Sovverte i canoni tradizionali di scansione degli spazi e, ancor più, di vivibilità degli stessi. Sì, perché non appena si oltrepassa la porta a vetri che dal pozzetto di poppa immette nel living, la percezione subito palpabile è che qualcuno ha voluto caratterizzare gli ambienti in maniera forte, quasi prepotente.
Quel qualcuno, del resto, è una firma capace di non far assuefare a forme e contenuti consueti e già visti, ma di regalare interpretazioni calibrate e rispettose di un gusto che rasenta l’etereo. Il tratto è quello dello studio inglese Foster and Partners, che ha progettato gli interni di Panthalassa, ottavo esemplare della fortunata flotta dei 56 metri di Perini Navi, all’insegna del benessere e dell’armonia.
Il leit motiv ruota intorno all’idea, spesso inseguita, ma difficilmente così mirabilmente ottenuta, della diffusione della luce naturale in ogni angolo della nave. Il risultato si deve soprattutto all’inserimento, funzionale ma anche estetico, di tre grandi sky light che conferiscono estrema luminosità a tutti gli ambienti. Al fine concorre anche la scala aerea centrale di forma ellittica, maestosa e insieme leggera protagonista del main deck.
La sua architettura riassume, infatti, i concetti di spazio e trasparenza adottati dallo studio di architettura e design in tutto il progetto degli interni. La fisionomia di questi ultimi è caratterizzata da soluzioni lontane dall’architettura navale consolidata, quella a cui si è abituati a bordo di yacht di questa stazza. L’esempio più lampante è dato, sul ponte principale, dalla zona conversazione, che sovverte i canoni classici di uno “spazio sociale” ben riconoscibile e individuabile dai sofà a “U” o, comunque, al centro del salone.
Qui, le sedute di uno dei tre divani guardano lontano, all’orizzonte che si apre allo sguardo oltre le vetrate laterali, quasi a voler ricordare che ci si trova su uno yacht che, seppur importante quanto a dimensioni e a valore, è pur sempre un mezzo che naviga.
www.perininavi.it