaggiatore decise di stabilirsi per qualche tempo. Rapito dalla quiete mai noiosa di un luogo che a una vista superficiale sembra immobile lo scrittore Ernest Hemingway ne rimase stregato, affascinato dalla bellezza calma della laguna.

Terra, fiumi e mare si abbracciano, si intrecciano in modo indissolubile in un’armonia che invita alla riflessione, al dialogo con una natura diversa da cui nasce un rapporto fantasioso, che qui è realtà. Hemingway rimase tanto innamorato di questo territorio antico che gli dedicò un libro “Di là dal fiume e tra gli alberi”, scritto nella riserva di caccia di Valle Grande tra Caorle e Bibione. Scritto nel 1948, pubblicato negli Stati Uniti nel 1950 e venduto in Italia nel 1965.

Caorle antica

L’incantevole centro storico di Carole è da non perdere, le mura antiche di case ben restaurate e le stradine lastricate di pietra lucida che sfociano inevitabilmente su una piazzetta luminosa, trasudano storie di vita quotidiana dei pescatori veneti. Questa autentica perla dell’Adriatico si trova a poca distanza dalla bella e organizzata darsena dell’Orologio di Caorle dove siamo saliti a bordo della nostra house boat per inoltrarci poi nel dedalo della laguna con il piccolo tender.

Velocità minima e minima onda sollevata dal motore fuoribordo la cui elica “frulla” le verdastre acque del canale. Passiamo sotto a un basso ponte girevole che viene ancora manovrato a mano e girato spingendo su una specie di barra del timone posta al centro del ponte che aziona un meccanismo di ingranaggi semplici, ma efficienti. Dopo una manciata di miglia gli argini spariscono come inghiottiti dall’acqua e la laguna appare infinita e senza ostacoli.
I canali navigabili hanno profondità più che sufficienti per le eliche e le chiglie delle barche a motore. Indicazioni di tipo stradale permettono di muoversi con sicurezza tra i rami dei fiumi e le anse serpeggianti intrappolate nei fitti canneti. I casoni, le tipiche abitazioni con il pavimento in terra battuta, le pareti e il tetto di canne essiccate, sono ancora di vedetta. I loro tetti spioventi svettano tra i ciuffi delle canne.
Ogni pochi anni i fasci di canne devono essere sostituiti per assicurare l’impermeabilità e la coibentazione necessaria per vivere all’interno di queste abitazioni anticamente rifugio dei pescatori, oggi trasformate in lussuose dimore. Le miglia percorse seguendo il sinuoso percorso del canale che abbiamo deciso di navigare sono un susseguirsi di emozioni e scoperte. Guizzi di pesci, gabbiani appollaiati su scure bricole e candidi cigni.

Porto Falconeria

Il porto rimane a dritta mentre la nostra prua punta nuovamente verso l’interno della laguna. La rotta di canale in canale è verso Bibione, ma prima non resistiamo al richiamo della specialità del posto. Polenta e pesce fritto sono una squisitezza imperdibile, e un buon bicchiere di Prosecco freddo è il connubio ideale.

Lungo la “strada” d’acqua si incontrano segnali che indicano trattorie raggiungibili solo in barca. Approdiamo lungo il pontile di Mazarack e, dopo aver ormeggiato tra le bricole, ci infiliamo sotto alla pergola della trattoria attirati dall’invitante profumo di frittura mista e polenta abbrustolita. La navigazione riprende lenta verso il marina di Bibione.

La casa di Hemingway

Appena doppiata un’ansa stretta del canale, arriviamo a Valle Grande ed ecco apparire la casa in muratura dalla delicata tinta paglierino che ha ospitato il famoso scrittore. La passiamo lentamente e non possiamo fare a meno di immaginarlo seduto su una sedia impagliata che abbandona lo sguardo sull’orizzonte libero della laguna.
Ci perdiamo anche noi con lo sguardo verso le montagne lontane che sembrano vegliare su luoghi senza tempo, immutato con le sue acque e correnti che ne modellano il labirinto. Le canne perennemente in movimento e più in fondo i filari di alberi spezzano il paesaggio.
La Brussa, così si chiama il territorio abbracciato dai fiumi Tagliamento e Livenza che si estende fino al mare. Campi coltivati strappati al pantano della laguna nei primi anni sessanta si trasformano in pineta giungendo in prossimità dell’Adriatico.
Porto Baseleghe e Bibione Pineta ci accompagnano verso il mare aperto. Le lunghe spiagge sabbiose scorrono a dritta mentre procediamo sull’acqua verso l’ingresso del fiume che separa Porto Santa Margherita da Caorle. La chiesetta dei pescatori con il campanile cilindrico si allunga sul mare e sembra sfidarlo.
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