Il Marlin 23 è un battello interessante per le linee originali dei tubolari e
del roll-bar e anche per la presenza di soluzioni intelligenti e pratiche. Il
Marlin non è solo il frutto dell’abilità di un progettista al computer, ma
porta il tocco di chi in mare ci va davvero. La vetroresina è liscia e molto
curata, così come sono ben congegnati gli interni dei vari gavoni posizionati a
prua e a poppa, dotati di aperture assistite da pistoni idraulici. I cuscini
sono ro...
Marlin 23
Il Marlin 23 è un battello interessante per le linee originali dei tubolari e
del roll-bar e anche per la presenza di soluzioni intelligenti e pratiche. Il
Marlin non è solo il frutto dell’abilità di un progettista al computer, ma
porta il tocco di chi in mare ci va davvero. La vetroresina è liscia e molto
curata, così come sono ben congegnati gli interni dei vari gavoni posizionati a
prua e a poppa, dotati di aperture assistite da pistoni idraulici. I cuscini
sono robusti e realizzati con uno sky che non si appiccica alla pelle e sono
numerosi gli inserti in teak a prua e a poppa. I tubolari sono in Neoprene
Hypalone, divisi in cinque compartimenti, con grammatura di 1.300 gr/m2. Dodici
le persone trasportabili, che si possono accomodare sulle quattro sedute
offerte: due davanti alla consolle di guida, due sulla panca di pilotaggio e
otto sulle doppie panche di poppa, che si trasformano in prendisole. Abbiamo
apprezzato la sede per l’anulare di emergenza, per cui solitamente è
impossibile trovare una sistemazione razionale, ricavata nello stampo della
seduta di pilota e passeggero. Pratica anche la consolle di guida apribile
anteriormente, che consente di montare senza problemi qualche accessorio in
plancia. Un battello esteticamente valido e ben realizzato, con un propulsore
dalle grandi prestazioni anche se non parco nei consumi.
Prova
Si è svolta sul lago Maggiore, in condizioni meteo buone e con poco vento. Due
le persone a bordo e pieno di carburante. Nota positiva per la rumorosità: al
minimo il motore quasi non si sente, tanto che viene voglia di girarsi verso
poppa per constatare se il motore è acceso o meno. Timone e manette sono
leggerissimi, merito del sistema di smorzamento delle vibrazioni a quattro
punti, tipico della serie Verado e del sistema elettronico di comando del gas
Smart Craft. Se da un lato la leggerezza è una gioia nelle manovre in porto,
dall’altro può essere fonte di instabilità alle alte velocità: perciò avremmo
preferito che ci fosse il classico pomello meccanico di indurimento sul
piantone dello sterzo. La risposta al comando del gas è fulminea, come ci si
aspetta da un motore da trecento cavalli su un battello da meno di una
tonnellata. La progressione è divertentissima, con un’accelerazione fluida e
costante da 2.000 a 4.000 giri in cui si passa da poco meno di dieci nodi a
circa trentatre. Ma qui inizia il bello: affondiamo la leva del gas e il motore
comincia a spingere ancora più forte e vediamo spostarsi a destra la lancetta
del contagiri senza incertezze di 500 giri in 500 giri, superando i 6.000 giri.
A questo regime il Gps registra 53 nodi e al massimo, 6.350 giri, tocchiamo i
54,5 nodi. Ciò che impressiona è la facilità con cui si superano i 40 nodi.
Carena e tubolari hanno un comportamento neutro e preciso anche in presenza di
piccola onda e non abbiamo riscontrato scricchiolii delle sovrastrutture in
vetroresina.