La spinta poderosa dei due fuoribordo del Sol Levante si fa sentire e il gommone italiano si dimostra all’altezza del compito. Il Tempest 38, infatti, non sembra lasciarsi “intimidire” dalle onde lunghe da sud est, incrociate con quelle più ripide della tramontana.
E 2,5 secondi sono sufficienti a raggiungere 17 nodi scarsi per far entrare in planata lo scafo che, da parte sua, evidenzia l’efficienza della carena.
Un risultato ancor più interessante considerato che il gommone ha un dislocamento importante, 3,4 tonnellate a vuoto a cui aggiungere i 900 chili dei motori.
Il carattere sportivo viene ribadito con la prova da fermo fino alla velocità massima possibile in quelle condizioni di mare: 16 secondi per superare i 44 nodi soltanto a 5.200 giri e con 5 persone a bordo.
Non era consigliabile superare quella soglia ma, visto il regime massimo del motore Yamaha a 6.000 giri, si può ipotizzare di arrivare almeno a sfiorare i 50 nodi.
Interessante pure l’andatura di crociera, che si attesta tra i 25 e 30 nodi a piacere ma che, accontentandosi di 20, il consumo è di circa 50 l/h. Ovviamente non sono da considerare esclusivamente le prestazioni velocistiche ma soprattutto la qualità della vita a bordo.
La carena del Tempest si rivela all’altezza del compito, non evidenzia impatti violenti sulle onde, rimane morbida e, in particolare, lo scafo sempre in controllo, sensibile e agile ai cambi di rotta mentre la virata non evidenzia il minimo scarroccio o da segni di cavitazione.
Da non dimenticare, infine, l’opportunità di utilizzare il joystick di manovra e l’autotrim, integrati nel sistema “Helm Master” di Yamaha che facilitano sia le manovre in porto che la funzionalità della navigazione.