Test Dufour 530, come va: pregi e difetti

Disponibile nelle configurazioni Easy, Ocean e Performance, il 16 metri francese soddisfa le esigenze di armatori base e più evoluti. Disegnato da Felci Yacht Design, concentra nel ponte di coperta le maggiori novità rispetto ai “vecchi” modelli Grand Large della passata generazione

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Volumi, prestazioni e stile. Sono i tre punti di forza del nuovo Dufour 530, che inaugura la nuova generazione di imbarcazioni del cantiere francese che, due anni fa, è stato acquistato da Fountaine Pajot, uno dei maggiori costruttori di catamarani. Un evento rilevante, perché per la prima volta è stato un costruttore di catamarani ad acquistarne uno di monoscafi e non viceversa, come era sempre accaduto in passato per altri grandi gruppi.

Le linee d’acqua del 530 si adattano, senza rivoluzioni, alla richiesta di maggiori volumi, mentre il ponte di coperta diventa sempre più funzionale e gli interni sposano un look più moderno. La cucina resta nella sezione anteriore, all’altezza dell’albero, una soluzione introdotta proprio dallo studio di Felci e Dufour ormai diversi anni fa e diventata un marchio di fabbrica.

I layout rispecchiano la versatilità della barca, capace di accomodare fino a 12 persone in sei cabine doppie e altre due persone nel quadrato, trasformando tavolo e divano in cuccetta, più lo skipper a estrema prua.

Visto da poppa il 530 ha una larghezza che non passa inosservata: una volta aperta la plancetta elettrica sulla sinistra c’è il passaggio verso il pozzetto, mentre a destra si trova il vano per la zattera di salvataggio, ovviamente accessibile anche quando è chiusa. Al centro dello specchio c’è posto per il barbecue, altro elemento tipico di Dufour. Abbiamo provato la barca a Punta Ala, in una giornata che sembrava del tutto senza vento e invece alla fine il canale tra l’Isola d’Elba e la costa ci ha regalato un bella brezza sui 10/11 nodi che la versione Performance, messa a disposizione dal dealer locale Race Nautica, sfrutta bene permettendoci anche un certo divertimento.

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Felci “carena stabile e potente”

Dopo la prova abbiamo avuto la fortuna di parlare proprio con Umberto Felci, che insieme a Lorenzo Giovannozzi, collabora con il cantiere dal lontano 2002. «Il 530 sostituisce il 520, che era a sua volta il vecchio 500, il primo della gamma Grand Large. Riguardo alle linee d’acqua ci sono delle modifiche importanti, ma non eclatanti come quelle che invece abbiamo fatto in pozzetto.

Quella del 530 è una carena per la crociera ed è importante avere buoni volumi e fare in modo che navighi bene. Abbiamo quindi bilanciato ancora di più le sezioni di prua e poppa, aumentando i volumi dell'opera morta per avere cabine più spaziose, mentre l’opera viva rimane simile. Abbiamo steso le linee dello scafo, la barca quindi è più tesa, ha una poppa più bassa sull’acqua e una prua più immersa, modifiche che rendono la carena più potente della precedente, con una velocità critica superiore per favorire andature ad alte velocità.

In coperta siamo invece partiti dalla voglia di introdurre gli elementi già testati nel Dufour 63 per cambiare il tradizionale aspetto dei pozzetti delle barche di serie, che hanno configurazioni molto simili tra di loro. Nonostante le dimensioni più contenute del 530 siamo riusciti a mantenere una buona comunicazione tra le varie zone e il gradino davanti alle timoniere per un accesso comodo ai passaggi laterali.

Sulla tuga abbiamo eliminato il doppio livello con il vetro inclinato e riportandola a un concetto più performance. Negli interni infine abbiamo adottato un nuovo stile per la falegnameria, abbandonando quei tratti classici del cantiere con abbondanza di parti tonde e cedendo quindi a una visione più stilosa.

I masselli sono diventati più spigolosi e in cucina, che ha maggiori superfici e piani di lavoro, il piano di corian ha una cornice integrata che lo rende più pratico. Ci sono nuovi paglioli in materiale indistruttibile e tutta una serie di optional per customizzare la barca e renderla più elegante».

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Navighiamo nella versione Performance, che con circa 50mila euro in più sul prezzo base della Easy (300.700 euro + Iva), permette di avere una barca più orientata alle prestazioni, con albero più alto, ruote del timone in vetroresina, due winch per le drizze – che sono in Dyneema – sulla tuga, randa full batten e genoa al 108 per cento con rotaie laterali, vang e paterazzo idraulico, chiglia in ghisa con siluro in piombo.

Una soluzione che offre meno resistenza in acqua e più momento raddrizzante per una barca più stabile e potente. Un bel passo verso le performance, e non è solo una questione di nome. Proprio la gestione dell’attrezzatura di coperta è uno dei fulcri su cui ruota tutto il progetto.

La barca nasce nella versione Easy, che ha manovre semplificate, adatte al charter e a chi non ha modo di imparare a usare una barca sofisticata. Il fiocco è autovirante, ci sono solo quattro winch, le drizze arrivano in pozzetto e la randa ha un trasto sulla tuga. La configurazione Ocean è invece dedicata all’armatore privato e rispetto alla Easy, al prezzo di 5.900 euro + Iva, aggiunge due winch sulla tuga per le drizze e la randa con circuito alla tedesca.

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Di bolina a 6,3 nodi

Quando usciamo dal porto di Punta Ala il vento è molto leggero ma subito dopo averle issate e messe a segno si stende sui 10/11 nodi, quanto basta per apprezzare le doti di questa versione “spinta”. Abbiamo vele Incidence Sails e una piccola noia alla batteria di stopper sulla tuga che non tiene allentando la tensione delle drizze di randa e fiocco, nulla di grave e aiutandoci con il winch di dritta risolviamo.

La barca guadagna subito velocità e troviamo il nostro ritmo sui 6,5 nodi e un buon angolo al vento La pala singola risponde bene e il controllo della barca è un piacere. Purtroppo non abbiamo un Code 0 per divertirci al traverso, dobbiamo quindi “accontentarci” di bolinare fin sotto all’Elba per poi tornare indietro lascando semplicemente randa e fiocco La postazione al timone è comoda grazie alla posizione dei due winch randa a portata di mano.

Molto interessante il passaggio ricavato davanti alle ruote per accedere ai passavanti, una soluzione che semplifica la circolazione e riduce la fatica di dover scavalcare il paramare. Inoltre i due gradini di aprono per stivare le code delle cime e avere un pozzetto libero e ordinato.

A motore, con un’elica a 4 pale abbattibili, navighiamo a 7 nodi a 2.000 giri e tocchiamo la massima di 9 nodi a 2.700 giri.

In barca con noi c’era Domenico Furci, responsabile italiano prima di Fountaine Pajot e ora anche di Dufour Yachts, che ci spiega la strategia futura: «la nuova pagina di Dufour Yachts è iniziata con le caratteristiche del corso industriale: nel momento in cui Fountaine Pajot ha acquisito il cantiere ha subito creato un effetto virtuoso di economie di gruppo. Queste si sono tradotte in investimenti rivolti tanto al prodotto quanto al mercato e hanno dato risultati importanti, il numero di barche che riusciamo a produrre è infatti superiore a quello del passato, e crescerà in funzione di queste logiche di investimento.

Siamo passati da una capacità di 400 unità/anno a una di quasi 500, una crescita notevole che deve essere ovviamente accompagnata da un mercato a sostegno e i nostri modelli fanno la differenza. Oggi abbiamo rinnovato la gamma in modo costante, ogni anno, e attraverso le novità, riusciamo a essere versatili. Il segmento su cui puntare è tra 46 e 55 piedi e in questa fascia devi esserci ed essere molto forte: il motivo per cui abbiamo progettato il 530».

Scheda tecnica

Prezzo di listino

Euro 300.700 Iva esclusa versione Easy + motore Volvo 75 cv.

I dati

Lunghezza f.t. m 16,35

Lunghezza scafo m 15,50

Lunghezza al gall. m 14,43

Larghezza m 4,99

Pescaggio m 2,80

Dislocamento a vuoto kg 16.193

Zavorra kg 4.600

Serbatoio acqua lt 740

Serbatoio carburante lt 440

Motore cv 75

Omologazione CE categoria A

Progetto Felci Yacht Design

Indirizzi

Dufour Yachts, Francia. Lista dealer italiani

sul sito www.dufour-yachts.com

Costruzione

Scafo laminato a mano in VTR e resina poliestere, murate in sandwich e coperta in sandwich con anima di PVC e infusione.

Piano velico

Albero standard di alluminio a 2 ordini di crocette armato

a 9/10 e posato in coperta. Superficie randa mq 65,5;

genoa mq 59,5. Misure piano velico: I m 19,60;

J m 5,75; P m 19,14; E m 6,00; LP m 6,12.

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