Grande grinta per un motore derivato dal mondo delle competizioni. Risposta pronta all’apertura del gas e poi erogazione graduale e controllata. Ottime sia la velocità massima che l’accelerazione. In casa Mercury, il successo dei motori OptiMax ha favorito lo sviluppo di una nuova potenza, la più alta di una gamma che ora si compone di 7 modelli da 135 a 250 cv. E’ un segnale che testimonia come Marine Power, pur proseguendo nello sviluppo dei 4 tempi, continui a credere nel mercato dei 2 tempi, ed in particolare in quelli ad iniezione diretta, gli unici in grado di rispettare le norme antinquinamento. Il fuoribordo è stato presentato a Rimini, in occasione di un importante incontro con la stampa nazionale e con tutti i tecnici e concessionari Mercury. La definizione HP, “High Performance”, che accompagna la sigla 250XS, sottolinea che si tratta di un motore ad alte prestazioni, derivato dalla lunga esperienza maturata dall’azienda americana nelle competizioni. Prima di essere immesso sul mercato, questo fuoribordo ha superato severi test in gara ed ha regalato alla Mercury prestigiosi titoli. Il modello è stretto parente del 200XS, che nella scorsa stagione ha conquistato il Campionato Mondiale Circuito Endurance, vincendo sia la 24 ore di Rouen, sia la 6 ore di Milano. Il 250 XS impiega un’unità termica da 3 litri con due bancate da tre cilindri ciascuna, disposte a V di 60°. Utilizza canne e pistoni speciali, di derivazione sportiva; le tenute delle testate sono del tipo “O-ring” e permettono di far girare il motore con pressioni più elevate di circa il 15%, rispetto a quelle sino ad ora utilizzate sugli OptiMax. Il funzionamento è quello tipico dei motori a 2 tempi ad iniezione diretta, con immissione della miscela aria/carburante direttamente in camera di scoppio, prima dell’accensione, quando le luci di scarico sono già chiuse. Il sistema OptiMax si differenzia dagli altri motori ad iniezione diretta in quanto l’aria viene iniettata a pressioni elevatissime (su questo modello addirittura a 95 psi), con un getto che investe il carburante (pressato a 110 psi) nebulizzandolo perfettamente. L’alta concentrazione di ossigeno favorisce una perfetta combustione e permette di ridurre i consumi, soprattutto ai regimi medio bassi. Per portare in pressione l’aria viene impiegato un piccolo compressore, comandato meccanicamente dal motore e raffreddato ad acqua. Il carburante è compresso da due pompe elettriche, poste in cascata, una dopo l’altra. Ogni cilindro è provvisto di un proprio iniettore e viene gestito in modo indipendente, attraverso sensori e controlli disposti dalla centralina elettronica che regola la miscelazione istantaneamente, per ottenere il migliore rapporto prestazioni/consumi, in qualsiasi condizione di lavoro. Il processore elettronico controlla, inoltre, i tempi di accensione di ciascuna candela, in funzione del regime di rotazione. La lubrificazione è curata da un sistema multipoint che dosa la quantità di olio in modo da ridurre al minimo il consumo e l’inquinamento. Il controllo separato di ciascun cilindro (la miscelazione, l’accensione e la lubrificazione sono tutte indipendenti) rende più complessa e più costosa l’impiantistica del fuoribordo, ma permette anche di ottenere prestazioni migliori, grazie ad una verifica più capillare del suo funzionamento. Anche su questo motore è impiegato il nuovo sistema di controllo e visualizzazione dei dati SmartCraft, che adotta strumenti multifunzione, per fornire ogni sorta d’informazione sulle prestazioni e sulle condizioni di funzionamento. L’Engine Guardian interviene in caso di eventuali avarie per ridurre al minimo ogni rischio di danni al motore. Infine un consiglio che scaturisce da una semplice considerazione: su questo fuoribordo l’elettronica rappresenta un elemento essenziale per il funzionamento del motore; per evitare guasti, la centralina provvede immediatamente a ridurre la potenza ed il regime di rotazione nel caso in cui la tensione della batteria non sia compresa nel campo da 11,5V a 16V. Con valori inferiori o superiori (causati ad esempio dalla rottura di un elemento della batteria) i circuiti elettronici potrebbero guastarsi.