01 September 2013

E' IN EDICOLA VELA E MOTORE DI GIUGNO

Da non perdere lo speciale catamarani! E ancora, cinque prove, le nostre guide, i nostri consigli di nautica pratica e tanto altro!

Contenuti

 

In copertina l’Atlantis 50 (16.30 m di lunghezza), il nuovo coupé di Azimut Benetti provato in anteprima, che soddisfa chi cerca una barca veloce e grintosa (con una coppia di Cummins da 600 cavalli tocca i 32 nodi) e chi quella spaziosa per navigare con la famiglia.

 

Nella sezione prove anche le sensazioni al timone del Prestige 750, un 22 metri tutto in infusione che garantisce robustezza e buone performance. Negli interni un’armatoriale a livello del ponte e tre cabine doppie.

Gli amanti della vela non saranno delusi dalle prestazioni del Bavaria 37 C. la crociera pura è la sua vocazione, il prezzo è uno dei punti di forza. Facile da condurre ospita quattro o sei persone.

L’obiettivo sono le lunghe navigazioni? Vi consigliamo il Moody 54 dalla vivibilità vicina a quella dei catamarani. Divertente da condurre al timone offre comfort elevato.

 

Per i “piccoli”, ma non meno aggressivi ecco il gommone Seapower 550 ideale per il neofita. Si guida senza patente e ha un ottimo rapporto prezzo/prestazioni.

 

Come sempre non mancano le nostre guide, a partire dal dossier catamarani con una guida alla scelta del modello più giusto per voi (potete scegliere tra 17 novità) e i consigli dell’esperto.

 

Ricca di proposte e suggerimenti la sezione Nautica Pratica dove vi raccontiamo tutto quello che c’è da sapere sulle vacanze a noleggio e le verifiche da effettuare per l’acquisto della barca usata a vela.

 

Vela e Motore è disponibile in tutti i formati digitali: per smartphone (Iphone e Android), tablet e pc. 

Sommario

 

3 EDITORIALE
5 CONTRO EDITORIALE di Giorgio Casareto

 

NEWS
12 La voce dei lettori
22 Barche & Novità
32 Eventi
36 Leggi, Balzelli & Co. di Christian Signorelli

 

LE NOSTRE PROVE
40 Prestige 750 di Alberto Mariotti
46 Azimut Atlantis 50 di Alberto Mariotti
52 Seapower 550 GT di Andrea Bacchetti
54 Bavaria 37 C di Tommasino Gazo
60 Moody 54 DS di Paolo Portinari

 

PROTAGONISTI
18 Nicola Pomi, Volvo Penta di Marta Gasparini

 

SPECIALE CAT 
66 Guida ai multiscafi a cura della Redazione

 

SPORT
82 Verso le Olimpiadi:i 49er di Lamberto Cesari
84 Notiziario sportivo di Alberto Mariotti

 

IL GIORNALE DEL NAVIGANTE
86 Protetti dai parabordi di Davide Zerbinati

 

Editoriale

 

La voce di tutti

Piccola e grande nautica, turismo, credito alle imprese e rete dei porti per un nuovo decollo

 

La sfida è cruciale per Massimo Perotti, patron dei Cantieri Sanlorenzo, eletto nuovo presidente di Ucina Confindustria Nautica che si presenta con un programma ricco di obiettivi qualificanti e precisi.

 

Per la sua presidenza punta a “fare sistema” tra tutti gli operatori del comparto per supportare la ripresa, migliorare le normative che condizionano il settore, internazionalizzare la nautica italiana, coinvolgere il sistema bancario per riattivare il credito, riorganizzare il Salone di Genova trasformandolo in esposizione permanente, sviluppare la piccola nautica, senza dimenticare la portualità turistica ristrutturata con “approdi più accessibili e meno costosi per l’utente”.

 

Obiettivo più ambizioso e difficile, promuovere un cambio culturale che cancelli la discriminazione di chi va per mare ovvero che l’appassionato non debba più subire l’immagine negativa dell’evasore o del ricco inquinatore, riassegnando al mare la sua funzione di elemento sociale. Le premesse per un’azione positiva e produttiva ci sono tutte.

La competenza e l’esperienza di un manager che guida con successo un cantiere al secondo posto mondiale nella produzione di maxi yacht sono indiscutibili ed è quindi nelle sue possibilità il consolidamento della ripresa, per quest’anno stimata al 5,5 per cento.

 

Un incremento contenuto, ma di notevole impatto considerato che i ricavi del settore sono in caduta libera dal 2009.

La speranza, comunque, è che il neo presidente voglia stupirci dimostrando la sua concreta volontà di essere il riferimento di tutti, grandi e piccoli, dimenticando le affermazioni che si fanno per propaganda. 

 

Dovrà agire, per citare un esempio, evidenziando come il turismo nautico possa ridare forza al settore, ma anche all’economia nazionale, aprendo i porti non soltanto ai superyacht, ma anche e soprattutto alla grande flotta delle piccole imbarcazioni che sono la linfa vitale per un nuovo decollo della cantieristica e dei territori interessati dagli approdi. Per quanto riguarda le infrastrutture portuali, non dimentichiamo che le coste italiane sono punteggiate da marina iniziati e mai conclusi, porti commerciali e pescherecci inutilizzati dove è possibile creare nuove opportunità soprattutto per la piccola nautica. 

 

Una prospettiva che spinge a riproporre il “vecchio”, ma mai così attuale progetto di Vela e Motore per la creazione di un network di approdi con la loro messa in rete: un sistema che può diventare efficiente in tempi brevi. Un’operazione quasi a costo zero, basta volerla tutti insieme senza trasformare anche questa in un’occasione mancata.

 

Buon vento al presidente e alla nautica italiana.

Controeditoriale

 

La nautica ha bisogno di consenso

Perché un settore come il nostro che distingue l’Italia genera solo disagio? Perché non siamo bravi a farci conoscere
 

di Giorgio Casareto

 

Alla domanda di quali siano le misure necessarie per il miglioramento del sistema portuale turistico in Italia, sento spesso rispondere che basterebbe guardare alla Francia e alle sue modalità di sviluppo, ma non credo che questo sia il solo messaggio chiave.

 

Ciò che ci penalizza non è (solo) l’approccio al territorio, ma anche l’atteggiamento verso la nautica. Prima di parlare di tasse, aliquote, agevolazioni etc. vitali per gli operatori del settore in vista della ripresa dobbiamo concentrarci sulle persone. Mi riferisco alla gente comune, che quando fa un giro in porto o vede una barca, subito riconduce i diportisti a un contesto negativo di lusso e di eccessivo privilegio.

 

L’impressione è che la nautica sia solo autoreferenziale, senza considerare che esiste un mondo che la circonda e del cui riconoscimento ha grande bisogno. Una barca è prima di tutto emozione, navigare è emozione e anche un porto lo è. E sono queste emozioni che ci guidano. Una vettura e una moto sportiva, un capo firmato, un gioiello generano sentimenti spesso forti, anche nelle persone che non ne entreranno mai in possesso. Però, attraverso quell’emozione, partecipano a uno spirito di identità nazionale perché orgogliosi dell’eccellenza del proprio paese.

 

Perché tutto questo non accade quando si parla anche di barche? Perché un settore che distingue l’Italia genera così grande disagio? Perché non siamo bravi a farci conoscere.

Occorre, quindi, parlare a queste persone e aprire le porte del nostro mondo, far sapere chi siamo, come realizziamo i nostri prodotti, la ricchezza che generiamo e quante famiglie vivono grazie al nostro lavoro.

 

Dobbiamo guadagnarci un consenso e un rispetto che ci appartengono di diritto per il contributo economico che diamo al Paese, liberandoci dell’etichetta di privilegiati.

 

Infine, a livello più tecnico, ecco alcuni spunti che possono servire al decollo del sistema portuale:

armonizzazione dell’Iva allo stesso livello delle strutture alberghiere (10%);

criteri di calcolo imposte (IMU, Tarsu, canoni demaniali) analoghi e coerenti per tutti i porti. Oggi strutture site nel raggio di 50 km hanno livelli di imposizione difformi tra loro a scapito di una corretta concorrenza;

l’introduzione nel Codice della Navigazione con poche norme che consentano ai marina di essere tutelati nei casi di morosità, oltre al conferimento di status normativo del contratto di ormeggio che, inesistente sotto il profilo giuridico, viene equiparato ad altri quali i campeggi;

un network a gestione centralizzata tra porti strategicamente distribuiti sul territorio per presentarsi come unico interlocutore in grado di proporre un pacchetto vacanza a chi naviga lungo le nostre coste. Il tour-operator della portualità.

 

Oggi, parlare di vera ripresa è prematuro, ma certamente è il momento di sostenere i primi segnali positivi che arrivano dal mercato.

 

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Le ultime prove