31 March 2015

Charter in Croazia: assicurazione kasko, occhio alle clausole

Pubblichiamo la lettera di un nostro lettore che racconta di una disavventura con un'assicurazione croata. Di seguito anche la loro risposta...

Charter in croazia: assicurazione kasko, occhio alle clausole

Gentile redazione

nel luglio 2014 noleggio una barca in Croazia da Adriatic Challenge, Biograd e stipulo la kasko con riduzione al minimo della franchigia. Il giorno seguente noto una barca alla fonda il cui equipaggio (italiano) avevo conosciuto la sera prima.

Mentre mi avvicino alla loro barca con mare piatto purtroppo onde di un motoscafo, che non avevo visto, mi investono violentemente sospingendomi contro la loro imbarcazione. La falchetta non ha avuto danni, ma inclinandomi ho toccato il loro albero con il mio, e la mia crocetta ha piegato quella della loro imbarcazione. Non ho avuto danni, ma la loro imbarcazione ha dovuto rientrare in porto, dove è rimasta tre giorni.

Avviso subito via mail la mia agenzia ammettendo la mia responsabilità sicuro che la mia RC (compagnia Yacht Pool) indennizzerà armatore e equipaggio per i danni subiti, la barca infatti è stata noleggiata presso il Charter Pitter Yacht, sempre a Biograd.

Terminata la vacanza, di rientro in porto, contatto il comandante della barca che ho danneggiato, ci rechiamo dalle rispettive agenzie per compilare i documenti. Inoltre le stesse società di charter ci mandano a fare la denuncia di sinistro presso la Capitaneria di porto locale che raccoglie le dichiarazioni, ispeziona le barche e commina a entrambi i comandanti una sanzione di circa 100 euro per aver segnalato l’evento con un ritardo superiore alle 72 ore.

Ripartiamo con la certezza che l’assicurazione avrebbe rimborsato i danni visto che Pitter si era trattenuto a titolo di garanzia il deposito cauzionale.

E qui comincia l’odissea tra noi comandanti (il colpevole e il daneggiato ) delle rispettive imbarcazioni verso l’assicurazione Yacht Pool che prima si dimostra collaborativa poi comincia a prendere tempo fino a non rispondere più.

Come è possibile che in un paese dell’unione Europea, un’assicurazione famosa come la Yacht Pool International diventi di colpo evanescente?

Federico Rampini, Milano

 

Abbiamo contattato la compagnia di assicurazioni Yacht Pool che ci ha fornito la seguente versione dei fatti. Ecco cosa ci hanno risposto: 

 

Il danno non è accaduto come lo descrive il signor Rampini, ma è successo che il suo Bavaria 50 e l’altra imbarcazione, Sun Odyssey 509 erano ancorati e legati l’uno all’altro in un luogo dove passano tante imbarcazioni. Si sono legati in modo che gli alberi fossero paralleli. Da domenica (il giorno dell’incidente), fino a venerdì (rientro alla base), raccontavano entrambi questa versione alle rispettive società di charter.

Una settimana dopo l’incidente hanno tentato di denunciare l’accaduto, ma il capitano del porto di Biograd non ha accettato la denuncia perché erano trascorse più di 72 ore dal fatto, e li ha multati per non aver denunciato il fatto nel tempo stabilito dalla legge.

La cosa più importante è che il responsabile della Capitaneria non ha mai confermato la veridicità degli eventi raccontati.

La mia assicurazione Yacht Pool può riconoscere il danno solo se ci sono delle condizioni minime per i danni in base alla polizza RC ossia se esiste una denuncia da parte del mio assicurato (il proprietario dell’imbarcazione Adriatic Challenge); se esiste il danno e la denuncia da parte del danneggiato (il proprietario dell’imbarcazione, Pitter Yachting); se esistono le prove ufficiali (ad esempio un rapporto firmato dal capitano Santini dalla Capitaneria che i fatti sono accaduti)

Non è possibile che lo skipper dell’imbarcazione che ha causato il danno tenti di denunciarlo alla Capitaneria e all’assicurazione. Soprattutto a causa del fatto che la sua dichiarazione non combacia con quella dello skipper dell’imbarcazione danneggiata.

Se lo skipper della barca danneggiata avesse denunciato l’incidente con la descrizione dettagliata dei fatti entro le 72 ore alla Capitaneria, avremmo avuto almeno una delle condizioni minime necessarie per riconoscere il danno. Mi dispiace per l’accaduto, ma nonostante la mia buona volontà non voglio falsificare dei documenti che mancano, ovvero le condizioni minime per il risarcimento dei danni.

Ðek Šurija, direttore Yacht-Pool, Croazia

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