07 February 2018

Tommaso Spadolini, 40 anni di innovazioni

Giro di boa per lo studio di design Tommaso Spadolini che festeggia nel 2018 i 40 anni di attività, durante i quali ha conquistato un posto di rilievo tra le più rilevanti eccellenze italiane. Cantieri di Pisa, Barberis, Alalunga, Baglietto, Rossinavi, Aprea, Canados, Otam, Wally e Serigi alcuni degli yacht nati dalla sua matita
Un percorso, quello iniziato da Tommaso Spadolini, che ha origine nel suo DNA. Il padre PierLuigi, celebre architetto, fu tra l’altro titolare dal 1959 della prima cattedra di design industriale in Italia; dagli Anni 60 in poi collaborò con i Cantieri di Pisa insieme alla moglie Gianna, firmandone l’intera gamma, inclusa la linea Akhir. “Per me le barche sono state e sono ancora oggi una scelta, rappresentano il mio ambito di azione, dove ho trasferito una poetica familiare sedimentata”, dichiara Tommaso Spadolini.

Dopo le prime esperienze a fianco del padre con Cantieri di Pisa, Spadolini inizia a muoversi in piena autonomia con Barberis, per approdare nel 1983 alla Canados; l’anno successivo nasce il primo Canados 70, uno yacht che evidenzia subito uno dei tratti fondamentali dei suoi progetti i: il design non è mai fine a sé stesso, ma deve sempre avere una forte valenza funzionale. Il Canados 70 diventa un punto di riferimento del design nautico di lusso, prestandosi come modello per la modulazione della gamma e venendo declinato in misure superiori e inferiori: dal 1984 al 1992 nasce l’intera linea, dal 58’ all’85’, 90’, 95’, per un totale di centosette unità prodotte.

Un profilo internazionale

La collaborazione con il cantiere laziale prosegue fino al 1991 e l’anno successivo Tommaso Spadolini viene selezionato, tra un pool di designer di tutto il mondo, per la progettazione del Fortuna, lo yacht della Famiglia Reale spagnola: 43 metri di lunghezza, tre propulsori a turbina per una velocità di circa 75 nodi, progetto della carena sviluppato dallo Studio americano di Donald Blunt,lo yacht viene varato nel 2000. “Il superyacht ha raggiunto 74.8 nodi di velocità - è una barca davvero speciale per la quale ho curato lo sviluppo del design esterno sino alla verifica della ventilazioni ai motori nella galleria del vento”.

Progetti custom e seriali

L’architetto fiorentino alterna il lavoro su progetti custom (molte le collaborazioni con cantieri internazionali di primaria importanza, come la progettazione degli interni per i primi due 80' Wally di Luca Bassani e per Bao Bab, il primo motoryacht dei cantieri inglesi Camper&Nicholson) con i progetti per importanti cantieri di produzione seriale, come l’italiano Aprea, per il quale disegna tra le altre il Don Giovanni, un undici metri (selezionato per il Compasso d’Oro) dove riesce a coniugare una configurazione tradizionale, quella del gozzo sorrentino, con il design di una sovrastruttura che ne pone in evidenza un’inedita dinamicità. Un successo che viene declinato, negli anni successivi, in differenti misure, fino ai 16 metri.

Tanti i progetti custom che si succedono con l’ingresso nel nuovo millennio. Impossibile non citare, tra gli altri, il Baglietto 138’, RC di Roberto Cavalli, varato nel 2004, seguito da Nina J, varato nel 2005; perfetti esempi del concetto di Wide Body, una concezione configurale a tutta larghezza, senza corridoi, che offre la possibilità di grandi volumetrie interne. Proprio Spadolini è stato il primo a intuire che l’aumento dei volumi interni avrebbe rivoluzionato l’intera industria dei superyacht. RC e Nina J precorrono i tempi; nel 2006 Nina J si aggiudica il World Yachts Trophies.

Sono anni ricchi di progetti: come Aslec, il 46 metri costruito da Rossinavi e varato nel 2012: si tratta della quarta unità che Spadolini progetta per lo stesso armatore ed è un yacht che può vantare numerosi tentativi di imitazione. Senza dimenticare Numptia, il 70 metri, sempre con Rossinavi, varato l’anno precedente e vincitore dei World Superyacht Awards 2012. Una vittoria che Tommaso Spadolini replica nel 2017 con Gipsy, il 35 metri semidislocante costruito dal cantiere genovese Otam, che nello stesso anno ha conquistato lo Showboats Design Awards nella categoria “Best Naval Architecture”, grazie alla carena di Umberto Tagliavini.

Nel corso degli ultimi dieci anni vengono affidati allo Studio Spadolini alcuni refitting di prestigio, per imbarcazioni costruite da Cantieri di Pisa, Magnum, Baglietto.
In questi anni viene siglata anche una collaborazione con il cantiere turco Sirena Marine, per cui Tommaso Spadolini sviluppa gli interni di due modelli, il 56’ ed il 64’, in collaborazione con lo Studio di German Frers che realizza gli esterni.

Verso il futuro

L’anno appena concluso ha visto inoltre l’inizio di una positiva collaborazione con il cantiere Rosetti Superyachts, per cui lo Studio Spadolini ha progettato una gamma di imbarcazioni da 50 a 85 metri.
Il 2018 vedrà inoltre il varo della nuova imbarcazione di Roberto Cavalli e del nuovo motor yacht 102’ costruito da CCN per una coppia di armatori americani, che hanno affidato a Spadolini l’interior design.

La profonda conoscenza del mare e dei segreti della navigazione, raggiunta grazie anche alla sua grande esperienza come velista e regatante, unita a un personalissimo estro creativo, segna con forza la progettazione di Tommaso Spadolini e del suo studio. Capace di indicare nuove strade e nuovi trend, è stato il primo progettista a intuire che l’aumento dei volumi interni avrebbe rivoluzionato l’intera industria dei superyacht.
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