10 January 2017

Bali Catamarans 4.5, ecco la nostra prova!

Plancetta a ribalta, dinette e prendisole di 20 mq al posto della rete, vetrate apribili a prua e poppa. Sottocoperta tre o quattro cabine e fino a quattro bagni. Un 13 metri campione in versatilità degli ambienti

Il cantiere Bali Catamarans è uno dei marchi più giovani nel dinamico settore dei multiscafi. Fa parte di Catana Group di Olivier Poncin, costruttore di multiscafi dal 1984. Mentre Catana costruisce modelli “alto di gamma” e semi custom, Bali serve un mercato più ampio: comprende il charter e i privati e la gamma è ancora in fase di espansione.



Al momento comprende i modelli 4.0 Lounge, 4.3 Loft (anche nella versione a motore) e il 4.5 Open Space. Tutti si distinguono per una grande flessibilità degli spazi e la dinette di prua, diventata il tratto distintivo del brand. Abbiamo provato il 4.5 durante il salone dei multiscafi a La Grande Motte, in Francia.
Qui, da sette anni nel mese di aprile, si riunisce gran parte dei produttori di multiscafi per un appuntamento unico nel suo genere che cresce costantemente grazie anche alla possibilità di uscire in mare con molti dei modelli esposti.

Progetto e interni

Costruito negli stessi stabilimenti dove il Gruppo produce i Catana, il 4.5 Open Space condivide anche le medesime tecnologie di costruzione: scafo e coperta in sandwich di Pvc e infusione. Una barca quindi rigida e robusta, che non esagera nel dislocamento (11,6 t a vuoto, 16,5 a pieno carico).
Una delle doti migliori del 4.5 è a prua: al posto della classica rete che hanno tutti i catamarani c’è un’area living e un prendisole di 20 mq degni di uno yacht dalle dimensioni ben maggiori. Nessuno dei suoi concorrenti vanta lo stesso spazio in quella posizione. Senza arrivare ad avere la porta di prua come nel Leopard 40, questo Bali sfrutta una grande vetrata apribile (170 x 66 cm) che fonde il pozzetto di prua con il salone interno, facilitando comunicazione e passaggio di cibi e bevande.



Insieme alla vetrata tra cucina e pozzetto di poppa si capisce il motivo del nome Open Space che il cantiere ha dato al modello. Le novità non finiscono qui, sottocoperta c’è un’altra caratteristica unica: nella versione a quattro cabine è possibile scegliere se avere un solo grande bagno per scafo (quindi in comune per le due cabine) o due ambienti più piccoli, ma indipendenti. Contrariamente alla maggior parte dei concorrenti, è lo scafo di sinistra che può essere riservato all’armatore.



IN NAVIGAZIONE

La barca è disponibile nelle versioni Bimini (in prova) e Flybridge. A cambiare è soprattutto la posizione della timoneria, più alta e panoramica nella seconda configurazione; di conseguenza anche il bimini e quindi il boma sono più alti e la randa ha una superficie leggermente inferiore.



Il cantiere fornisce randa full batten e fiocco autovirante, entrambi in dacron. Per prestazioni migliori suggeriamo la randa a testa quadra (73 mq contro i 70 della standard), esistono anche quelle laminate in Hydra Net, materiale più performante del dacron, ma bisogna valutare bene la differenza di prezzo (oltre 6.000 euro). Navighiamo con un affollato equipaggio di nove persone e un vento leggero tra i sette e i nove nodi, solo durante qualche debole raffica arriva a undici.



Boliniamo tra i 4,5 e i 5 nodi con angolo al vento reale sui 60°; con questo vento stringere oltre ha poco senso, allargandoci verso il traverso il Bali trova un passo più allegro sui 5,5/6 nodi. Purtroppo la nostra uscita non offre molto di più. Lo skipper ha però incontrato condizioni più interessanti, che descrivono meglio le doti del 4.5: con trenta nodi di vento il cat ha bolinato stabilmente tra 8 e 9 nodi di velocità. Con Code 0 e 15 nodi di aria ha toccato i 9 nodi. Con due unità da 55 cv, si naviga in regime di crociera a circa 8 nodi a 2.100 giri/minuto.

La prova completa di tutti i dati è nel numero di Luglio 2016 di Vela e Motore

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