23 July 2015

Tariffe porti, giù del 30%

La crisi ha trascinato verso il basso i listini dei porti italiani che strizzano l’occhio ai diportisti con servizi efficienti e strutture moderne. Il caso di Marina di Varazze

Tariffe porti, giù del 30%

Mentre il popolo dei diportisti è pronto a salpare verso le vacanze, l’invito è di tornare a navigare in Italia. Sì perché il nostro Paese è bello quanto e più di altri del Mediterraneo e, in molti casi, costa anche meno. Dal 2008, l’anno in cui è iniziata la crisi, il valore medio delle tariffe dei porti turistici italiani ha subito riduzioni di circa il 30% con una calo drastico in particolare tra il 2011 e il 2012. Troppo spesso noi italiani siamo critici, autolesionisti per stanchezza e sfiducia, ma è arrivato il tempo di volerci bene, di essere consapevoli e promotori delle tante eccellenze di cui è ricco il nostro Paese.

 

Gli stereotipi la fanno ancora da padrone. Questo è certo, ma l’Italia, per dirla in breve, tira, piace e ciò grazie anche a una crescente consapevolezza dei risultati ottenuti in diversi settori produttivi, dalla moda al design, dall’artigianato allo spazio e alla nautica (siamo il primo produttore al mondo di imbarcazioni) solo per citarne alcuni. I tempi sono maturi per sfatare la leggenda che i porti francesi, spagnoli e croati sono più belli, funzionali e meno cari. Il sistema italiano, proprio perché più giovane è in grado di offrire strutture moderne, efficienti e belle con servizi completi e tariffe in linea con la concorrenza.

 

Più volte ci si chiede cosa ci sia alla base delle tariffe di un marina e quali i parametri che determinano il prezzo finale. Per capirlo siamo stati al Marina di Varazze, in Liguria, per un confronto con Giorgio Casareto (direttore della struttura) e Liliana Molin Pradel (responsabile marketing e vendite) che quest’anno dichiarano un’incoraggiante percentuale di riempimento di oltre il 70% del porto.

 

È interessante notare che la composizione del prezzo finale delle tariffe è costituita per lo più dalle imposte comunali che non sono omogenee su tutto il territorio. Nel caso di Varazze, il marina spende 700 mila euro all’anno per IMU e concessione demaniale, per la TARI si tratta di 150 mila euro e cui vanno aggiunti i costi di gestione e si arriva in batter d’occhio a oltre 1 milione 350 mila euro… Da qui si parte per l’elaborazione tariffaria che viene presentata al cliente.

Ovviamente le strutture più moderne e quindi ricche di servizi e attrezzature sono le più tartassate dalla tassazione. Questo accade non solo in Liguria, la regione italiana con il più alto numero di posti barca disponibili, ma lungo tutto lo stivale.

 

Alla domanda se sia possibile ridurre ulteriormente la voce dei costi generali la risposta è ovviamente negativa, in quanto comporterebbe una contrazione dei servizi a discapito della qualità dell’offerta. L’unica strategia percorribile dai marina è puntare al massimo riempimento dei posti barca per rendere le tariffe ancora più competitive.

 

 

 

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