Il Comet 26 si muove a vela con grande agilità in tutte le andature, dimostrando una buona reattività ai comandi anche con il vento teso che ha accompagnato la nostra uscita in mare.
Generosamente invelato, nella versione più sportiva risulta abbastanza orziero e richiede un buon lavoro sul paranco della scotta di randa alla stregua di una deriva sportiva; per contro, regala buone prestazioni anche di bolina, dove riesce a stringere un angolo al vento contenuto con un passo potente e veloce, mantenendo un movimento morbido nell’affrontare le onde.
Al lasco supera con una certa disinvoltura la velocità di carena senza mai innescare fastidiosi rollii, dimostrando qualità dinamiche da piccolo racer e correndo, senza spinnaker, a oltre 8 nodi con circa 16 di vento reale. Il timone risulta leggermente poco compensato e, a barca molto sbandata, tende a ventilare; una situazione, quest’ultima, che non porta mai a uno stallo repentino della pala. Buona la posizione del timoniere, sia da seduto sulla panca, sia quando è a cavallo del paramare, così come ci è parsa azzeccata la demoltiplica del paranco della scotta randa. In generale, le dimensioni del pozzetto sono buone, con sedute ampie e protette sia dai paramare, sia dalla tughetta alta.
A impressionarci sono le dimensioni dei gavoni che possono contenere gennaker e tutti i parabordi senza problemi, in più, sotto al piano di calpestio, è ricavato un recesso per il serbatoio del fuoribordo. Il camminamento sui passavanti è agevole e l’antisdruciolo risulta efficace senza essere fastidioso nell’uso in crociera.
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