Avanti tutta

Pubblichiamo il testo integrale dell'intervista al presidente di Ucina Confindustria Nautica Carla Demaria.
La revisione del Codice della Nautica è realtà e Ucina incassa il risultato. Grazie alle semplificazioni il nostro Paese diventa più competitivo e si allinea al resto dell’Europa. L’azione dell’associazione
è già ripartita con nuovi obiettivi e un invito allargato a Nautica Italiana
di Marta Gasparini (marta.gasparini@edisport.it)
Carla Demaria e tutta la squadra di Ucina Confindustria Nautica, bisogna riconoscerlo, ci hanno messo l’anima per centrare l’obiettivo. Tre anni di lavoro, dodici tavoli tecnici ministeriali, 48 incontri sul territorio, per non parlare di una costante azione di marcatura sul Governo per arrivare a un traguardo, per niente scontato. L’esito non potrà piacere a tutti, ma alla fine la svolta è arrivata: il nuovo Codice è legge a beneficio di un settore in ripresa, fiaccato dalla crisi e da gravi errori del passato.
La revisione contiene un fiume di norme a sostegno dell’intera filiera: dai cantieri agli operatori del turismo nautico e del charter, fino ai diportisti. Vediamo alcuni punti salienti con Carla Demaria, presidente di Ucina Confindustria Nautica.

Il testo di riforma del Codice della nautica è stato approvato e il Governo ha accolto la maggior parte delle richieste di integrazione presentate da Ucina. Quali sono le misure che cambieranno la vita del diportista e degli operatori?
«La riforma è importantissima perché riguarda la nautica intera e l’utenza e arriva dopo quasi tre anni di lavoro. Semplificare e ammodernare non è mai facile in questo Paese, ma il risultato è uno strumento moderno e competitivo. Siamo, quindi, davvero soddisfatti perché il Governo ha recepito le richieste presentate da Ucina in coordinamento con Assomarinas e Assonat-Confcommercio (portualità turistica), Confarca (scuole nautiche) e Assilea (leasing). Ci tengo a sottolineare che l’obiettivo è stato raggiunto grazie al lavoro di squadra di tutti e, visto il successo, abbiamo pensato di istituire un comitato permanente che seguirà da vicino anche la fase dei decreti attuativi».

Il Registro Telematico della Nautica, leasing, licenze Vhf

Punto centrale della riforma è il Registro Telematico della Nautica.
«Si tratta di una grande conquista di cui beneficeranno aziende, professionisti e soprattutto i diportisti, in quanto semplifica gli adempimenti a carico dell’utenza. Come per il settore dell’auto anche la nautica sarà dotata di un registro telematico che snellirà le procedure burocratiche in maniera efficiente, sicura e riducendo drasticamente le tempistiche».
Come funzionerà e quali i tempi?
«I server della Motorizzazione civile raccoglieranno digitalmente tutte le informazioni relative alle unità di nuova registrazione. Ciò vuol dire che verranno aboliti i più di cento registri cartacei finora conservati dalle Capitanerie di Porto e nel tempo saranno “importate” gradualmente anche le unità già iscritte. Si trattava di un sistema obsoleto non sicuro (vedi doppie immatricolazioni etc.) da domani blindato da sistemi che dialogheranno fra di loro. L’interfaccia del Registro sarà lo Sportello Telematico del diportista (STED), che rilascerà la licenza di navigazione, il cambio di proprietà, di residenza, il rinnovo e la convalida del certificato di sicurezza, il certificato di idoneità al noleggio, l’autorizzazione alla navigazione temporanea e il rilascio della nuova licenza provvisoria, attraverso una modulistica semplice e a prova di errore. Non è tutto: quando il diportista iscrive la propria barca, la ricevuta della presentazione fungerà da licenza di navigazione con una validità di venti giorni».
Quali sono i cambiamenti per chi acquista una barca in leasing?
«Anche il leasing è collegato allo sportello telematico in quanto potrà iscrivere la barca anche l’utilizzatore di un leasing, che non dovrà aspettare i tempi burocratici della banca. Prima poteva farlo solo quest’ultima, che rimane comunque la proprietaria dell’imbarcazione fino alla cessazione del finanziamento».
In generale quanto ci vorrà per il rilascio della documentazione?
«Anche questa materia è regolamentata dalla legge. Dopo aver effettuato l’iscrizione dell’imbarcazione, la consegna dei documenti deve avvenire in un massimo di 20 giorni che scendono a 7 per i duplicati. Finora dipendeva dalla disponibilità e velocità dei singoli uffici da domani avremo la certezza dei tempi».
A proposito di licenze, per il VHF è previsto un esame?
«Sono valide le licenze già rilasciate per le imbarcazioni da diporto e si prevede l’esclusione di qualsiasi esame per l’impiego di VHF sui natanti. Visto che la problematica riguarderà soprattutto i neopatentati, lavoreremo per fare in modo che questo avvenga nell’ambito dell’esame per la patente nautica».
Un’altra modifica di cui andate orgogliosi?
«La lista è lunga. Ci tengo a sottolineare una norma specifica per le iscrizioni delle navi nel registro internazionale che possono avere gli stessi documenti di una imbarcazione, ma soprattutto la cancellazione del limite massimo delle 1.000 tonnellate. Imbarcazioni e navi possono beneficiare di una licenza di navigazione provvisoria per poter essere immediatamente utilizzate, e i cantieri dell'ampliamento e della semplificazione della targa di prova, ad esempio quando vanno ai saloni all'estero. Altre semplificazioni riguardano il registro delle navi in costruzione, rilevante per i costruttori di yacht di grandi dimensioni e le procedure per le imbarcazioni prive di marcatura CE. I cittadini della Ue, inoltre, avranno la possibilità di mantenere la bandiera italiana indicando semplicemente il domicilio invece di recarsi nei consolati. Per la dismissione di bandiera si prevede un termine fissato in trenta giorni, trascorsi i quali varrà il silenzio assenso. Il Codice, inoltre, disciplina il sistema di rilascio della patente nautica, tutela i natanti (barche fino a 10 metri esenti da obbligo d’immatricolazione), sostiene lo sviluppo della cantieristica e del refitting, introduce le motorizzazioni gpl, prevede nuove figure professionali…».

La bandiera italiana, Bollino Blu, porti turistici

Quali sono le misure che renderanno l’Italia più appetibile all’estero?
«Il nuovo Codice rende la nostra bandiera molto più interessante anche per chi ha una barca registrata all’estero rispetto a quella inglese, maltese e francese. Un punto su cui tutte le parti coinvolte erano d’accordo sin dall’inizio ».
E a proposito di Bollino Blu?
«Prima dell’approvazione del Codice l'adesivo era una direttiva annuale, reiteratamente ottenuta da Ucina. Oggi è legge per cui l’armatore può richiederlo preventivamente alla Capitaneria locale e, se i documenti sono in regola, riceverà il Bollino Blu, valido da giugno a settembre».
Ci sono alcune novità anche per quanto riguarda la portualità. Ad esempio la norma sugli ormeggi in transito nei porti turistici.
«Si è trattato di una manovra da equilibristi e abbiamo svolto un lavoro di bilanciamento perché nella maggior parte dei casi i concessionari dei marina sono dei privati che hanno investito i loro capitali. È stato riconosciuto per legge il diritto di rifugio per maltempo; l’accosto gratuito è previsto per un massimo di quattro ore fino a tre volte nel mese.
La quota di ormeggi destinati al transito è fissata dalla legge durante la stagione estiva ed è ferma all’8 per cento del totale dei posti nei restanti mesi. Avevamo chiesto una norma meno rigida, che rinviasse alla concessione. Non è stato facile, ma alla fine si è riconosciuta maggiore flessibilità al concessionario».
Cultura del mare: ci sarà una giornata inserita nell’educazione scolastica?
«Era importante introdurre una norma per valorizzare il nostro settore e creare le condizioni per avvicinare più utenti al mare, sviluppare la cultura del mare inteso come risorsa di valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico. Così è stato con l’accordo di tutti, e questo ci fa capire quanto sia cambiato l’atteggiamento del legislatore nei confronti del comparto».
Quali istanze non sono state recepite?
«È passato il 99 per cento delle nostre richieste. Sono rimaste inevase la regolamentazione del noleggio dei natanti nel senso che sono state fissate norme quadro e per il resto rimane la competenza delle Capitanerie di Porto locali e la regolamentazione dei droni e dei tender al traino dei superyacht».
Adesso si entra nella fase più delicata, quella del regolamento attuativo. Molto spesso abbiamo assistito (non solo in campo nautico) a dannosi stravolgimenti dell’impianto originale. Come potrete vigilare affinché ciò non accada?
«Abbiamo iniziato con dodici tavoli tecnici che hanno lavorato su una “messa a punto” di una materia che già esisteva, ma aveva bisogno di essere resa più efficace. La riforma, infatti, stravolge in maniera positiva uno strumento vecchio e farraginoso, semplificandolo e rendendolo più aderente ai tempi. Il giorno prima dell’inaugurazione del Salone di Genova dello scorso ottobre abbiamo corso il rischio di perdere l’80 per cento delle nostre modifiche, ma per fortuna grazie al confronto positivo con il Governo siamo stati ascoltati e il risultato è sotto gli occhi di tutti».
Quanto dovremo aspettare prima che tutto questo entri in vigore?
«Il primo grande passo è stato fatto. Alcune norme sono immediatamente operative, per altre bisogna aspettare l’emanazione del regolamento, previsto entro sei mesi. Siamo ottimisti».

Le associazioni coinvolte

È stato facile lavorare in tandem con le altre associazioni?
«È più complesso gestire un’associazione con tante idee e tante teste rispetto a un’azienda con un’unica missione. Così quando fai parte di un’associazione devi per forza raggiungere un compromesso e trovare un accordo condiviso che sposi le esigenze degli associati. A tutti, sin dall’inizio, era chiaro il concetto di rendere il Codice più moderno e il nostro Paese più competitivo».
Da cui l’importanza di lavorare insieme per fare massa critica. Non crede che una “collaborazione”estesa anche a Nautica Italiana rafforzerebbe ulteriormente il settore intero?
«L’unione fa la forza e questo lavoro ne è la testimonianza. Ai tavoli del Codice erano accreditate Assomarinas, Assonat-Confcommercio, Confarca e Assilea, insieme a Ucina, l’unica associazione riconosciuta da Confindustria perché così prevede il suo statuto. Ecco perché non era presente Nautica Italiana, di cui in più occasioni abbiamo invitato gli associati per condividere le proposte. Attualmente ci sono altri argomenti che abbiamo proposto di condividere con N.I. Un esempio: la camera per l’arbitraggio delle controversie nautiche per il diporto (un riferimento per redimere le dispute legali con arbitri qualificati senza ricorrere alla magistratura evitando le lungaggini della giustizia civile) che interessa in particolare le grandi navi. Altri progetti in cantiere sono: il contratto di lavoro aderente al nostro settore, ad oggi molto parcellizzato, la promozione della filiera nautica e il supporto legale e all’export per le aziende, soprattutto di medio piccole dimensioni e, infine, un altro tema la formazione a tutti livelli. Si tratta di progetti molto impegnativi che meritano l’attenzione di tutte le parti coinvolte».
Quindi possiamo dire che il 2018 sarà l’anno della conciliazione?
«Me lo auguro. Credo che il Salone di Genova abbia creato le condizioni favorevoli a un riavvicinamento: grazie anche alla ripresa sono tornati a esporre alcuni grandi marchi fuoriusciti da Ucina. È evidente che ci sono delle situazioni pregresse complesse, punti di conflittualità irrisolti che non aiutano, ma ho la certezza che Ucina abbia sempre agito per il bene di tutto il settore e non solo dei suoi associati. L’invito è, dunque aperto. E se riusciremo a centrare questi obiettivi insieme, sarà un grande risultato».
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