13 February 2013

Croazia nell’UE, alla nautica potrebbe costare caro

Dal prossimo luglio, con l’ingresso del Paese nell’Unione, le regole per le unità da diporto italiane che stazionano in acque croate cambieranno. La situazione è però ancora nebulosa e occorre tenersi aggiornati sulle novità normative...

Croazia nell’ue, alla nautica potrebbe costare caro

ll governo croato sta stendendo delle reti molto insidiose nelle sue acque, le cui maglie, però, non sono predisposte per catturare pesci, ma barche italiane. E non è da escludere che più di qualche "tonno" tricolore, spinto da istinti migratori, possa incapparci.

La metafora viene facile leggendo la normativa in tema d’import e dogana che la Croazia ha di recente varato in vista della sua entrata nell’Unione Europea, il prossimo 1° luglio 2013.

Le unità estere che stazionano attualmente nei marina croati (e le unità italiane, quando entrano in Paesi non comunitari, sono allo stato estero) godono del regime di "temporanea importazione". Vale a dire che possono rimanere nel Paese ospite per un certo periodo di tempo (massimo 24 mesi), trascorso il quale o escono dal territorio "estero" – salvo poi rientrarci – o devono essere nazionalizzate, pagando i diritti doganali e Iva e assumendo lo status di prodotto nazionale. Ciò significa che per le barche italiane la nazionalizzazione in Croazia comporta l’applicazione delle imposte "import" e la regolarizzazione dell’unità con l’iscrizione nei registri croati (per le leggi croate l’iscrizione è obbligatoria per tutte le unità da diporto, indipendentemente dalla lunghezza e potenza motrice; inoltre, le unità di lunghezza superiore a 12 metri sono considerate "navi", con applicazione di un diverso regime tecnico e amministrativo).

Ora, dal prossimo luglio, con l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, questo regime doganale verrà a cadere e il transito delle "merci", unità da diporto incluse, sarà libero, così come avviene tra i paesi membri. 

Le barche italiane (con bandiera italiana, immatricolate, o natanti) potranno accedere e rimanere nelle acque croate senza prescrizioni doganali e limiti temporali, fatte salve eventuali diverse disposizioni che potranno attenere però a questioni di pubblica sicurezza. Il governo croato (Ministero del turismo) ha contattato i possessori di unità italiane stazionanti in Croazia inviando una nota abbastanza sibillina e, crediamo noi, volutamente poco chiara,che ha creato un certo panico tra i nostri connazionali.

 Nel numero di marzo 2013 di Vela e Motore, leggi tutti i nostri consigli per comportarsi secondo le regole.

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