11 September 2013

X 372 SPORT

Un modello corsaiolo che si muove anche con poco vento e con 7 nodi è già divertente. Sottocoperta due cabine e un bagno...

X 372 sport

Prodotto dal 1987 al 1992 in 120 esemplari l’X 372 ha una carena potente, divertente e valida sia con venti leggeri e medi e si caratterizza per gli slanci importanti e il poco volume a prua. La barca presenta un flesso tipico delle barche da regata di quegli anni, che seguivano gli influssi Ior. C’era anche la versione “Prestige” con oblò più rettangolari sulla tuga invece dei due affusolati, alcune soluzioni diverse negli interni e un ragno di acciaio più piccolo. Pochi gli esemplari in circolazione però. Il piano velico era maggiorato nella versione Sport e standard nella versione Prestige.

 

COSTRUZIONE

Realizzato in sandwich di Pvc per murate e fondo della barca - eccetto la zona pinna e una piccola parte centrale che funge da paramezzale di chiglia. Anche le paratie e di rinforzi più importanti appoggiano su laminato pieno, detto anche single skin e non sul sandwich, in quanto il cantiere, che ha sempre costruito barche leggere e performanti, ha acquisito una buona padronanza del materiale.

Può succedere però che un uso eccessivo della barca, soprattutto in regata o un errato puntellamento della barca sull’invaso crepino il laminato esterno e l’acqua possa entrare nel sandwich e creare notevoli problemi, anche per la sanificazione. Su tutti gli X, il fondo è irrigidito da una telaio di acciaio zincato, laminato e incollato al fondo. I prigionieri della pinna attraversano i madieri a U in acciaio. Nonostante l’albero passante, e quindi la presenza di acqua, la zincatura è di alta qualità ed è raro trovare ruggine.

X 372 rappresenta tuttavia il primo modello più orientato alla crociera e dispone quindi di una deriva semi ellittica in ghisa e piombo (nella parte bassa) e di un timone rinforzato in kevlar abbastanza profondo. La pinna era in origine finita a gelcoat, ma nel tempo, molti armatori hanno rifatto l’incamiciamento o il rivestimento con primer epossidici.

Caratteristica la poppa con ombrinali a vista molto ampi sui quali, in alcuni esemplari con albero standard, è ancorato il paterazzo sdoppiato, che invece è singolo con tenditore Navtec in quelli maggiorati.

La coperta è caratterizzata dall’antiscivolo o granulato o Tbs, la timoneria è a barra, ma nella serie Prestige è a ruota con la panca a schiena d’asino. C’è anche chi ha tagliato il pozzetto e si è creato un accesso al mare più facile.

Il trasto randa è forse l’unico fastidio perché posizionato, come una volta, in mezzo al pozzetto e quando c’è la timoneria a ruota il passaggio da prua a poppa diventa difficoltoso.

La coperta è quella che in genere porta qualche problema di delaminazione nel fondo pozzetto o sui passavanti o nelle zone di stress come lande e candelieri. Le manovre sono rinviate in pozzetto ai lati del tambuccio, protetto da un paramare e da una capottina.

 PROVA

L’albero Nordic Mast (John Mast) armato a sloop, rastremato, con un genoa ancora di una certa importanza e una randa decisamente grande, per i tempi. Il sartiame è spiroidale. Alcuni armatori, ai tempi delle regate, montarono anche armi frazionati a 7/8.

La barca è reattiva, equilibrata e a barra è divertente. Molti esemplari sono attrezzati per lo spinnaker. Ci si diverte da 7 nodi d’aria.

Anche a motore (28 cv), seppur la trasmissione tradizionale in linea d’asse sia un pochino più rumorosa di una sail drive, la barca viene spinta a 6 nodi senza difficoltà, anche se soffre un po’ l’onda corta. Comunque i modelli X-Yachts hanno sempre poche ore di motore, perché si riesce ad andare a vela anche con un soffio di vento.

Lo sbandamento iniziale è abbastanza importante con il maggiorato, ma la barca è rigida una volta trovato il suo equilibrio sui 15° circa.

 

Ha un layout classico con molto teak a vista, ma anche semplice con possibilità di vedere la giunzione scafo coperta ad esempio. E’ un 2 cabine, che per alcuni, essendo un 11m risulta piccola, ma in realtà è un ottimo compromesso di spazi, abitabilità  stivaggio. I suoi gavoni sono ampi, cosa che si apprezza nelle regata se si devono sistemare molte vele.

Ho apprezzato molto il tavolo da carteggio finito in laminato, che è un materiale pratico per una zona che è sempre di appoggio o lavoro. Molto semplice ed sullo stile open space il locale toilette con una armadio cerate/gavone sul fondo accendibile con un telo a cerniera.

Gli impianti sono abbastanza rifiniti, di certo datati, in particolare l’elettronica. Un limite? Le capacità dei serbatoi limitati.

Da notare l’asse del timone in alluminio della Jefa, già dai tempi, di ottima qualità

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove