21 July 2017

Kamana Sailing Expedition, tutto pronto per il Passaggio a Nord Ovest

L’equipaggio del Plum, il Solaris 72 di Kamana Sailing Expedition, è pronto a tentare il Passaggio a Nord Ovest, uno dei grandi miti dei navigatori di tutte le epoche. Barca ed equipaggio sono al momento a sono a Nome, in Alaska, in attesa di una finestra meteo favorevole
L’equipaggio del Plum, il Solaris 72 di Kamana Sailing Expedition, è pronto a tentare il Passaggio a Nord Ovest, uno dei grandi miti dei navigatori di tutte le epoche. Un passaggio che collega l’Oceano Pacifico con l’Atlantico, a Nord del Canada. Barca ed equipaggio sono al momento a sono a Nome, in Alaska, in attesa di una finestra meteo favorevole.

A capo della spedizione c’è Enrico Tettamanti, uno dei più esperti navigatori italiani, con sette passaggi a Capo Horn e venti traversate oceaniche al suo attivo, e che a poppa si è già lasciato più di 190 mila miglia. Se la spedizione dovesse andare a buon fine sarebbe la prima volta che un equipaggio italiano riuscirà a compierlo “contromano”, da Ovest a Est. Nel corso degli anni solo altre due volte l’impresa è riuscita a nostri velisti, ma nel senso "normale", quello più battuto e anche più facile: da Est a Ovest.

Il passaggio è lungo 2.500 miglia e impiegheranno, se le condizioni meteo saranno favorevoli, circa 20 giorni, con arrivo a Nuuk, in Groenlandia. L’elemento che condiziona tutta la spedizione è ovviamente il ghiaccio. Una volta impossibile o difficilissimo, con il surriscaldamento climatico degli ultimi venti anni il passaggio è diventato più affrontabile. In un luogo dove è tutto ghiacciato dal 20 settembre ai primi di luglio, il momento buono, quello per il passaggio più a Nord, è tra il 20 di luglio e il 15 agosto. La temperatura va dallo 0 ai 5 gradi, e un altro grande problema saranno le fitte nebbie che spesso calano sul mare.

In particolare quest’anno sembrava essere una stagione molto favorevole per l’attraversamento del passaggio a NW (e purtroppo pessimo per il nostro pianeta), ma il mese di maggio è stato contrassegnato da molte burrasche e abbondanti nevicate che hanno ricompattato i ghiacci e la situazione è diventata un più complicata. Ci sono stati anni in cui passare è stato molto semplice (ad esempio il 2012) e anni in cui nessuno è passato (2014).

Con lui anche moglie, figlio e amici

La filosofia di navigazione di Enrico e del suo equipaggio è particolare, il motto è La vela estrema, a portata di tutti. Dal 2011, da quando è nata Kamana Sailing Expedition ha portato in giro per il mondo, nei suoi luoghi più nascosti e ad ogni latitudine, più di 400 persone, di tutte le età e livello di esperienza. Ha navigato con marinai esperti, ma anche con chi non aveva messo piede in barca.

E non è un caso che per questa impresa saranno con lui anche la moglie Giulia Azzalli, il figlio Kay (in hawaiano significa Oceano, un anno e 5.000 miglia già percorse per mare) il suo socio, anche lui con sua moglie e i quattro figli (dagli otto ai quindici anni di età), oltre ad altri tre velisti professionisti. E lo spirito con cui viaggiano non è quello della conquista, della competizione, del record a tutti i costi, ma quello di “Navigare in tutto il mondo, nel rispetto della natura e dei suoi ritmi. Raggiungere gli angoli più remoti del globo, su una barca a vela, in silenzio”.

Sarà possibile seguire Kamana Expedition sul loro blog, con il diario di bordo, foto, filmati e 'aggiornamento della loro navigazione con live-map su Kamana.life, Tutte le news anche su Facebook. Enrico è contattatabile via skype.

La rotta

Kamana Expedition prima di arrivare alle alte latitudini era stata a Baja California per la stagione invernale 2016/2017. È salpata da La Paz il 10 maggio per Honolulu (Hawaii) e il 5 giugno per Dutch Harbour, nelle isole Aleutine, in Alaska. Da qui un trasferimento 650 miglia più a Nord, a Nome sempre in Alaska, nel mare di Bering.

Da lì aspetterà la “finestra meteo/ghiacci” giusta per iniziare la rotta verso l'Atlantico, via Mar Artico.
Il percorso che farà sarà quella che viene definita la Route 6, la più sicura, che viene compiuta in entrambe le direzioni. Ci sono in totale sette rotte, ed è interessante (e inquietante) notare che una volta ce n’era una sola, molto a Nord. Poi lo scioglimento dei ghiacci polari ha aperto nuove vie.

Da Nome Kamana attraverserà lo stretto di Bering tra capo Dežnëv, il punto più a est del continente asiatico, e capo Principe di Galles, il punto più a ovest del continente americano, e poi metterà la prua a Est, attraversando il mare Beaufort, a nord dell’Aalaska.
Poi Entrerà in territorio artico canadese e in particolare farà tappa a Cambridge Bay su Victoria Island, dove a Enrico, Camilla e Massimo si unirà il resto dell’equipaggio. Poi rotta ancora a Est verso Gjoa Haven su King William Island e poi di nuovo Nord per passare nel Canale di Fort Ross (tra Gibson Island e Somerset Island) per poi passare a Nord dell’Isola di Baffin e entrare nella baia omonima. Quindi si arriva nello Stretto di Davis, di fronte alla Groenlandia, in Atlantico, e poi infine Nuuk, la capitale della Groenlandia.

Nel complesso sono 2.500 miglia da Nome a Lancaster Sound che segna il completamento del passaggio a NW e 3.500 fino a Nuuk. La rotta, nel dettaglio è: Bering Strait, Chukchi sea, Beaufort Sea, Amundsen Gulf, Corination Gulf, Simpson Strait, Rae Strait, Bellot Strait, Prince Regent Inlet, Lancaster Sound, Davis Strait.

Cosa significa compiere il passaggio a Nord Ovest

Il ghiaccio, ovviamente, è il fattore principale per da tenere sotto controllo. Per misurare la sua presenza si usano due indicatori principali, la copertura (in percentuale) e lo spessore (in centimetri). Ci sono dei siti specializzati per avere le “Ice Charts”. Su Kamana Expedition, grazie a sistemi satellitari all'avanguardia, sono in grado di fare analisi meteo approfondite ma, per avere un ulteriore confronto e un supporto da dei professionisti utilizzano il servizio di Commander's Weather. Da anni Enrico Tettamanti, per le traversate importanti, utilizza i loro preziosi servizi. Il rilevamento avviene grazie ai satelliti. Serve che ci sia una copertura massima del 30%, e uno spessore di massimo di 15 cm.
  • Non bisogna restare bloccati, soprattutto per uno scafo in vetroresina come quello di Kamana Expedition. Ecco che bisogna calcolare con precisione se, una volta iniziata la traversata, continuare nel tentativo di passaggio o se tornare indietro e quindi Individuare il punto di “non ritorno”. Esistono porti dove “svernare”, ma per gli scafi in vtr è sostanzialmente inaffrontabile.
  • In quanti, in passano? La statistica dice circa il 20% sul totale dei tentativi. Considerando solo gli equipaggi più esperti e con professionisti della vela a bordo (come su Kamana Expedition) si sale a circa il 40%
  • Chi compie la rotta da W a E, come Kamana, deve essere particolarmente conservativo. Il ghiacci si aprono prima a Ovest, poi a Est. Il che significa che il passaggio può iniziare prima, ma anche che anche la via del ritorno si chiude prima.
  • Si naviga principalmente a motore, Kamana Expedition conta di percorre circa 70/80 miglia al giorno in presenza di ghiaccio (si viaggia a circa 3 nodi di velocità di avvicinamento). Quando l’acqua è libera le medie ovviamente si alzano molto, fino a 150/180 miglia al giorno (circa 7 nodi) anche quando c’è la nebbia, non si può perdere tempo vista la brevità della finestra meteo disponibile.
  • La temperatura media è di 0/5°, ma il riscaldamento di bordo è molto efficiente… Un aspetto positivo è che c’è luce 24 ore al giorno. Uno dei problemi principali è la nebbia, spesso fitta e persistente, soprattutto sul tratto orientale del passaggio. Il mare all’opposto, generalmente non alza tantissima onda, si naviga in zone protette. Il punto più impegnativo, per questo aspetto , non a caso, è quello iniziale a Punta Barrow (l’angolo più in alto e a Ovest dell’Alaska) dove si fa sentire il fetch di tutto il Mare Glaciale Artico.

Barca e dotazioni

Il Plum, questo è il nome della baca di Kamana Sailing Expedition, è un elegante cutter Solaris 72 dei cantieri Se.Ri.Gi di Aquileia, batte bandiera Maltese, l’equipaggio è italiano. È un progetto di Doug Peterson e di Dick Young, che ne ha curato il design. Ha 5 cabine, è lungo 21 metri, largo 5,64, disloca 43 tonnellate per un pescaggio di 3,0 metri, disegnato e poi ottimizzato per navigare ovunque, dai Poli all’Equatore, nella massima sicurezza e autonomia (ha 2.000 litri si riserva d’acqua e 1.500 di gasolio). A differenza della maggior parte delle altre barche che navigano alle latitudini estreme non è né in alluminio né in acciaio, ma in vetroresina.

A bordo ci sono un generatore da 17,5 kW un impianto di riscaldamento a Webasto a gasolio (oltre a quello dell’aria condizionata). A bordo ci sono anche un sacco di “giochi”: 5 kitesurf, un windsurf, un kayak, 4 kit completi per le immersioni, con compressore Bauer e bombole da 12 litri; c’è poi una dotazione completa per fare qualsiasi ripresa o fotografia, anche sott’acqua o dall’aria (i droni sono tre); c’è, soprattutto una dotazione professionale di strumenti per navigazione, sicurezza e per le comunicazioni, tra cui: due radar, tre satellitari (un Iridium Pilot con stazione fissa a bordo per voce e dati alta velocità, un'altra dock station con un Iridium Extreme, per dati/voce ed un Iridium Extreme per emergenza) , PC di bordo con MaxSea per la cartogarfia. E poi Epirb, Ais, Ais Mobile e l’InReach di Garmin (con la casa americana c’una partnership per la strumentazione).

Tutto l'equipaggiamento tecnico personale (cerata, intimo termico, secondo strato...) è stato fornito dalla Montura, che ha studiato molti capi ad hoc per questa spedizione. Enrico Tettamanti è testimonial della linea nautica di Montura, marchio di altissima qualità e punto riferimento per la realizzazione di capi tecnici per la montagna.

Il primo a compiere il passaggio a Nord Ovest

Fu il norvegese Roald Amundsen che ci impiegò tre anni, dal 1903 al 1906, sul GjØa un peschereccio per la pesca delle aringhe convertito alla nobile impresa (che partì appena i tempo prima di essere bloccato dai creditori che volevano indietro i loro soldi).
I primi a riuscirci in un solo anno furono i canadesi della Reale Polizia a cavallo, solo nel 1944, con lo schooner St. Roch.
Il primo diportista a riuscirci? Willy de Roos, Nel giugno 1977 con il suo 13 metri Williwaw, battente bandiera belga. De Roos non solo fece il passaggio, ma continuo “dritto” fino al suo ritorno in Belgio passando da Capo Horn, fu quindi il primo non professionista anche a circumnavigare tutte le Americhe.

Quali barche italiane da diporto hanno fatto il passaggio a nw?
Sono state due, entrambe nel 2102, ma entrambe da Est verso Ovest. Passarono il Billy Bud, 30 metri bandiera inglese, ma equipaggio professionista in gran parte italiano, a cominciare dall’armatrice e comandante Mariacristina Rapisardi; e anche il Best Explorer cutter in acciaio di 15 metri dell’armatore torinese Nanni Acquarone. Una spedizione interamente autofinanziata a nome dell'Associazione Arctic Sail Expeditions, battente bandiera italiana.
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