Siamo in un appartamento a Port Grimaud e nel pontile sotto casa sono ormeggiati due modelli, parecchio diversi tra di loro: Natalia a sinistra e Amacor a destra. Saranno a nostra disposizione per entrambe le giornate e con loro ci sposteremo non solo per il test in mare ma anche per andare a cena, proprio come farebbe l’armatore. Con noi c’è anche Radenko Milakovic che nel 2007, dopo avere visto il 38’ ed essersi innamorato del brand, ha comprato il cantiere apportando diverse modifiche all’unico modello in gamma per renderlo più facile da condurre anche per i meno esperti.
Le modifiche riguardano soprattutto i motori con la modifica della carena e l’introduzione della trasmissione IPS invece che in linea d’asse che rende l’esperienza al timone sicura e immediata. Con il cambio della carena sono aumentati anche i volumi e la lunghezza è passata da 38 a 42 piedi con un’abitabilità interna migliorata. Mentre molliamo le cime dal nostro ormeggio casalingo Radenko ci racconta che «il 42’ Torpedo non si distingue soltanto per la sua bellezza, non è l’unica caratteristica.
È bella ma anche capace di ottime performance, naviga bene ed è molto sicura. In mare ha un comportamento facile e intuitivo grazie anche al nuovo scafo disegnato appositamente per ospitare i motori Volvo Penta con sistema IPS. Come cantiere il nostro principale obiettivo è la soddisfazione del cliente. Siamo distanti anni luce dalla pratica comune di vendere la barca e poi trascurare l’armatore. Ci piace crescere insieme e diamo loro la possibilità di scegliere se essere liberi e indipendenti, ma in caso di necessità noi siamo presenti con una serie di servizi importanti. Ad esempio, se l’armatore ha bisogno di trasferire la barca da un luogo all’altro e non si sente sicuro di essere da solo possiamo gestire la navigazione con uno dei nostri comandanti. Tra i nostri servizi ci occupiamo anche di manutenzione ordinaria, riparazione e invernaggio oltre che di concierge ad armatore e ospiti grazie alla collaborazione con operatori del calibro di Sportmer a Saint-Tropez e ANG a Cogolin».
Prima di raggiungere le acque libere ci muoviamo per i canali di Port Grimaud sperimentando in prima persona la facilità di manovra grazie al joystick Volvo. Ma è solo quando usciamo in mare aperto che si apprezzano fino in fondo le qualità marine di questa carena. Come ci spiegava Radenko, potrebbe essere facile “accontentarsi” del look elegante e retrò di questo modello. Il meteo è buono ma il mare è segnato da una potente onda residua che mette in evidenza le capacità di Torpedo che affronta il mare con grande agilità.
Il comandante ci esorta a spingere sulle leve del motore senza paura e dopo qualche miglio aumenta la confidenza con le reazioni della barca e la sicurezza nella conduzione. Saltiamo le onde con atterraggi morbidi ma spettacolari e anche nelle virate più strette non serve togliere gas, Torpedo segue i comandi senza mai mettere in crisi il pilota o tradire reazione scomposte.
Raggiungere la velocità massima non è facile perché le onde sono potenti e bisogna rallentare, tocchiamo i 38,5 nodi di massima sapendo di avere ancora una buona riserva di potenza (il cantiere dichiara 47 nodi). Ovviamente un regime di crociera prevede andature più miti, ma le capacità di affrontare anche condizioni meteo difficili sono indiscusse. Torpedo non è solo una barca da mostrare ma anche, e soprattutto, da vivere e navigare senza paura.
In Mediterraneo la base principale del cantiere è a Port Grimaud, nel golfo di Saint-Tropez, dove abbiamo provato la barca anche apprezzando la sua agilità nei canali della cittadina francese. Avere una coppia di Torpedo ormeggiati sotto casa fa un certo effetto.