di Giuliano Luzzatto - 24 April 2020

Test Mylius 60 CK, come naviga

Uno yacht che ridefinisce il settore dei performance cruiser, ambito nel quale è oggi l’unico modello di serie in produzione dotato di chiglia basculante

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Il nuovo Mylius 60 CK nasce dal desiderio del suo armatore, Guido Paolo Gamucci, di una barca più grande e confortevole del suo glorioso Cookson 50 con canting keel, adatta a lunghe crociere estive in Mediterraneo in compagnia di una famiglia numerosa e nipoti a bordo.

La “conditio sine qua non” di avere la chiglia basculante è stata dettata innanzitutto dalla pregressa esperienza del maggior comfort in crociera grazie al minor sbandamento.

Gli interni sono studiati per garantire un livello di comfort che non ha nulla da invidiare al Mylius 60 standard a chiglia fissa, una barca che seppur veloce è più orientata alla crociera, con linee d’acqua e volumi differenti.

Il Mylius 60 CK è una barca dai dettagli raffinatissimi, ma ripensata e strutturalmente costruita attorno alla canting keel di Cariboni, direttamente derivata da quella dei Volvo Open 65.

Come tutti i Mylius, anche il 60 CK è frutto della filosofia e delle scelte del cantiere guidato da Luciano Gandini: tutto avviene “in casa”, dall’ideazione allo sviluppo del progetto, fino all’allestimento degli interni.

Solo scafo e coperta, costruiti in carbonio in matrice di resina epossidica sottovuoto (le strutture sono in fibra di carbonio pre-preg) vengono laminati in stampo femmina presso una struttura in Polonia, sempre sotto il controllo Mylius.

Il progettista è Alberto Simeone, tra i fondatori, che coordina un design team interno che si occupa di ogni aspetto.

La nostra prova si è svolta a Punta Ala, in Toscana, con la barca in configurazione mista, con armo racing, ma tutti gli interni da crociera. Il passaggio completo da crociera a regata, facilitato da una infinità di accorgimenti previsti già in fase progettuale, impegna due persone per tre giorni ed è qualcosa di ben diverso dal vecchio approccio “sbarco tutto quello che non serve in regata”.

La barca in assetto racing mantiene gli interni di stazza, ma è un puro cavallo da corsa.Saliti a bordo, ci siamo soffermati sui dettagli della coperta, con un pozzetto ampio e ben studiato dal punto di vista ergonomico, che permette sia il rapido movimento dell’equipaggio in regata che altrettanto comfort una volta allestito per la crociera.

Camminando verso prua si incontra innanzitutto il trasto idraulico recessato sotto al livello del pozzetto, in posizione arretrata per una migliore geometria di regolazione della randa con circuito alla tedesca. Alzando gli occhi, colpisce da subito la forma elegante e leggera delle colonnine delle ruote timone, in posizione avanzata per concentrare i pesi dell’equipaggio a centro barca; su ciascuna di esse trovano posto in maniera simmetrica tutte le strumentazioni e i comandi.

Sullo stelo della colonnina sono a portata di mano i comandi touch per la canting keel, per tutte le regolazioni idrauliche della randa e per variare l’angolo di incidenza di 6° per parte del canard posizionato a pruavia dell’albero. I comandi per la gestione idraulica della randa hanno permesso di allontanare dalla postazione del timoniere il winch, lasciando così spazio per la seduta del randista subito a prua del timoniere.

A seguire in linea, dopo il winch randa, un altro Harken 990 Racing idraulico per la gestione del paterazzo sdoppiato, del gennaker/Code 0 e del fiocco, per il quale non è previsto il carrello, ma la regolazione in/out. I paramare bianchi stondati propongono gli osteriggi a filo in plexiglass scuro a contrasto che ne seguono sapientemente la forma, una finezza estetica e costruttiva che è ormai un marchio di fabbrica per Mylius.

È inoltre degna di nota la pulizia dell’intera coperta con le scotte che scorrono sotto appositi carter, così come le drizze che dal pozzetto sono rinviate a piede d’albero. Quest’ultimo, passante, è un Hall Spars in carbonio, così come il boma racket, cioè con le alette laterali per raccogliere la randa una volta ammainata. Proprio in virtù della sua anima racing, l’albero vanta la possibilità di ampie regolazioni di fino, soprattutto del rake, grazie all’azione dello strallo idraulico.

A tal proposito è notevole la doppia configurazione, con uno strallo da crociera più interno con avvolgifiocco che in regata viene sostituito da un altro strallo murato sull’estrema prua, dalla quale parte il bompresso di 1,5 metri che in crociera viene smontato a favore di una delfiniera che funge anche da supporto per l’àncora.

Il motore è un Volvo Penta D2 da 75 cv con piede ed elica a tre pale abbattibili. Il motore è dimensionato per offrire un’adeguata presa di forza (PTO, power take-off) necessaria per tutte le movimentazioni idrauliche, dalla canting keel ai winch, e per consentire una ricarica veloce delle batterie agli ioni di litio - Mastervolt da 10 kW - in grado di fornire la potenza necessaria per le movimentazioni in crociera, evitando così il fastidio del motore acceso quando non sia richiesto un picco di potenza.

Usciamo accompagnati da una parte dell’equipaggio per le regate – al completo saranno 14 elementi – tra cui il veterano dell’America’s Cup Alberto Fantini, che tutti ricordano a prua del Moro di Venezia. Il vento nel golfo di Follonica è sui 9-10 nodi, con punte di 11,5 senza onda, condizioni ideali per una prima uscita senza correre rischi, ma sufficienti perché la barca possa esprimere il suo potenziale.

Rispetto al 60 a chiglia fissa, i volumi di carena sono stati ripensati in funzione delle maggiori velocità e i minori angoli di sbandamento previsti in progetto: la nuova carena è dunque caratterizzata da volumi di prua più pieni, sezioni centrali più svasate per incrementare la stabilità di forma, uscite di poppa piatte, riduzione dell’immersione del corpo canoa e da un rocker meno accentuato.

Con la costruzione in carbonio e la riduzione del peso in zavorra a soli 5.180 chili, resa possibile dalla chiglia basculante di 40° per lato con un pescaggio di 3,5 metri, i valori del dislocamento sono stati contenuti sotto le 15 tonnellate in configurazione regata.

Le forme di carena sono state disegnate in modo che al lasco, in condizioni di planata, il Mylius 60 CK tenga la prua alta, come uno skiff. Sul piano della sicurezza, la barca è dotata di una crash box sulla ruota di prua in caso di urto con un oggetto semigalleggiante.

Si issa la randa, si arma il fiocco 3 e la barca prende subito vita: è intuitiva e con reazioni immediate senza essere mai scorbutiche, la si sente sotto controllo e la sensazione al timone è di estrema piacevolezza di conduzione.

Abbiamo facilmente raggiunto una velocità di 8,5 nodi stringendo il vento apparente a 30° e non appena si poggia, anche di poco, la barca reagisce facendo salire il log. Il canard a prua, indispensabile per contrastare lo scarroccio quando la chiglia è basculata, era in posizione neutra, ma prevedibilmente orientandolo al vento le prestazioni di bolina potranno migliorare.

Con la canting keel azionata mantiene uno sbandamento di 16° che le permette di prendere tutta la sua lunghezza al galleggiamento. Arriva il momento di virare, come si comporterà una barca con la canting keel? Grazie all’esperienza sui Cookson 50 di Leonardo Chiarugi, che movimenta la chiglia, la virata avviene “da sola” con una morbidezza sorprendente. Il Mylius 60CK manovra come un 40 piedi.

Passiamo al lasco, purtroppo con l’aria in calo a 6 -7 nodi, sufficienti comunque a darci un’idea della potenza che può esprimere questa barca. Scendendo con un angolo al vento reale di 140°, il 60 CK ha fatto la stessa velocità del vento ed è sorprendente l’accelerazione anche con poca aria non appena si sposta la chiglia sopravento.

A 7 nodi di log la barca è stabile, ma sempre reattiva, consente di poggiare immediatamente non appena arriva un po’ più di pressione, così come risponde subito nei cali di vento quando si orza.

Pur essendoci poca pressione sulle vele, la sensazione alla ruota è quella di sentire bene il timone, forse quasi troppo considerata l’aria leggera, lasciando il dubbio che all’aumentare della velocità la conduzione possa risultare un po’ faticosa.

La chiglia basculante prevede una “quick release” che la lascia cadere a piombo per gravità, si tratta di una opzione necessaria in caso di avaria del sistema idraulico, ma utile anche per velocizzare alcune manovre in regata.

Anche il resto dell’idraulica di bordo ha un back up manuale. Tornando all’andatura al lasco, abbiamo molto apprezzato la pulizia della scia a poppa, senza vortici e resistenze indotte, ma ci è rimasta la voglia di adrenalina per una lunga planata con 20 nodi d’aria, quella situazione di “champagne sailing” per la quale il Mylius 60CK è nato.

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Interni

Sottocoperta regna un grande equilibrio estetico tra il bianco dominante a contrasto con il nero del carbonio a vista. Nella dinette, ampia e luminosa, spicca il design del tavolo in carbonio contornato da un divano, simmetrico a quello a tre posti sulla murata interna di dritta. L’attento studio dei livelli e delle disposizioni interne ha permesso di contenere gli ingombri del sistema canting keel interamente sotto al pagliolo e anche la scassa del canard foil è posizionata in modo da non interferire.

Di particolare interesse è la soluzione trovata per la “wet box” della canting keel, necessariamente ispezionabile e comunque un ingombro inevitabile a centro barca: è stata coperta con un sedile imbottito a scorrimento, diventando così una ulteriore seduta al tavolo.Il layout propone a prua un’ampia cabina armatoriale con bagno, due cabine ospiti con bagno a poppa, organizzate con due letti singoli più un’eventuale terza cuccetta a murata, ideale per un figlio piccolo, la cabina marinaio è a estrema prua.

La cucina e il tavolo carteggio sono rispettivamente sulla sinistra e a dritta della scala di accesso a poppavia della dinette. Il tavolo da carteggio prevede anche un alloggiamento specifico per il tablet del navigatore ed è servito da una seduta in carbonio sostenuta da uno stelo che richiama nella forma i supporti del tavolo. La sala macchine è accessibile lateralmente dalla zona carteggio.

Dettagli tecnici

Scheda tecnica e prezzo

Prezzo su richiesta

I dati

Lunghezza f.t. m 18,63

Lunghezza f.t. con delfiniera m 21,53

Lunghezza al gall. m 16,76

Larghezza m 5,40

Pescaggio m 3,50

Dislocamento kg 14.850

Zavorra kg 5.180

Superficie velica bolina mq 238

Superficie velica andature portanti mq 664

Serbatoio acqua lt 400

Serbatoio carburante lt 320

Motore Volvo Penta D2 - 75 cv

Omologazione CE categoria A

Progetto Alberto Simeone | Mylius Yachts

Indirizzi

Mylius Yachts, Podenzano (PC), tel. 0523 538011; mylius@mylius.it – www.mylius.it

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