21 September 2013

Kamaxitha

Equilibrio e pulizia di linee in un superyacht senza eccessi dove il gusto marinaro classico si sposa con la più avanzata tecnologia e prestazioni esaltanti che abbiamo vissuto a bordo in una veleggiata in Croazia...

Kamaxitha

 

Un superyacht è sempre un sogno che si realizza: quello dell’armatore. La sua è la logica che conta: il progetto sarà tanto più riuscito, quanto più avrà dato corpo ai desideri, anche oltre le aspettative. E’ il caso del Kamaxitha dove la professionalità di Royal Huisman, del project manager Jens Cornelsen e dei progettisti hanno saputo, attraverso un confronto continuo, dar vita a un sogno.

Il risultato è un raffinato ketch di 55 metri spirit of tradition, di raro equilibrio e pulizia con un livello di tecnologia da fare impallidire un’astronave. 

Lo scafo è in alluminio, materiale in cui il cantiere ha un kow how inattaccabile, mentre l’alberatura in carbonio (56,80 metri di albero di maestra) prodotta da Rondal, azienda partecipata da Royal Huisman, può inalberare fino a 2.449 metri quadri di vele per planare a 25 nodi sull’onda lunga oceanica. La predisposizione a prestazioni esaltanti non deve sorprendere quando il progettista è lo studio Dykstra, senza rivali in scafi classici, ma con appendici da racer di ultima generazione.

L’incredibile velatura è bilanciata da una deriva a lama con un bulbo a siluro di 65 tonnellate profonda 6,75 m. Il resto del fondo è piatto come una barca della Volvo Ocean Race con un timone a lama sospeso in carbonio. Un mastodontico sistema con tre pistoni idraulici permette di sollevare la deriva per quasi tutta l’altezza dello scafo riducendo il pescaggio a 4,5 metri.

Appena issate le vele in un attimo si è già superata la velocità del vento con un angolo di bolina di 35° con il vento apparente. La barca si inclina un po’, ma poi si ferma, stabile viaggia come su un binario, si ha la sensazione di essere in un’armonia assoluta. Abbiamo provato a poggiare fino al lasco e sembrava di essere fermi, ma il log segnava 6 nodi!

Tutte le manovre sono silenziose e scorrevoli grazie a un impianto idraulico perfettamente calibrato che, per funzionare a seconda dell’energia idraulica necessaria, impiega uno, due generatori e anche il motore nei massimi momenti di picco.

Il dritto di prua a piombo, senza slancio, è molto moderno, ma in questo caso si ispira alle barche nordiche da pesca o da carico che, montano un lungo bompresso sul quale sono agganciate le vele di prua. Per rispettare l’affilata eleganza di questa prua sottile l’àncora viene liberata da sotto lo scafo.

La coperta, nella coerenza del suo stile retrò, è di una pulizia assoluta. Le uniche sopraelevazioni sono le due deck house, rispettivamente della cabina armatoriale e del salone centrale, e il tambucio per accesso alla zona equipaggio...

L'ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO DI BARCHE DA SOGNO IN EDICOLA

Tags

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove