Belle e selvagge, incontaminate, ma cimitero di navi e marinai: le insidiose coste della Namibia erano chiamate dai navigatori portoghesi as areais do Inferno (“le sabbie dell’inferno”) perché quegli uomini avevano ben appreso a loro spese come un equipaggio, una volta scagliato a terra, sulle infinite spiagge bianche incorniciate dalle dune del deserto, non avesse alcuna via di scampo. Oggi il litorale desertico a nord della cittadina di Swakopmund porta il nome inquietante di Skeleton Coast...
Fu proprio un portoghese, Pedro Cão, a sbarcare più di 500 anni fa su questo tratto di costa e primo europeo a metter piede nel “continente nero”: nel 1486 giunse nella località di Cape Cross e, a ricordo dell’eccezionale impresa, piantò un pedrão a forma di croce, alto 2 metri, in onore di Giovanni II, re del Portogallo, oggi sostituito da una replica.
Da allora, battute con violenza dalle onde e dai venti dell’Atlantico, le coste namibiane hanno raccolto decine e decine di imbarcazioni naufragate e, anche se i relitti più famosi sono ormai scomparsi o sono inaccessibili al turista medio, qualcosa è ancora visibile. Ed è impressionante.
Oltre il miglio 108, lungo la strada di sale (route C38) che corre parallela al mare e porta fino all’ingresso dello Skeleton Coast Park, giacciono indisturbati i resti arrugginiti del Winston Wreck: una spiaggia senza fine dove le dune ruggiscono per effetto del vento che soffia tra i granelli di sabbia e dove le uniche impronte che si avvistano sono quelle di sciacalli solitari a caccia di prede.Verso nord, a Möwe Bay c’è un museo che raccoglie rottami e ritagli di giornale dei naufragi del passato.
Navigare da queste parti non è uno scherzo: violente raffiche di vento, sabbia che arriva dal deserto, nebbie fitte, secche e mare molto mosso sono all’ordine del giorno. Più a sud, nel tratto di Skeleton Coast denominato National West Coast Tourist Recreation Area, proprio là dove sbarcò Pedro Cão con la sua caravella di legno, una speciale riserva naturale, incorniciata dagli aspri rilievi del Brandberg, attira turisti da tutto il mondo.