09 August 2022

A Sail for the blue, il viaggio di Jancris da Cape Canaveral a Genova

La passione per la vela di Alfredo e Nicoletta Giacon al servizio della ricerca per monitorare l’inquinamento dell’oceano fino al Mediterraneo

È durato più di cinque settimane il viaggio di Alfredo e Nicoletta Giacon da Cape Canaveral, in Florida, a Genova a bordo di Jancris, un ketch di 16 metri. Il viaggio, che segna il ritorno dell’imbarcazione nel Mediterraneo dopo 17 anni di navigazione oceanica, ha avuto l’obiettivo di monitorare l’inquinamento e la presenza di microplastiche. Il progetto di ricerca “A sail for the blue”, ideato da Giacon, è stato patrocinato dall’Università degli Studi di Padova e del Comune di Padova con la collaborazione dell’Università di Genova e ha previsto una serie di prelievi lungo la rotta. Ieri pomeriggio, dopo una sosta a Montecarlo, la barca è arrivata al Porto Antico di Genova, a Marina Molo Vecchio.

Dopo le numerose missioni internazionali organizzate con successo in giro per il mondo grazie al mezzo di trasporto più rispettoso dell’ambiente, e più impattante dal punto di vista mediatico, la barca a vela, ”A sail for the blue” è l’ultima avventura ambientalista che da oltre un decennio l’associazione Jancris promuove per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali e del cambiamento climatico.

“A sail for the blue - a research for the ocean and microplastics” ha previsto, durante la navigazione, l’effettuazione dei campionamenti delle acque e degli invertebrati per verificare la presenza delle microplastiche. A bordo di Jancris, è stato ospitato un ricercatore del dipartimento di Ingegneria Ambientale “ICEA” dell’Università di Padova che ha utilizzato strumentazioni fornite dall’Università di Genova. A bordo anche il noto regista padovano Enrico Lando che, sulla scia del forum per l’ambiente di Glasgow, ha deciso di dare il suo contributo artistico alla causa, creando contenuti video professionali ed emozionali per raccontare questa straordinaria avventura in modo coinvolgente.

Alfredo Giacon, dopo quasi trent’anni vissuti a un metro d’altezza dai mari di tutto il mondo dichiara con fermezza: «“La biodiversità del nostro pianeta sarà salva grazie alla tecnologia e non a comportamenti da “ambientalisti talebani”».

Dopo la partenza, Jancris ha veleggiato vicino alle Bermuda e ha fatto tappa alle isole Azzorre per poi entrare in Mediterraneo attraverso le colonne d’Ercole e poi dalla Spagna è arrivata a Montecarlo in Spagna dopo quasi 4.000 miglia in circa due mesi di navigazione.

“L’arrivo al Porto Antico di Genova – sottolinea il presidente Mauro Ferrando – è frutto di una scelta precisa, condivisa con Alfredo Giacon, che premia l’impegno della società per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. Lavoriamo per diventare il luogo ideale

per le buone pratiche e la sperimentazione delle nuove tecnologie in questo settore. Accogliere Jancris è in linea con il nostro DNA, diretta espressione della città di Genova e del nostro territorio, profondamente legato al mare, al diporto nautico e a tutte le attività sportive, economiche e scientifiche collegate. A fine settembre sarà la volta del Salone Nautico, nel 2023 i nostri spazi di Marina Fiera Genova ospiteranno Ocean Race – The Grand Finale, l’arrivo di una delle regate più importanti del mondo che da molto tempo coniuga il valore sportivo con l’impegno per la salute degli Oceani. È per me un grande onore far parte dello Steering Committee dell’evento e considero l’appuntamento di oggi una tappa di avvicinamento”.

“A sail for the blue - sottolinea l’Assessore allo Sport e agli Impianti sportivi Alessandra Bianchi – è allo stesso tempo simbolo di una tradizione antica, grazie alla rotta che dalla Florida la porta a Porto Antico, e di una modernità tutta da esplorare per l’importantissima opera di ricerca scientifica che svolge durante la navigazione che ci ricorda il binomio fondamentale tra sport e sostenibilità e che sarà protagonista anche della Ocean Race che il prossimo anno sbarcherà a Genova col suo The Grand Finale: una regata bellissima e che, come Jancris, unirà sport e ricerca, raccogliendo campioni alla ricerca di microplastiche in zone remote dei nostri mari”.

Franco Floris, presidente di AK – Accademia Kronos, l’associazione ambientalista più antica d’Italia, ne ha ricordato le funzioni e gli obiettivi: “Ci occupiamo di ricerca diretta e indiretta, comunicando i dati in nostro possesso in modo capillare, con l’obiettivo di responsabilizzare il maggior numero di persone. In questo contesto abbiamo lanciato la campagna “Io faccio la mia parte”, piccole azioni che messe insieme possono condizionare il mercato. Noi possiamo decidere dove comprare e cosa comprare e questo è solo un esempio della forza che hanno i singoli. La traversata dell’Atlantico di Jancris ci fornirà dati che AK divulgherà con grande impegno”

“Siamo lieti di accogliere a Genova una barca che porti i messaggi di Sostenibilità – afferma Antonio Di Natale, biologo marino e consulente scientifico “Genova Process” -. Si sposano con il percorso del “Genova Process”, che porterà, dopo l’arrivo di The Ocean Race a Genova, con il “Grand Finale” previsto dal 24 giugno al 2 luglio del prossimo anno, alla presentazione dei Principi della Carta dei Diritti dell’Oceano, passo necessario per l’elaborazione della bozza di Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Oceano da sottoporre all’Assemblea dell’Onu. Segno che il mondo dello sport e in particolare quello della vela sono sensibili e soprattutto attivi nella promozione di attività volte alla salvaguardia del mare”.

Un viaggio unico che, oltre a raccontare la traversata oceanica e lo studio dello stato delle acque, narra l’avventura di tre persone con tre personalità e professioni molto diverse tra loro: il velista, la ricercatrice e il regista. La ricercatrice e il regista, infatti, non hanno grande confidenza con la barca a vela e sono molto distanti da avventure come una traversata atlantica. Il documentario approfondisce quindi gli aspetti umani, oltre che scientifici e naturalistici. Racconta la vita in navigazione, come viene organizzata, i turni, i momenti difficili, le crisi personali, le tempeste o i momenti di calma piatta. Ognuno dei tre protagonisti ha vissuto l’avventura in modo diverso, un’avventura indimenticabile e che appassionerà gli spettatori, oltre a fornire dati per una ricerca mai effettuata fino a questo momento, che è il vero scopo del viaggio.

I filmati sono stati, per ragioni di spazio, realizzati direttamente dal regista che ha gestito interamente la tecnica video e audio utilizzando numerose telecamere e un drone. Anche questo lavoro, come gli altri lavori in barca, è parte del documentario, con tutte le difficoltà (anche tecniche) che inevitabilmente si sono dovute affrontare.

www.portoantico.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove