14 August 2018

Il meteo in estate

Attraverso un racconto di vacanza un articolo diverso sulla meteo dedicato a chi è già in mare o si appresta ad esserlo. Per imparare ad affrontare il mare d’estate con la sua bellezza e le sue insidie
di Paolo Gemelli
Sono i primi anni ‘90 e le estati sono scandite dal ritmo degli esami all’università e, molto di più, dal trascorrere dei giorni in attesa di partire per le vacanze in barca che, inesorabilmente, passano rapidissime. Così, dopo settimane a vagabondare tra Corsica e Sardegna, capita di dover pensare al ritorno a casa.

Quando la somma delle età di un equipaggio di 4 persone non arriva a 80 non è raro che si tergiversi fino all’ultimo prima di riprendere la rotta di casa e affrontare gli esami d’autunno. Con internet agli albori, la sola fonte di informazioni meteo a nostra disposizione era il canale 68 del vhf con la voce metallica del Meteomar che presagiva per quella notte temporali e vento forte associati a una piccola depressione sul mar Ligure. Sì, proprio per l’ultima notte possibile per attraversare tra capo corso e Rapallo, prima di incappare in un ulteriore peggioramento che avrebbe reso decisamente avventurose le ultime miglia.

Una cena con il sapore amarognolo del rientro e poi la discussione. Al calare della sera il partito del ‘rientro a tutti i costi’, sostenuto dalla componente femminile del gruppo, si scontrava con l’ipotesi di una tanto pacifica quanto indeterminata sosta in porto in attesa di tempi migliori. Una scena che ogni estate si ripete su tante barche.

Andare o restare ? È l’interrogativo a cui armatori e comandanti devono rispondere di fronte a equipaggi e famiglie in ansia per il meteo. Circa dieci anni dopo, stesso periodo. Un amico mi telefona: «siamo a Macinaggio e dobbiamo rientrare, ma qui danno temporali e sud ovest forte. Che si fa?». È la storia che si ripete. So che ci sono ospiti da sbarcare e aerei da prendere, ma provo a spiegare. «Partire adesso è un rischio, c’è Mistral sul Golfo del Leone e la pressione sul mar Ligure sta scendendo rapidamente. State in porto o non sarà divertente».

IL MISTRALE, CON CUI FARE SEMPRE I CONTI


So di aver creato problemi, ma partire sarebbe stato peggio. Il Mistral è una condizione frequente sul Mediterraneo occidentale; quando l’anticiclone delle Azzorre arriva a lambire la Costa Azzurra le isobare “si ammucchiano” a ridosso delle Alpi creando un forte flusso di venti da nord ovest sul Leone e generando una depressione sul mar Ligure dovuta a effetti di turbolenza.

Lo scenario diventa complesso e confuso con bollettini meteo che, suddividendo le zone di mare in maniera differente, forniscono informazioni spesso discordanti. La depressione si associa a venti forti da sud ovest verso Capo Corso che però ruotano a nord est sul ponente ligure. E poi i temporali. Ogni estate, ogni navigazione, ha un ricordo legato a un temporale. Sono più frequenti, almeno quelli davvero forti, nella seconda metà della stagione quando al calore accumulato in mare si contrappongono le correnti fredde che fluiscono in quota.

Come succede alle latitudini tropicali l’atmosfera diventa instabile, si formano nuvole minacciose e le raffiche di vento superano i 40 nodi, a volte anche molto di più. Il primo temporale davvero forte me lo ricordo benissimo: davanti al porto di San Florent in Corsica. Era un pomeriggio di fine agosto e il cielo è diventato grigio piombo. Prima le raffiche di vento poi i goccioloni sempre più fitti e sempre più grossi. Davanti all’imboccatura del porto qualcuno provava a raggiunge la banchina per ormeggiarsi ma, con 35 e più nodi di vento non è un’operazione semplice e i danni furono parecchi. L’aria che scende dai cumulonembi, le caratteristiche nuvole temporalesche a forma di incudine, precipita al suolo come fosse acqua: con la stessa irruenza e senza una direzione precisa. Decidemmo di rimanere fuori, lontano da tutti e con tanto spazio di manovra.

Tutto era stato talmente veloce che nessuno aveva avuto il tempo di mettersi qualcosa addosso; in costume, bagnati e con un vento freddo che ti scagliava le gocce d’acqua addosso da farle sembrare spilli, quella si rivelò la scelta vincente. L’imprevedibilità è la caratteristica dei temporali, puoi prevedere che si formerà perché l’atmosfera è nelle condizioni di instabilità sufficienti, ma dove e quando con precisione non si può sapere con esattezza. Si entra nel territorio del nowcasting: le previsioni a brevissimo termine (ore) basate sull’analisi della situazione in atto. I satelliti e il radar sono di grande aiuto anche se gran parte dei fenomeni è imprevedibile.

LE BREZZE, CROCE E DELIZIA DEI VELISTI

L’estate mediterranea però non è solo vento forte e temporali: nella maggior parte dei casi dominano le brezze. In tanti anni di meteorologia ho conosciuto molti regatanti delusi dalla brezza «che non è entrata». L’opzione «stiamo vicini a terra così prendiamo la brezza» spesso è una trappola che condanna a lunghe soste con le vele che sbattono e l’equipaggio che impreca.

Il binomio “estate e terra” non sempre significa brezza: si tratta di una condizione specifica che richiede alcuni ingredienti di base che non possono mancare. Serve qualcosa che si riscaldi e si raffreddi molto di più del mare: i terreni aridi sono meglio di quelli ricchi di vegetazione. L’atmosfera deve essere instabile: caldo in basso e freddo in alto. Ci deve essere poco, anzi pochissimo, vento di gradiente anche in quota perché, se è diretto dalla parte sbagliata la brezza non tiene. I mari profondi sono meglio dei bassi fondali. Tanti elementi che, combinati nel modo giusto, regalano giornate di divertentissima navigazione a vela. Quella sera alla fine si partì. Tra lampi e raffiche di vento la notte trascorse bene e, con le prime luci del mattino un nord ovest teso e costante, in molto meno di quello che avremmo voluto, ci restituì ai libri.

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