Grazie all’elettronica che gestisce motori ed eliche di superficie, Pershing ha evoluto le funzioni del joystick fino a renderle simili a quelle delle cloche degli aerei. Stiamo, infatti, pilotando il 9X a oltre 40 nodi proprio come se fosse un aereo: basta una leggera rotazione a sinistra o a destra per virare, mentre portandolo avanti, o indietro, si accelera e decelera con grande intuizione. Utilizzato in modalità docking, ovvero in porto, Pershing ha eliminato i classici difetti delle propulsioni di superficie, tra cui la scarsa efficacia in retromarcia. Oltre 79 tonnellate e undici persone a bordo navigano alla massima velocità con un comfort degno di un regime di crociera. Vista, udito e tatto ci trasmettono sensazioni che non coincidono con quanto leggiamo sui tre display Simrad in consolle: 40, 41, 42,7... 43 nodi. Ci aspettavamo letteralmente più “casino”, a partire dal rombo - ben smorzato - dei motori.
A tutto gas tocchiamo facilmente i 42 nodi e per qualche secondo manteniamo i 43. Registriamo la velocità minima di planata a 17 nodi con un consumo di 21,8 litri/ora a 1.480 giri/minuto. Da questo regime alla massima - questa volta, 41,8 nodi, impieghiamo circa 67 secondi. I consumi sono un aspetto importante, alla massima si bruciano oltre 1.000 litri l’ora, mentre al regime di crociera, 38 nodi, si arriva a circa 860 litri/ora. Durante i trasferimenti il 9X può spostarsi intorno agli 11 nodi con circa 132 litri/ora di consumo.
Portare a oltre 42 nodi uno yacht lungo 28,14 metri fuori tutto e che pesa quanto un Airbus è una sfida tecnologica entusiasmante che abbiamo avuto la possibilità di approfondire durante la nostra prova in mare con la direzione engineering del Gruppo Ferretti.
Leggi tutta la prova nel numero di aprile 2018 in edicola.