Il primo elemento che salta all’occhio osservando l’Invictus CX270 è la forma larga e piatta della prua. Nonostante la carena presenti la classica forma a V, la coperta è infatti piatta, offrendo una vera e propria terrazza sul mare, con uno spazio a disposizione più ampio delle concorrenti di pari misura.
È senza dubbio la soluzione più innovativa e interessante del cantiere, già proposta su modelli di dimensioni inferiori e che la rende unica nel suo genere. L’area di prua, quindi, diventa particolarmente comoda grazie a questo disegno, sebbene l’unico neo sia rappresentato dalla necessità di avere l’àncora nascosta sotto alla prua, anche se facilmente raggiungibile tramite un gavone. Agevoli i passaggi poppa-prua presenti su entrambi i lati, mentre la strumentazione, fornita da Suzuki, è completa e posizionata in una postazione di guida confortevole con il tipico poggiapiedi in teak e un sedile doppio trasformabile in poggiaschiena.
Nel pozzetto troviamo spazi sufficienti per la vita di bordo, con un lavandino a sinistra e il divanetto a L che può diventare postazione pranzo montando il tavolino, ma che può anche essere ribaltato verso poppa ampliando il prendisole fino alla zona motori. Le plancette sono generose e quella di sinistra è raggiungibile con un pratico passaggio sistemato alle spalle del divano. Su richiesta possono essere ricoperte in teak e la scaletta è a scomparsa. Gli interni hanno una cabina abitabile con letto e bagno separato, anche in questo caso con dettagli curati.
L’Invictus CX270 che abbiamo provato nel mare di Tropea in Calabria, in una giornata di mare calmo, era motorizzato con un Suzuki DF350A. Le condizioni meteo ci hanno permesso di apprezzarne le prestazioni massime senza particolari difficoltà. La barca ha viaggiato a velocità di crociera, intorno ai 4.000 giri a circa di 25 nodi con un consumo di poco superiore ai 20 litri\ora. Al di sopra dei 3.250 giri, il punto minimo di planata, lo scafo ha risposto in modo reattivo e le velocità sono salite rapidamente fino a raggiungere una punta di 43 nodi, lavorando con il trim fino al 70 per cento che ha consentito di superare i 6.000 giri. Senza utilizzare il trim siamo comunque riusciti a toccare i 38 nodi a 5.800 giri, con consumi leggermente superiori ai 100 litri\ora. Buono anche il tempo di ingresso in planata, considerando la tipologia di scafo, con poco più di 6” a 18 nodi di velocità. L’unico neo è la rumorosità del motore, non eccessiva ma superiore rispetto agli altri modelli della casa giapponese e a quella dello stesso DF350A provato su altri scafi.