Wild Thing è stato uno dei primi maxi racer con canting keel e ha linee d’acqua tipiche dei primi anni 2000. Volumi di prua sottili, prua verticale per sfruttare al massimo la lunghezza al galleggiamento e un baglio relativamente stretto per limitare la superficie bagnata e mantenere buone prestazioni di bolina. Il bompresso fisso è arrivato un paio d’anni dopo il varo.
La poppa originale era più rastremata, mentre l’attuale forma a delta è frutto del refitting del 2012. Si è proceduto a tagliare gli ultimi 27 piedi della poppa per sostituirli con una nuova sezione più larga, lunga 30 piedi. Progettata dall’ingegnere australiano Don Jones, la barca è stata costruita in sandwich di fibra di carbonio con anima in balsa presso il cantiere australiano Hart Marine. In coperta troviamo i winch primari idraulici in carbonio, mentre i secondari sono elettrici (il generatore è quasi sempre acceso per movimentare la canting keel e mantenere in pressione l’idraulica, generando quindi anche la potenza per i winch) liberando così il pozzetto dai coffee grinder. Il winch randa è in posizione centrale sull’apposita colonna, mentre il carrello del trasto si trova a poppavia del winch.
L’albero in carbonio di 41 metri, quattro ordini di crocette con tre serie di sartie volanti, è passante con mast jack esterno per regolarne la compressione. Il boma è anch’esso in carbonio e ha un profilo a T utile per ripiegare l’enorme randa di 315 mq. I fiocchi - la barca ha un guardaroba di 5 vele di bolina - sono regolati tramite un barber in-out senza uso dei carrelli. Sottocoperta, come tutti i racer, anche Arca SGR è vuota, per le regate d’altura di più giorni vengono montate le brande tubolari a murata, otto per lato, il fuoco scaldavivande e il water con lavello di stazza.
Secondo lo schema classico di questo genere di imbarcazioni, dietro alla scaletta di discesa, dal design pregevole, si trova la postazione del navigatore mentre a centro barca è posizionato il motore, uno Yanmar da 240 cv che serve anche come presa di forza (PTO) per la movimentazione della chiglia basculante e dei winch. Per disporre della massima potenza in manovra, quando la chiglia viene spostata, i winch primari sfruttano l’idraulica già in pressione, evitando così di assorbire potenza dal motore. La trasmissione all’elica avviene attraverso una linea d’asse con giunto cardanico retrattile all’interno della carena.