28 September 2018

Stabilizzatore Veem VG120SD: addio rollio!

Gyro VG120SD è il modello più piccolo dell’australiana Veem. Lo abbiamo provato nelle acque agitate di Venezia e in dislocamento come in planata il risultato si è fatto apprezzare. Facile da installare richiede solo alimentazione elettrica e una presa d’acqua per il raffreddamento

Sempre più diffusi anche su barche di medie dimensioni, gli stabilizzatori giroscopici servono a ridurre i fastidiosi movimenti di rollio durante le soste in rada e in navigazione. Abbiamo avuto occasione di provare il nuovo sistema dell’azienda australiana Veem, il VG120SD installato su un Viking 64’ Convertible.
Prima di addentrarci nella prova, è utile sapere che Veem (rappresentata in Italia da Saim) produce quattro modelli: VG120SD, VG145SD, VG260SD e VG1000SD, il numero rappresenta la potenza espressa in Kilonewton metro (la quantità di forza necessaria per imprimere a un chilogrammo di massa un’accelerazione di un metro al secondo quadrato) di stabilizzazione.

La scelta del modello dipende dal livello di attenuazione del rollio che si intende ottenere, dal tipo di onde che si possono affrontare e dalle caratteristiche della barca. I modelli sono garantiti per avere il primo tagliando dopo 5.000 ore e la prima manutenzione dei cuscinetti a 16.000 ore, operazione fattibile senza dover sbarcare l’apparato, basta avere circa 45 cm di spazio attorno all’impianto per lavorare.

I Veem funzionano senza pinne, è quindi possibile navigare più veloci, non producono resistenza in acqua e non hanno problemi in acque poco profonde. A bordo possono essere installati più di un giroscopio, collocabile ovunque ci sia un supporto strutturale adeguato a trasmettere alla barca la forza generata, non necessariamente a centro nave o nella parte bassa dello scafo.

La nostra prova

L’istallazione sul Viking 64 C è stata fatta a poppa sotto al pozzetto, lasciando una finestra per vederne il funzionamento durante la navigazione. Dalle immagini si può notare la pulizia dell’apparato e i materiali con cui è stato costruito; spicca inoltre il sistema di raffreddamento a scambiatore di calore in acciaio inossidabile con circuito sigillato e quello del vuoto costante, che permette al giroscopio di lavorare in atmosfera a pressione e temperatura controllata. Viene fornita una “scatola” che lo racchiude che ne aumenta anche la silenziosità in fase di utilizzo.

Il test si è svolto a Venezia, scelta per provare l’efficacia del sistema in varie condizioni di onda, infatti all’interno della Laguna ci siamo trovati a navigare con un’onda corta ma violenta, che arrivava da tutte le direzioni, mentre in mare aperto l’onda più formata con vento forza 3 direzione S-SW. Fermi all’ormeggio abbiamo avviato il sistema per saggiarne la rumorosità, a portellone aperto e senza coibentazione abbiamo misurato 65 Decibel a un metro, chiuso il portellone anche quel piccolo rumore sparisce; un particolare interessante è il breve tempo di avviamento del sistema che si riduce a pochi secondi. Usciti dal porto e navigando in dislocamento possiamo dire addio al mal di mare, infatti davanti a Piazza San Marco la nostra imbarcazione era quasi immobile anche al passaggio di traghetti e motonavi, potevamo vedere attraverso la finestra aperta nel pozzetto lo stabilizzatore orientarsi in varie posizioni.
L’impianto, infatti, funziona grazie a un giroscopio con una coppia regolabile che arriva fino a 120 KNm vincolato alla sua struttura da uno snodo cardanico che gli permette di mantenere fermo il suo asse di rotazione e di bloccare il rollio dell’imbarcazione.

Continuando la navigazione verso la bocca di porto a circa 10 nodi incontriamo una nave traghetto e mettiamo il fianco all’onda per avere il massimo del rollio che però non avvertiamo. Il meglio arriva in mare aperto quando il nostro Viking naviga a circa 40 nodi con il Veem attivo, scrutando la potente scia a poppa ci accorgiamo che l’orizzonte è sempre fermo e stabile come se il mare fosse piatto.
Controllando il display vediamo che l’apparato è stato tarato al 75 per cento della potenza, perché la sua coppia raddrizzante è così potente che potrebbe danneggiare le strutture a cui è ancorato alla barca, infatti il Modello 120 può essere installato su barche fino a 75’.

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