Un elemento centrale del progetto è il rollbar, che distingue tutta la linea LC: serve ad eliminare la scotta della randa dal pozzetto, facilitando così le manovre e migliorandone il comfort, perché le manovre sono tutte rimandate a poppa e gestibili dal solo timoniere. La barca è infatti impostata per navigare bene con equipaggio ridotto, una necessità sempre più frequente. Il rollbar serve inoltre anche come sostegno per il bimini. Coloro che invece non lo gradiscono, e sono diversi gli armatori che ancora storcono il naso, possono optare per la versione Sport, che non solo lo elimina, ma anche le panche che incorniciano lo specchio di poppa, ha un albero maggiorato di alluminio, randa con punto fisso in pozzetto, sartiame in tondino, tendistrallo idraulico integrato, winch Harken Performa STP 50 e spiaggetta di poppa che da chiusa resta a filo con il fondo del pozzetto. L’albero maggiorato è disponibile anche come accessorio singolo nella versione base (quella con il rollbar, a cui volendo vanno aggiunti, in optional, i winch elettrici).
La carena è stata disegnata per lavorare con una sola pala del timone e una chiglia da 2,25 metri (disponibile la versione optional da 1,80 metri), mentre l’albero di alluminio ha la randa avvolgibile, soluzione scelta dalla maggior parte dei primi armatori della barca.
Nonostante le sue dimensioni compatte, il 42 LC ha forme filanti e proporzionate ed è facile cogliere alcune piccole, ma sostanziali differenze con le linee dei suoi predecessori. Ed è proprio Marco Lostuzzi, con cui abbiamo la fortuna di navigare, che ci spiega i punti forti del 42 LC: «vista la filosofia della gamma LC, la crociera comoda e a lungo raggio, uno dei principali obiettivi era dare più spazio possibile all’armatore. Lo abbiamo fatto allargando leggermente le sezioni di prua della carena, con il risultato che la cabina è addirittura più grande di quella del 46 LC. Per bilanciare la carena e ristabilirne la corretta simmetria a barca sbandata abbiamo dovuto allargare anche le sezioni di poppa, mentre quelle immerse sono rimaste simili al 46, più magre per facilitare il passaggio sull’onda. Un altro elemento interessante sono le forme svasate delle murate a poppa, conseguenza della richiesta frequente di avere la larghezza massima del ponte molto arretrata, una preferenza che ha motivi soprattutto estetici, ma capace di “regalare” un pozzetto ampio e con sedute lunghe e comode. La maggior larghezza va però contenuta sui fianchi, per evitare di avere murate troppo voluminose e una superficie bagnata esagerata, da qui le svasature visibili dalla banchina. Riguardo al timone abbiamo preferito la singola pala per facilitare le manovre in porto: è una barca da crociera che deve entrare e uscire spesso dai marina senza complicazioni: le due pale hanno bisogno di più abbrivio prima di rispondere a dovere. Inoltre la nostra pala è profonda e posizionata ben avanti sulla carena, quindi lavora con efficacia anche a barca sbandata. Non solo, a motore ha meno superficie bagnata ed è più leggera e semplice rispetto alle due pale».