La costruzione in sandwich tramite infusione di resina epossidica, anima in Corecell e rinforzi di carbonio ha permesso di eliminare la traversa di prua, un importante (ma brutto) elemento strutturale che serve a irrigidire i due scafi. È stata sostituita da un longherone centrale di carbonio messo in tensione tramite stralli in tondino e che supporta i punti di mura delle vele avvolgibili di prua e l’àncora. Non solo, l’albero scarica parte della sua forza su un palo di carbonio in salone a sua volta tenuto in posizione da un tondino di acciaio che ne scarica la tensione proprio sul longherone. Inoltre l’assenza della traversa contribuisce a donare al catamarano un look sportivo e da regata, sebbene non sia questo il fine ultimo dell’MC50. La barca ha un dislocamento di circa 15 tonnellate, cinque in meno rispetto a un 50’ tradizionale.
Altre caratteristiche degne di nota sono i vetri del salone in cristallo temperato che si abbassano elettricamente, la porta che spalanca il salone verso il pozzetto, la scala aerea verso il fly e le derive pivotanti nei due scafi per migliorare le prestazioni di bolina. La barca ha un prezzo di 1.737.000 $ che al cambio odierno corrispondono a circa 1.500.000 di euro + Iva.
L’MC50 non è comunque il cat “perfetto” e qualche limite lo ha. I vetri elettrici hanno infatti un peso notevole, mentre la scala del fly di fatto spezza il pozzetto in due limitando la vivibilità a un importante spazio sociale degli esterni: benché circondato da un bel divano il fly serve solo per condurre la barca; la prua, per tenerla leggera, è attrezzata con la classica rete, senza il living ormai diffuso su gran parte dei modelli più tradizionali. Riguardo alla scala c’è l’idea, al momento solo sulla carta, di renderla basculante e farla scomparire per non togliere spazio al pozzetto.
La vita diurna si consuma tra il salone, una vera piazza d’armi con una superficie di 40 mq, il fly e il pozzetto con la grande plancetta sollevabile, capace di espandere l’area vivibile e permettere di gestire più facilmente il tender. Cucina e living sono in open space lungo le due murate, al centro un mobile con un enorme piano d’appoggio multifunzione. Il tavolo sulla dritta è elettrico e può salire, abbassarsi e aprirsi a seconda delle esigenze. A prua c’è anche un angolo caffè e il carteggio. Sottocoperta i due scafi offrono un layout a tre cabine: l’armatoriale che occupa tutto lo scafo di dritta, mentre le due ospiti sono in quello opposto, la prima con letto matrimoniale, la seconda con due letti singoli. Entrambe hanno il bagno privato.