Prova Jeanneau Sun Fast 3300, regate in doppio e IRC
Lunghe oceaniche in doppio, regate in stazza Irc e un occhio alle Olimpiadi del 2024. Il nuovo Sun Fast 3300 firmato da Andrieu/Verdier è una barca veloce e aggressiva con tante regolazioni per andare forte
Vi presentiamo subito l’accoppiata dei designer che ha progettato il Sun Fast 3300 di Jeanneau: Daniel Andrieu e Guillaume Verdier. Il primo, firma consolidata del cantiere, perfettamente a suo agio nel mondo delle barche di serie e “papà” dei Sun Fast precedenti. Il secondo è il progettista più in voga del momento, che passa con disinvoltura dalla Coppa America al Vendée Globe fino ai maxi trimarani oceanici e con il 3300 è alla sua prima barca di serie.
«Sono partiti da due fogli bianchi, uno per ciascuno - spiega Hervé Piveteau, Sailboat Naval Architecture Manager del gruppo - poi ci siamo confrontati e da lì in poi i due hanno sempre lavorato insieme».
È una barca nuova, d’altronde il Sun Fast 3200 era del 2007: dopo 12 anni era giunto il momento di ripensarla. Il 3300 è uno scafo aggressivo, che entra in competizione con modelli come il JPK 10.30, il J 99.
Nato per le regate che piacciono ai francesi e che iniziano ad appassionare anche noi in Italia: le lunghe offshore, magari oceaniche (come la Transquadra), fatte in coppia o con equipaggio ridotto da persone “quasi” normali. E con “quasi normali” non intendiamo dei professionisti, ma comunque velisti di spessore.
Pensata per l’oceano, per partecipare a regate con la stazza IRC e anche in ottica olimpica, visto che ai Giochi di Parigi 2024 è prevista la prova mista offshore e la barca sarà selezionata nei prossimi anni.
Leggera, niente spigoli in carena, larga ma senza eccessi, ha uno scafo con un’interessante forma a “onda”, in pratica con tratti concavi a prua e a poppa e sezioni di prua ampie; forma studiata per limitare la resistenza e la superficie bagnata e ridurre il trascinamento.
Questa forma ha richiesto un piano velico spostato verso poppa (la randa square top e il punto di mura del fiocco su una prua leggermente inversa già lo arretrano un po’).
I due progettisti hanno voluto una chiglia IRC dalla forma tradizionale, ma il più rigida possibile: per l’attacco a scafo hanno creato una T in acciaio, che va a incastrarsi all’interno dello scafo stesso, e da cui parte la lama in piombo.
È una barca a tutto pozzetto: grande, anzi enorme, aperto a poppa e con due panche minime – sono lunghe 67 cm scarsi, giusto per far sedere una persona.
Lo spazio per le manovre è ottimo e l’ergonomia in coperta è pensata per quella estrema funzionalità necessaria quando si naviga in due. Il timoniere, seduto sul bordo, ha ai suoi piedi la torretta con scotta e carrello di randa (regolazione fine compresa) e paterazzo. A fianco gli strozzatori per le regolazioni per gestire la forma del fiocco: verso l’alto e il basso, dentro e fuori, e del gennaker.
Sulla tuga le batterie di stopper per drizze e borose. I passavanti sono larghi e sicuri e anche il passaggio alle sartie è agevole (le crocette sono molto lunghe). Unico gavone all’esterno è quello per l’àncora a prua.
Per la prova in mare purtroppo La Rochelle, questa volta, si è rivelata avara e il vento non è mai andato oltre i 6 e 8 nodi. Con randa e fiocco abbiamo navigato a quasi 5,5 nodi di bolina non troppo stretta (con un angolo di virata di poco oltre i 90°).
Ancor più interessante è stato l’uso del Code 5, una vela versatile (scelta anche per ragioni di stazza al posto del code 0, che in IRC è assimilato al genoa e paga molto in termini di rating) e terzarolabile con una zip che si “mangia” la base; la vela inoltre si abbassa con un sistema che tiene la drizza vicino all’albero.
Il Code 5 ci ha spinto fino a 7,5 nodi di velocità di bolina larga. Nonostante il vento leggero si sente in modo chiaro che è una barca reattiva al vento e alle regolazioni. Purtroppo quando abbiamo messo il gennaker l’aria è precipitata e non abbiamo potuto gustarci le forme potenti della barca.
Negli ambienti interni la simmetria è massima, in modo da garantire una distribuzione dei pesi uniforme. Il corridoio centrale, tra tambuccio e bagno a prua, è largo e perfetto per il passaggio e il ricovero delle vele. Due blocchi quasi identici fungono da tavolo da carteggio a destra e cucinino a sinistra, entrambi con la poltrona ergonomica per il navigatore.
E qui va sottolineata la finestratura (molto in voga su questo genere di barche) che guarda in alto e avanti e permette al navigatore di avere sotto controllo il piano velico e il mare circostante.
A poppa il layout prevede due cabine doppie.
Discrete le altezze (alla scaletta 1,80 cm) ed essenziali le finiture. Scafo, coperta, paratie, timoni, tutto è realizzato in infusione, compresi i tre controstampi strutturali e il risultato sono solo 3.500 kg di dislocamento. Una barca tutta da godere in mare e che potrebbe promettere grandi sensazioni… olimpiche.
Prezzo e dati
Prezzo di listino: euro 104.030 Iva esclusa, f.co cantiere con motore 15 cv.
I DATI
Lunghezza f.t. m 10,11
Lunghezza scafo m 9,99
Larghezza m 3,40
Pescaggio m 1,95
Dislocamento kg 3.500
Superficie velica randa mq 34,7
Superficie velica fiocco mq 27,2
Serbatoio acqua lt 100
Serbatoio carburante lt 50
Motore entrobordo 15 cv
Omologazione CE categoria A/6
ProgettoDaniel Andrieu / Guillaume Verdier
INDIRIZZI
Jeanneau, Francia. Lista dealer sul sito www.jeanneau.com
COSTRUZIONE
Scafo e coperta in sandwich con infusione (paratie comprese); lo scafo ha l’anima di balsa e la coperta di schiuma.
PIANO VELICO E STANDARD
Alberto arretrato con grande randa square top, randa+fiocco sono oltre 60 mq di tela, lo spi è di 100 mq e il gennaker di 108 mq. L’albero poggia in coperta e ha due ordini di crocette.