05 February 2013

Vendée Globe, le emozioni non finiscono mai

Pensavate che il Vendée Globe avesse ormai detto tutto quello che c’era da dire? Beh, vi sbagliavate, e anche moltissimo. Javier Sansò ha infatti scuffiato tra le Canarie e le Azzorre ed è stato salvato dai mezzi di soccorso portoghesi. Ma non solo

Vendée globe, le emozioni non finiscono mai


Le sauvetage de Javier Sanso di VendeeGlobeTV

 

Non puoi dire di aver finito il Vendée Globe fino a che a non tagli la linea del traguardo. Questa è una delle frasi che circolava più spesso tra gli skipper sulle banchine di Les Sables d’Olonne prima del via. L’ultimo a provarlo sulla sua pelle è stato lo spagnolo Javier “Bubi” Sansò, vittima di un brutta scuffia tra le Canarie e le Azzorre quando ormai il peggio – la lunga traversata negli oceani del sud e Capo Horn – sembrava ormai passato e il traguardo, un più che onorevole nono posto, a portata. Lo skipper è stato prontamente soccorso e trasportato in elicottero a Terceira, nelle isole Azzorre, senza nessuna conseguenza fisica.

La dinamica dell’incidente

Domenica 3 febbraio, alle 10:49, sono stati ricevuti due segnali di allarme provenienti da Acciona100% EcoPowered, la barca di Sansò. Al momento della ricezione dei segnali la barca era posizionata a 31° 59.00 N 27 26.24 W, quindi circa 500 miglia a ovest di Madeira e 360 a sud dell’isola di Sao Miguel, alle Azzorre. Le condizioni meteo al momento dell’incidente erano discrete: vento da nord est sui 15/20 nodi e onda moderata, quindi con la barca in navigazione di bolina. Pochi minuti prima della scuffia lo skipper aveva comunicato alla direzione di gara che tutto procedeva bene.

Dopo un tentativo, andato a vuoto, di comunicare con lo skipper, il centro di soccorso marittimo ha inviato un aereo per perlustrare la zona, intorno alle 16:30 sono stati individuati la barca e lo skipper, che nel frattempo si era rifugiato nella zattera di salvataggio. Alle 17:50 un elicottero di salvataggio si è alzato in volo dalle Isole Azzorre arrivando nella zona intorno alle 23:00 Utc e dopo appena 40 minuti lo skipper è stato tratto in salvo e alle 03:30 Utc Javier Sansò è atterrato alle Azzorre senza problemi.

Questo sono le prime parole dello skipper sull’incidente: “È  avvenuto tutto molto rapidamente. Intorno a mezzogiorno stavo navigando in circa 20 nodi di vento da NE e avevo appena mandato un report alla direzione di gara dando la mia posizione e confermando che tutti i sistemi di bordo erano a posto. Improvvisamente, mentre ero in coperta rilasciando una mano di terzaroli, ho sentito un forte boato che ha prima scosso fortemente la barca e poi l’ha fatta sbandare violentemente buttandomi in acqua prima che potessi reagire in qualsiasi modo. Dall’acqua ho visto la barca continuare a sbandare  veloce e poi capovolgersi. Quindi ho nuotato fino allo specchio di poppa e ho attivato la zattera di salvataggio, nella quale sono rimasto tutto il pomeriggio e la sera. Ho passato la maggior parte delle ore di luce a provare ad asciugare i miei vestiti, ma a causa della forte onda non sono riuscito a ormeggiarmi accanto alla barca, quindi ho iniziato ad allontanarmi da lei. Alle 18:00 ho individuato l’aereo di soccorso a cui ho fatto segno con i razzi di soccorso. La vista dell’aereo mi ha rassicurato moltissimo, dandomi la fiducia che tutto stava andando bene. Alle 23:55 ho sentito un rumore di motori e ho visto un elicottero manovrare vicino alla barca, a circa due miglia dalla mia posizione. La notte era molto scura, e all’inizio ho dubitato che mi avessero visto. Dopo aver acceso l’ultimo razzo hanno fatto rotta verso di me e mi hanno tirato su a bordo. Un dottore mi ha subito visitato, trovandomi in buone condizioni. Ora sono a Terceira, dove ringrazio tutti per l’ospitalità. Voglio davvero sottolineare i miei ringraziamenti per l’attenzione e l’ospitalità del team di soccorso portoghese e il trattamento ricevuto qui alla base. Dopo aver riposato,  con il mio team preparerò il recupero della barca per capire cosa è successo. Voglio ringraziare Acciona, il mio team,  e l’organizzazione per la velocità con cui hanno gestito l’emergenza, il Maritime Rescue Service per le impeccabili operazioni di recupero dell’elicottero, che ha operato al limite della sua autonomia. E ovviamente grazie a tutti quelli che mi hanno seguito e che sono preoccupati per me. Un grande abbraccio. Bubi”

Ricordiamo che questa era la seconda partecipazione al Vendée Globe per lo skipper spagnolo, che fu costretto al ritiro anche nell’edizione 2000-2001. Soccorsi velocissimi e impeccabili, e la fortuna di aver scuffiato vicino alla costa e in condizioni meteo discrete hanno consentito il lieto fine a un tipo di incidente molto pericoloso, soprattutto per l’immediatezza e il mancato preavviso con cui è avvenuto. Sansò ha avuto anche la fortuna di non farsi male nell’incidente, di non perdere conoscenza e poter quindi tornare a nuoto verso la sua barca scuffiata e attivare la zattera.

Dal breve video visibile sul sito della regata sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo – che la barca abbia perso la chiglia. Nel caso sarebbe la quarta avaria del genere dopo quelle accadute a Safran di Marc Guillemot, a Maitre Coq di Jeremie Beyou e a Virbac paprec 3 di Jean-Pierre Dick. Le chiglie basculanti (Team Plastique di Alessandro Di Benedetto è l’unica barca della flotta ad avere la chiglia fissa) sono tra le parti più sollecitate degli Imoca 60. Insieme al disalberamento è uno degli incidenti più gravi, pericolosi e temuti dagli skipper. 

Dura lotta per il 5° posto

Intanto infuria la battaglia tra Jean Le Cam e Mike Golding in quinta e sesta posizione. I due sono separati da una quartina di miglia e circa 400 da Les Sables d’Olonne, dove arriveranno nelle prime ore del 6 febbraio. La scelta del francese di rimanere a ovest per incontrate venti portanti nell’approccio finale a Les Sables ha pagato fin da subito, aumentando il vantaggio sull’inglese. Quest’ultimo ha finalmente accelerato dopo 48 ore davvero difficili con vento molto leggero e variabile. Ora le previsioni per il Golfo di Biscaglia sono pessime, con venti a 35/40 nodi e mare molto formato. Quando finirà, Mike Golding sarà il primo skipper nella storia a terminare per ben tre volte la regata, anche se sarà raggiunto subito dopo dall’amico svizzero Dominique Wavre. Quest’ultimo, insieme ad Arnaud Boissières, sono al momento nell’alta pressione delle Azzorre navigando in direzioni opposte rispettivamente a 6,8 e 7 nodi.

Incidente anche per Tanguy de Lamotte, che  ha subito una violenta collisione con un oggetto semisommerso che ha danneggiato seriamente una daggerboard. Al momento è riuscito a liberarla riducendo così l’entrata di acqua nello scafo, ora lo aspettano alcune importanti. Tanguy de Lamotte sta navigando a circa 8 nodi e ogni 45 minuti controlla la quantità di acqua a bordo.

Alessandro Di Benedetto nell’emisfero nord

Nel frattempo lo skipper italiano ha riattraversato l’equatore con un tempo di 86 giorni, 10 ore, 37 minuti e 12 secondi. Alessandro è al momento a 3.027 miglia dall’arrivo con un obiettivo: diventare l’italiano più veloce del Vendée Globe. Il tempo di riferimento è quello che Simone Bianchetti stabilì nel 2000-2001 con Acquarelle.com, quando impiegò 121 giorni, 1 ora e 28 minuti. Nello stesso anno Pasquale de Gregorio con l’Open 50’ impiegò 158 giorni, 2 ore e 37 minuti e si classificò ultimo, accolto come un eroe dalla città di Les Sables d’Olonne. Ricordiamo che il più lento di sempre fu Jean-François Coste, che nella prima edizione del 1989-1990 impiegò 163 giorni, 3 ore e 9 minuti. 

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