GENOVA IS BACK
L’Italia è un paese litigioso: dai libri alla nautica. A Torino è infatti intervenuto Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per sedare la disputa tra editori sulla prossima location che ospiterà il Salone del Libro: Torino o Milano? E per il settore nautico, è sceso in campo il collega Carlo Calenda, a capo del ministero dello sviluppo economico, per caldeggiare un accordo tra Ucina e Nautica Italiana.
La posta in gioco: i finanziamenti destinati al Salone di Genova per il prossimo anno che verrebbero bloccati se la frattura tra le due associazioni di settore non si ricompattasse, e in fretta.
Senza scendere nei dettagli e lasciando a Calenda il compito di dipanare la matassa concentriamoci, invece, sui dati della nautica nel nostro Paese e facciamolo con ottimismo, perché le cifre sono incoraggianti.
Nel complesso l’Italia mantiene la sua leadership mondiale. La crescita del fatturato del 2015 con un +17,5 per cento sul 2014 supera le prudenti ipotesi previsionali di Ucina che la scorsa primavera aveva stimato un aumento di circa il 12 per cento.
Dati corroboranti, confermati anche dal buon andamento del Salone di Genova che ha portato “a casa” 126.178 visitatori, 800 espositori e 1.000 imbarcazioni, tanto che la presidente di Ucina, Carla Demaria ha dichiarato: «Siamo tutti soddisfatti. Alle 14.00 (del 25 settembre, giorno di chiusura) abbiamo registrato un più 9,2 per cento di passaggi in biglietteria rispetto allo scorso anno. 33.618 sono stati i visitatori stranieri, segnando un più 26,6 per cento sul totale. Gli espositori esteri sono tornati perché finalmente è ripartito il mercato interno. E la ripresa riguarda tutti i comparti, nessuno escluso. Genova si conferma di gran lunga il Salone Nautico più visitato del Mediterraneo».
La notizia che fa più bene è quella legata al leasing con una crescita del 44 per cento dei contratti e del 26 per cento in valore assoluto nei primi cinque mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015 (fonte Assilea). I clienti italiani sono tornati a comprare.
Tutto bene dunque? Non proprio. Non ci sono ancora, infatti, notizie ufficiali (location e date) di qual è il piano degli appuntamenti fieristici italiani nel 2017. Le due associazioni sono al lavoro (in ordine sparso) e la situazione conflittuale delle due anime del settore getta un’ombra sul futuro.
Per vendere barche è infatti vitale, soprattutto in questi tempi, mettere il potenziale cliente nella condizione migliore di visitare i saloni e creare sempre più premesse per facilitare il lavoro degli espositori.
È questo il compito di chi organizza manifestazioni. Genova ha incassato buoni risultati ed è un dato di fatto su cui bisogna ragionare. Il Salone c’è stato, il pubblico è arrivato in massa, si sono viste code ordinate per visitare le barche. Non succedeva dall’inizio della crisi. Se vogliamo che il Nautico torni a essere il Salone di riferimento bisogna lavorare sulle sue potenzialità, migliorare tutto quello che per anni è stato trascurato o sottovalutato: dallo stato di degrado dell’intera area ai parcheggi, dai servizi igienici alla logistica in generale. Disservizi di cui ancora oggi molti operatori si lamentano. Il nostro Paese è pieno di esempi virtuosi di poli fieristici che funzionano, senza passare obbligatoriamente per la fiera di Milano, esistono realtà tipo Parma, Vicenza, Padova e Rimini, per citarne solo alcune, dove l’efficienza è un esempio facile da seguire.
È questo che ci aspettiamo dall’accordo caldeggiato dal Ministro Calenda e che ci auguriamo possa vedere le parti sedute intorno al tavolo della ricostruzione perché i contrasti servono solo a mettere tutti contro: rappresentanti e rappresentati.
Marta Gasparini
Caporedattore