18 February 2002

Zuanelli Z 40: l'usato sotto la lente

La navigazione con lo Z 40 offre esattamente ciò che l’aspetto ed i dati caratteristici promettono: un veliero da dislocamento importante, dotato di una generosa superficie velica; che gradisce condizioni di vento medio risultando non prontissimo nelle “ariette”, specialmente dopo le virate, quando è necessario riabbrivare nuovamente la barca. Come è intuibile osservandola, l’andatura preferita è quella “al vento”, condizione nella quale le linee d’acqua non parti...

Introduzione

La navigazione con lo Z 40 offre esattamente ciò che l’aspetto ed i dati caratteristici promettono: un veliero da dislocamento importante, dotato di una generosa superficie velica; che gradisce condizioni di vento medio risultando non prontissimo nelle “ariette”, specialmente dopo le virate, quando è necessario riabbrivare nuovamente la barca. Come è intuibile osservandola, l’andatura preferita è quella “al vento”, condizione nella quale le linee d’acqua non particolarmente piene oltre mezza nave (il baglio massimo non è particolarmente arretrato), favoriscono una bolina efficace. Anche con onda contraria, dopo aver abbrivato le quasi 10 tonnellate di barca, si ottiene una progressione da diesel con un passaggio sull’onda potente e pulito, ben diverso dagli impatti secchi cui ci hanno abituato altre unità di diversa filosofia. E’ piacevole rendersi conto che, anche quando si esagera con la regolazione “a ferro”, la barca non si avvita, non torce e non flette oltre quello che è il naturale movimento. Tanta tela e tanto peso, se si vuole veleggiare davvero, si possono tradurre in tanta fatica e l’aver dotato i sette winches di di-spositivo self-tailing è stata una scelta ragionata. Come accennato, le andature larghe non premiano queste scelte progettuali e, con poco vento, aprendo verso il lasco si ha un po’ la sensazione di sentirsi morire la barca sotto.

Il motore

Motore Nel corso degli anni di produzione sono state installate, su richiesta degli acquirenti, diverse motorizzazioni: dal Volvo 60 cv, al Nanni Mercedes 72 cv, allo Yanmar 90 cv. E’ nostra convinzione che, il numero di cavalli del Nanni Mercedes, rapportato al dislocamento e valutato nell’ottica del tipo d’utilizzo della barca, sia particolarmente centrato e che, per quanto anche la motorizzazione meno prestante possa offrire una spinta adeguata, quel pugno di cavalli in più non sia affatto sprecato. Quasi d’obbligo l’elica tripala orientabile che offre una superficie di spinta generosa ed una resistenza minima all’avanzamento a vela. Questa risulta anche molto equilibrata quando, con l’uso, l’usura si rende sensibile. Il paragone con la bipala è chiarificatore. Accurato lo studio dell’accessibilità del propulsore che è però posizionato sotto la scala e non può quindi offrire i vantaggi dell’essere alloggiato a centro barca (soluzione adottata in seguito su unità di analoghe dimensioni da Comar, Del Pardo, Jeanneau, etc.). Buona l’insonorizzazione ed ottima la capacità dei serbatoi del combustibile e dell’acqua dolce.

La coperta & gli interni

Coperta ed interni L’aspetto della coperta è l’elemento caratterizzante l’ estetica della barca ed altrettanto quello più discusso. La linea della tuga che prosegue a coronare il pozzetto con funzione di paramare è evidenziata da una banda colorata con una tonalità che ricorda il jeans e che, tra l’altro tende a perdere in fretta lucentezza. Anche aver optato per una serie di oblò laterali apribili in alternativa alla consueta banda in plexy colorato, non alleggerisce l’insieme e richiama vagamente alla mente le fusoliere degli aerei. Dal punto di vista pratico il discorso però si ribalta e l’avere a disposizione ben otto finestrature apribili, otre i boccaporti, è un grande vantaggio per il comfort estivo. A voler ben vedere c’è però un piccolo neo: l’ inclinazione dell’ apertura non permette di lasciare gli oblò aperti nella stagione invernale o durante assenze prolungate e l’assenza di un paio di maniche a vento tipo Dorade appare una svista ingiustificata. Per il resto, lo studio del piano di coperta è stato felice e si può notare “il mestiere” dei progettisti e del cantiere da una quantità di particolari. Per quanto attiene gli interni, i futuri proprietari potevano intervenire in fase di studio della separazione dei volumi e vi sono quindi soluzioni diverse, la più diffusa delle quali è quella con doppia cabina a poppa e due locali servizi. La qualità del teak utilizzato con abbondanza di masselli e carpenteria di pregio rendono accogliente la barca che è comunque piacevole quando le cuscinerie sono realizzate con tessuti dai toni molto chiari.

I difetti

I difetti La barca ha un mercato di estimatori che valutano pregi ciò che per altri sono difetti, la qualità della costruzione è elevata e non si ha mai la sensazione che il cantiere abbia voluto risparmiare in scelte di scarsa qualità. I proprietari interpellati non hanno inoltre evidenziato alcuna anomalia che ecceda ciò che è normale attendersi nella gestione di una barca. E’ quindi difficile scoprire “magagne” che vadano oltre la già citata pesantezza estetica della coperta. Si può affermare che il prodotto è caratterizzato da una qualità elevata in assoluto e da un altrettanto buon rapporto qualità – prezzo.

La quotazione

La quotazione La valutazione commerciale, posto che ogni barca è da valutare singolarmente per condizioni e dotazioni, non è da tutti condivisa in quanto la penetrazione commerciale del modello è stata numericamente inferiore ad altre proposte di inferiore qualità, ma destinate ad un pubblico più ampio. Si può comunque quantificare non inferiore alle lire 160.000.000 per uno dei primi esemplari in condizioni medie di usura. I dati: lunghezza ft m 12,30 • lunghezza al gall. m 10,35 • larghezza m 3,90 • immersione m 1,95 • dislocamento kg 9.000 • zavorra kg 3.600 • superficie velica 91 • posti letto 6+2 • motori 72 cv •progetto Sparkman & Stephens • costruttore Zuanelli.
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