L’eterno dilemma tra uno e due motori merita un esame approfondito per sviscerarne pregi e difetti. Tuttavia sarebbe un errore limitare l’analisi solo ai propulsori, senza considerare le caratteristiche dell’imbarcazione.
Il primo parametro da valutare è la dimensione del vano motori (nel caso di entrobordo) o dello specchio di poppa (per i fuoribordo). Tra i natanti più piccoli sono pochi i modelli che permettono l’installazione di due motori e per il diportista non esistono molte possibilità di scelta. Il “dubbio” può quindi arrivare per barche tra gli 8 e i 10 metri, prima che la soluzione bimotore diventi obbligatoria. Le imbarcazioni e i natanti di lunghezza superiore ai 6 metri generalmente possono montare anche una coppia di motori (questo fino agli 8/9 metri.
Nella fascia superiore, soprattutto in Europa quasi sempre si passa al motore “interno”, negli Usa è invece norma montare anche 4 fb su barche ben più grandi). Ciò, però, non significa che la doppia motorizzazione sia la soluzione migliore.
In questo caso, infatti, occorre prestare attenzione a due importanti caratteristiche dello scafo: la portanza e la profondità della carena.
A parità di potenza, due motori sono più pesanti di un solo fuoribordo e non tutte le barche riescono a mantenere un assetto ideale con entrambe le soluzioni.
In genere i criteri di progetto dei natanti sono riferiti alla singola installazione e l’aumento di peso sullo specchio di poppa, molto spesso, provoca un peggioramento delle caratteristiche di navigazione delle barche più piccole e leggere.
I gommoni, solitamente, riescono a superare meglio questo handicap, potendo contare sulla spinta dinamica offerta dai tubolari. Anche una V di poppa molto profonda può creare problemi per l’installazione di una coppia di motori. Questi infatti devono essere applicati in una zona in cui lo specchio è molto basso e accade frequentemente che i piedi risultino eccessivamente immersi; tutto ciò provoca un aumento della resistenza idrodinamica e una riduzione dell’efficienza del mezzo.
L’espediente di montare i motori più in alto, qualche centimetro sopra alla fine dello specchio, non consente di recuperare per intero la lunghezza necessaria e provoca, in ogni caso, un peggioramento dell’assetto. La scelta della motorizzazione ideale è quindi imprescindibilmente legata alla tipologia della barca con particolare riferimento allo specchio, alla carena e alla portanza dello scafo.