Vela e Motore 042018

I Fratelli della Costa delle Tavole di Venezia e Castel Lova hanno ricordato con una suggestiva spedizione il centenario di quella impresa di marinai italiani, con protagonista Gabriele D’Annunzio, che andò sotto il nome di “Beffa di Buccari” La Grande Guerra sul Mare è stata, quantomeno finora, la grande assente nel panorama delle celebrazioni del centenario del grande conflitto. Certo la grandiosità di masse di uomini e di mezzi impegnati sul fronte dell’Isonzo o degli altipiani è stata immane, im- mane è stato il coinvolgimento della popolazione civile, incom- parabilmente inferiore a quan- to dispiegato nel conflitto sul mare Adriatico. Adriatico che non vide mai scontro frontale fra le due pur potentissime contrapposte flotte. Non per questo mancarono im- prese che per audacia, per te- merarietà, per dispiegamento di mezzi fortemente innovativi, per esercizio di grande capaci- tà marinara, uso sapiente del sabotaggio meritano molto di più che un distratto ricordo, di una citazione a margine e ciò per azioni – si badi - compiute sia dall’una che dall’altra parte. Chi come noi sente forte il ri- chiamo del mare, e di tutto ciò che il mare ha avuto come tea- tro non poteva lasciar passare nell’oblio quanto sul nostro ma- re avvenne giusto un secolo fa. Le occasioni, i momenti merite- voli di ricordo e di celebrazione non mancano. Quali scegliere? L’impresa di Cortellazzo, l’incur- sione nel porto di Trieste con af- fondamento della Wien, la beffa di Buccari, l’affondamento della Santo Stefano, e cos’altro? Il richiamo celebrativo per i Fra- telli della Costa della Tavola di Venezia si fa ancora più vivo nel considerare l’essere la più par- te se non la pressoché totalità delle azioni partite dalla base Mas di Venezia, situata sull’i- sola della Giudecca, nei pressi della basilica palladiana del Redentore. Cento anni fa, all’indomani di Caporetto, l’Italia viveva il mo- mento più buio e tragico della guerra: tutto sembrava perduto. Con affanno si tentava di orga- nizzare la difesa sul Piave. Ini- ziavano le polemiche, le accuse, le censure forti, non ancora a distanza di tanti anni, sopite sulle cause e le responsabilità di tanta sciagura. A dare risposta a tanto sconforto e a tanto sconcerto negli uomini in arme e nella popolazione si sviluppò in poche settimane una serie di imprese che vedono per protagonisti pochi uomini, dota- ti di mezzi incomparabilmente minimi rispetto alle ricadute materiali e di impatto sul mo- rale del Paese. I MAS e poche decine di ma- rinai, perché di questi stiamo parlando, furono protagonisti di mirabolanti azioni. MAS in navigazione L’acronimo MAS, che Gabriele D’Annunzio, reinterpretò nel motto Memento Audere Semper, sta per Motoscafo armato SVAN (Società Veneziana Automobili Navali). Sicuramente geniale fu il progettista ingegner Attilio Bisio. Geniale la duplice propul- sione: motori Isotta Fraschini, potenti e rumorosi, motore elet- trico alimentato da accumula- tori per le silenziose operazioni nelle notti prive di luna. Ma non è il mezzo tecnico e della sua molteplice polivalenza che si intende ora ricordare: ve ne sarà certo altra occasione. Ora si intende ricordare una del- le più note azioni degli insidiosi mezzi d’assalto, azione nota quale Beffa di Buccari, che fu compiuta nella notte fra il 10 e 11 febbraio 1918. Diciamolo subito: nessun risul- tato materiale di concreta enti- tà; grande, invece, fu l’impatto emotivo, mediatico, si direbbe con linguaggio attuale. E l’Immaginifico Gabriele D’An- nunzio nel cogliere e nel susci- tare emotività e forza mediatica non aveva rivali. Già perché il poeta pesarese in qualità di “marinaio volontario”, come egli stesso si definì, fu uno dei trenta partecipanti all’azione. Azione al comando della quale era Costanzo Ciano. Altro gran- de protagonista Luigi Rizzoda Milazzo, che sarà il marinaio italiano più decorato di sempre: due mesi prima aveva affondato forzando il porto di Trieste la co- TORTUGA Sopra, il lancio della bottiglia nella rada di Buccari. Sotto: Costanzo Ciano, Gabriele D’Annunzio, Luigi Rizzo. In basso, i Mas. La beffa di Buccari cent’anni dopo 38 aprile 2018 Vela e Motore www.fratelli-della-costa.it Covo d ei Fratelli d ella Costa I Fratelli della Costa sono una comunità spirituale in ternazionale che unisce uomini e donne che fanno dell’amore per il mare la loro ragion d’essere e il cui scopo è facilitare l’amicizia fraterna attraverso la condivisione e l’accettazione delle regole scritte nell’Ottalogo che si possono sintetizzare in culto per il mare, disciplina, comprensione, ospitalità, generosità, modestia e fraternità.

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