30 April 2015

Volvo Ocean Race, la ricostruzione di Team Vestas

Dopo il catastrofico incidente sulla barriera corallina in mezzo all’oceano Indiano dello scorso novembre, il nuova Vo65 Vestas ha ormai (ri)preso forma. E tra meno di un mese tutto deve essere finito...

Volvo ocean race, la ricostruzione di team vestas

Dopo il catastrofico incidente sulla barriera corallina in mezzo all’oceano Indiano dello scorso novembre, il nuovo Vo65 Vestas ha ormai (ri)preso forma. E tra meno di un mese tutto deve essere finito. Il camion che porterà la barca a Lisbona in Portogallo (da dove prenderà il via la penultima tappa della Volvo Ocean Race il 7 giugno) è programmato per il 23 o il 24 maggio. La tabella di marcia prevede sei giorni di viaggio, all’arrivo a Lisbona li aspettano albero, derive e chiglia che devono essere montati. Un paio di giorni in mare per testare il tutto, poi l’Inport race e il 7 giugno la partenza verso Lorient in Francia. Una tabella di marcia stretta (tutti parlano incrociando le dita), ma è solo la fine di una lunga corsa contro il tempo iniziata a fine gennaio quando la barca è arrivata in cantiere semi distrutta.

 

Siamo andati da Persico Marine per vedere come procedono i lavori sulla nuova Vestas. La barca è chiusa e ora si lavora all’interno su strutture, impianti e allestimenti, e in coperta per montare l’attrezzatura. È stata rifatta per il 70%, spiega Neil Cox, shore crew manager di Vestas. “lo scafo è nuovo al 100%, la coperta al 30% e le strutture al 60%. Prima di iniziare la ricostruzione abbiamo dovuto ‘smontare’ la barca e capire cosa si poteva riutilizzare e cosa no. Una procedura insolita, ma che ci ha fatto imparare un sacco di cose”.

 

Oltre ai tempi stretti - Persico Marine ha rifatto il 70% di una barca nel 50% del tempo impiegato per farne una nuova - i lavori sono stati complicati dal fatto che ogni intervento andava misurato e pesato per il rispetto della monotipia (un “stazzatore” Volvo era presente in cantiere). Il team di Vestas non ha partecipato alla ricostruzione “sono velisti, non costruiscono barche - puntualizza Cox -.Inoltre le regole della regata non lo permettono neppure. Ora che la barca è finita e misurata possono aiutare a montare l’attrezzatura”.

 

La ricostruzione di Vestas è una grande sfida per Persico Marine. “Tra le aziende del consorzio, siamo stati gli unici ad accettarla. Gli altri hanno contribuito a fornire alcuni materiali, ma non si sono presi la responsabilità del lavoro” sottolinea Matteo Bisio product manager di Persico Marine. “È la prima volta che ci è capitato un lavoro di questo tipo con una barca ancora in regata”. In cantiere hanno allestito un capannone, che era usato come deposito, e tutta un’area solo per Vestas. “Appena la barca è arrivata l’abbiamo capovolta e tagliata a pezzi per recuperare quelli integri. Poi è arrivata una parte nuova di coperta e l’abbiamo giuntata con le nuove strutture. Nel frattempo c’era il nuovo scafo da costruire. E ora dobbiamo fare tutta la parte di impianti ed elettronica”.

 

Incontriamo Chris Nicholson davanti al “quartier generale” di Vestas presso Persico Marine: due container usati uno come officina e uno come ufficio/magazzino. Le sue prime parole sono per Persico: “hanno fatto uno sforzo impressionante, si sono dedicati al progetto in modo totale. Non credo ci sarebbe stato un altro cantiere in grado di farlo”. Per il team Vestas tornare in regata è un punto di orgoglio: devono esserci. “È nello spirito della regata voler tornare in mare. Le difficoltà fanno parte della Volvo e devono essere affrontate”. Inevitabile la domanda su chi sarà il nuovo navigatore del team dopo che Wouter Verbraak è stato sollevato dall’incarico. Ma è ancora presto “Sto facendo le ultime valutazioni… a Newport, all’arrivo di questa tappa, sarà finalmente deciso”.  

 

di Paola Bertelli

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