Intervista allo skipper Francesco De Angelis

Francesco De Angelis è tornato a regatare nelle acque di casa, protagonista a bordo di Cannonball della Regata dei Tre golfi organizzata dal CRV Italia di Napoli. L'equipaggio ha tagliato l'inedito traguardo al largo di Sorrento al secondo posto, a solo un minuto dal vincitore in tempo reale Jethou, ed è impegnato nell'Europeo Maxi a Sorrento

È tornato a regatare nelle acque di casa Francesco De Angelis, protagonista a bordo di Cannonball della Regata dei Tre golfi organizzata dal CRV Italia di Napoli.

L'equipaggio ha tagliato l'inedito traguardo al largo di Sorrento al secondo posto, a solo un minuto dal vincitore in tempo reale Jethou, ed è impegnato nell'Europeo Maxi a Sorrento

Com'è tornare nelle acque di casa?

«Sono belle occasioni che capitano raramente, quando puoi partecipare con una bella barca e un bel team ne approfitti. Il campo di regata è nuovo per tutti, anche se sei del posto devi stare attento a pensare di non conoscere tutto. Anche il club per il quale ho sempre regatato, l'Italia, lo frequento meno ma proprio per questo è una bella occasione».

Che esperienza è quella dei Maxi?

«Sono barche grandi e veloci, con tipi diversi di regate - bastoni e costiere -, con dinamiche diverse legate anche a meteo e tattica. Sono regate tirate, con tutti equipaggi bravi e barche molto vicine, la differenza la fanno i dettagli».

Quale dettaglio vi ha portato al secondo posto con una distanza così minima dal primo nella Regata dei Tre golfi?

«All'ingresso del golfo di Napoli eravamo attaccati, la differenza in questi casi la fa una nuvola di pioggia o un salto di vento e, soprattutto la prima, non puoi prevederla».

Come ha trovato questa regata storica?

«Non ne ho fatte tante, ma ha sempre un fascino notevole, è la classica lunga napoletana che è cresciuta negli anni».

Prima si partiva a mezzanotte, quest'anno alle 17. Che differenza c'è?

«È sempre molto difficile, prima la partenza di notte era con vento leggero. Con questa partenza hai più ore di navigazione veloci prima della notte. Ma le difficoltà sono sempre le stesse.

Non solo timone, ma adesso anche l'attività da coach, com'è questa nuova esperienza?

«Mi interessa lavorare con i professionisti del circuito TP52 perché sul piano tecnico sei sempre al top, vedi tutto da un'altra prospettiva e impari anche».

De Angelis e la Coppa America, un discorso ormai chiuso?

«Io ho fatto una lunga esperienza in quel circuito. Adesso è un altro sport, mi interessa la parte tecnologica che si è sviluppata, ma è diventata predominante rispetto all'uomo, che ora è la parte debole. Il ruolo di timoniere e tattico è sempre lo stesso, ma cambia la velocità del mezzo. Tutti gli sport vanno più veloci, ma mentre nel calcio, ad esempio, si corre sempre, qui si perdono dei ruoli e se ne cambiano altri. E, inoltre, non si vede cosa accade a bordo dall'esterno. E anche il match race non è più come prima».

1/5

@ ROLEX | Carlo Borlenghi

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