21 May 2018

Ci lascia Cesare Sangermani

È morto all’età di 71 anni Cesare Sangermani, il patron degli omonimi cantieri dove per oltre un secolo si sono costruite le leggendarie imbarcazioni a vela in legno. Da tempo lottava contro una grave malattia. Lascia la moglie e due figli
Sangermani, un nome, una leggenda, un’icona di stile. Il cantiere era nato a Mulinetti di Recco nel 1820, in seguito trasferito a Rapallo e dopo la seconda guerra mondiale nell’area del porto di Lavagna.

Cesare prese il nome dal nonno, figlio di Ettore detto Dorin, che aprì in una piccola bottega sul mare e nel 1896 costruì una barca per il figlioletto Cesare. Da allora i successi si susseguirono oltrepassarono i confini nazionali.

Cesare era conosciuto anche con il diminutivo “Cesarino” per distinguerlo dal padre Cesare senior. Grande velista, nel 1971 aveva vinto la Giraglia a bordo di un Mania e aveva preso il timone di Sangermani nel 1977, e se da un lato aveva mantenuto invariata la filosofia del cantiere, continuando a produrre “pezzi unici”, aveva avuto il coraggio di guardare avanti. A partire dal 1978, iniziò a produrre utilizzando materiali compositi avanzati: resine epossidiche, vtr, il nido d’ape d’alluminio, il kevlar, il carbonio e il nomex.

L'attività dei cantieri Sangermani si è fatta conoscere e riconoscere anche grazie a quell'inconfondibile linea gialla sulla fiancata che termina con tre punti decrescenti, a simboleggiare l’iniziale, in alfabeto Morse, di Sangermani.

Tra i miti nati nel cantiere ricordiamo Gitana IV che vinse nel 1965 la regata del Fastnet abbassando di ben undici ore il record precedente. E ancora Samurai (1962), il prima classe RORC di 18 metri che ancora oggi vince nei circuiti di barche d’epoca Panerai. E Ulisse (1972), il 24 metri armato da Patrizio Bertelli.

Istrionico, battagliero, fiero della sua azienda e delle sue barche: lo ricordiamo così al Raduno Sangermani al Marina di Varazze nel 2016 dove, con alcuni dei suoi prestigiosi modelli era il testimone di un marchio apprezzato in tutto il mondo per la lavorazione dei legni e delle essenze, per la purezza formale delle linee e la meticolosa ricerca della perfezione.

Lascia la moglie Gabriella e due figli maschi: Filippo e Giacomo, oggi tutti impegnati nella conduzione del cantiere.
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