20 February 2017

Apparati radio vhf con funzione DSC, nuova tegola in arrivo?

Nei giorni scorsi è rimbalzata una notizia preoccupante relativa all’imminente obbligo di dotare tutte le unità da diporto, anche quelle non adibite a uso commerciale per il noleggio, dell’apparato VHF con sistema DSC (Digital Selecting Calling), ma non è cosi

Apparati radio vhf con funzione dsc, nuova tegola in arrivo?

È facile immaginare che a questa “presa di posizione” di legge - senza dubbio, poco meditata - conseguirebbe un disagio incalcolabile per i diportisti, con la diretta conseguenza di non poter prendere il mare, sia perché costretti alla sostituzione del vecchio apparato radio di bordo esistente, sia per la mancanza del “patentino” di operatore radio per il sistema DSC, non essendo valido quello “limitato” RTF, conseguito senza esami. Ma, volendo subito tranquillizzare i nostri lettori, le cose non stanno così e le notizie diffuse sono imprecise e fuorvianti.

 

Infatti, come abbiamo appreso da nostre fonti ministeriali, è vero che si sta intervenendo sulla materia – e questo in occasione della “rivisitazione” legislativa dell’attuale Codice della nautica, la cui emanazione è prevista per la fine del 2017 - ma con estrema cautela e senza colpi di mano.

 

La strada che sta seguendo l’ufficio legislativo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, concertandosi col Ministero dello sviluppo economico (che ha competenza sulle Comunicazioni), è di rendere accessibile, innanzitutto, il sistema DSC al mondo del diporto nazionale. La funzionalità del DSC, molto importante per la sicurezza in mare, ai fini della chiamata di soccorso, rimane di fatto preclusa alla maggior parte degli utenti della nautica.

Infatti, l’impiego delle stazioni radio che utilizzano le frequenze e le tecniche del sistema GMDSS (Global Maritime Distress and Safety System), prevede il possesso da parte degli operatori di specifici “certificati” internazionali (il tipo SRC - “Short Range Certificate - SRC”, è il meno “professionale” dei quattro previsti) che si conseguono previo esame, sulla base di programmi ministeriali ricchi di argomenti tecnici (è anche il caso dell’SRC) e, per chi non intende fare l’operatore radio di mestiere, complessi e inaccessibili. Tra l’altro, l’esame si può tenere ora solo a Roma, presso la “Commissione esame GMDSS”, del Ministero dello sviluppo economico, con non poche difficoltà logistiche per chi non risiede nella Capitale.

 

Senza certificato di operatore radio, è possibile utilizzare apparati sia VHF che MF/HF muniti di funzioni DSC, in genere tutti quelli prodotti dopo il 1999, purché tali funzioni non siano attivate. E qui si coglie in pieno il senso di una situazione paradossale, che non necessita di commenti.

L’intervento di rivisitazione legislativa della disciplina “comunicazioni” nell’ambito del diporto – ci confermano dal Ministero - punta soprattutto alla semplificazione per l’ottenimento, da parte dell’utenza della nautica “non commerciale”, del certificato SRC, il “patentino” minimo per l’impiego del sistema DSC.

 

Il nuovo Codice della nautica conterrà le norme che recepiscono questa “istanza”. Non sarà un’operazione semplice - si tratta di intervenire, con equilibrate deroghe, su precise regole internazionali, cioè la SOLAS (Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare – il sistema GMDSS è stato introdotto al Cap. IV, nel 1988), che non è applicabile al diporto e a cui l’Amministrazione attinge, in questo caso, in modo volontario - ma è questo è l’orientamento ministeriale.

È quanto speravamo e più volte, dalle pagine del nostro giornale, abbiamo invitato le Autorità competenti ad attivarsi su questo fronte.

 

Sul tavolo dei lavori ministeriali c’è in primo piano l’ipotesi di prendere “spunto” da quanto messo in campo per il settore della “pesca professionale”, traslandone nel diporto lo “schema”, dove si è semplificato sia il programma d’esame per il certificato “SRC” sia le sue modalità di esecuzione (sostanzialmente è un esame pratico sull’uso e conservazione degli apparati).

Anche la possibilità di inserire nei programmi d’esame delle patenti nautiche la parte riguardante il sistema DSC, in modo da conglobare il patentino radio SRC, sempre con contenuti di studio “alleggeriti”, è argomento su cui si sta discutendo.

Staremo a vedere.

Di certo, la questione apparati e titoli DCS e lo sviluppo e messa in pratica di questa disciplina nel diporto avverrà molto gradualmente nel tempo. Non bastassero le rassicurazioni ministeriali, la logica del buonsenso, di facile esercizio in questo caso, può tranquillizzare il settore.

 

Christian Signorelli

 

 

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