Vela e Motore 04-2019

117 VELA E MOTORE aprile 2019 una motorizzazione moderna, ma tale da erogare una forza soddisfacente con un co- sto di esercizio non troppo alto; una casa galleggiante non troppo lussuosa, priva dio volendo, di quei virtuosismi nei quali spes- so indulgono gli “architetti d’interni” che arredano molti motoryacht pretenziosi, ma completa e accogliente: queste sono le pri- me impressioni che si provano osservando per la prima volta con attenzione il DP 10. Carena e costruzione La carena è caratteristica di questa imbar- cazione: si tratta infatti di uno scafo ab- bastanza tradizionale che ha un angolo poppiero di circa 140 gradi, mentre verso prua la V della carena progressivamente si restringe: in complesso angoli relativa- mente modesti, come a dire «V profonda». È originale la delfiniera - se così possiamo chiamarla - integrata con lo scafo, di una forma che ne costituisce la naturale esten- sione verso prua: nasce in pratica circa a mezza nave e si sviluppa lateralmente via via che si procede verso prua, staccandosi nettamente dalle linee dello scafo: una so- luzione insolita, ma non sgraziata, che rap- presenta una valida alternativa alle prue «a campanula » che spesso sono adottate in barche simili. Inoltre offre uno spazio a prua per le manovre in coperta senza sot- trarlo all’interno della cabina anteriore. La costruzione è interamente di legno, compensato marino per il fasciame e mo- gano e olmo per le parti massicce; natu- ralmente è fatto ampio uso del lamellare per tutte le parti soggette a sollecitazioni e nel complesso la costruzione appare mol- to robusta. Per il fondo lo spessore è di 16 millimetri, per le fiancate di 13; vi sono tre paratie che irrobustiscono lo scafo e in corrispondenza delle giunzioni tra scafo e paratia sono praticati dei rinforzi di vetro- resina per proteggere il legno e contempo- raneamente rendere stagna una sezione di scafo rispetto alle altre. La paratia centrale è stagna e separa il compartimento motori, accessibile solo dall’alto dal pozzetto ed eliminando quin- di il passaggio delle esalazioni del motore nella zona destinata all’abitazione. Natu- ralmente bagli e serrette sono robustissi- mi e una volta montata la coperta l’intera barca è come un tubo armato all’interno, un assieme monolitico di grande sicurezza. Abitabilità Grosso modo l’imbarcazione è divisa in tre zone ben distinte: vano motori; pozzet- to (zona giorno); cabina (zona notte). Le prime occupano la parte posteriore della barca per una lunghezza di circa quattro metri e mezzo; la zona coperta impegna Nell’acqua mossa del bacino di San Marco a Venezia il DP 10 passa senza scosse a velocità di crociera. La prua alta sull’acqua e l’angolo di attacco della carena sono fatti per procedere ad andatura sostenuta anche in acque mosse con onda disordinata. La barca in piena velocità mentre sì appresta a percorrere la base misurata di un miglio. Purtroppo un sacchetto di plastica attorcigliato sull’asse di un’elica non permetterà di controllare la massima velocità possibile e i motori gireranno a non più di 2.200/2.300 giri al minuto realizzando velocità dell’ordine dei 25 nodi. Un particolare dell’estrema prua: la sistemazione è classica con materasso prendisole sul cielo della tuga, sedile anteriore, arganello elettrico salpa ancore con comando a pedale e sistemazione dell’ancora e dei parabordi. A lato, lo scafo di un DP 10 in costruzione rivela la robustezza e il dimensionamento generoso dei bagli. Tutta la costruzione è di legno salvo dei rinforzi locali di vtr che vengono messi in opera durante la costruzione.

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