Vela e Motore

ottobre 2022 | VELA E MOTORE 121 Per uno che ha 32 anni e fa Bertelli di cognome (sì, è figlio di quel Patrizio lì - l’amministratore delegato di Prada e patron di Luna Rossa - e di Miuccia Prada) non è credibile dire: “Si è fatto da solo”. Eppure è proprio così. Anzi, per Giulio Bertelli il nome di famiglia a volte rappresenta un ostacolo. Colpa di chi lo ritiene un raccomandato o di chi, magari, spera di approfittarsi di lui. Ma Giulio Bertelli ha le idee ben chiare, sa cosa vuole fare e, soprattutto, sa dove vuole andare: in oceano, nei mari del sud. Molto riservato e poco social, lavora a testa bassa, si fa la sua gavetta e, il prossimo gennaio, realizzerà il sogno di partire finalmente per la regata attorno al mondo, a tappe: laThe Ocean Race, a bordo dell’Imoca 60 Biotherm, costruito dal cantiere italiano Persico per lo skipper francese Paul Meihlat. Lo abbiamo intervistato a Lorient, in Bretagna, dove con il suo team ha preso parte alla Le Défi Azimut, proprio in preparazione del giro del mondo. Provi a nasconderti, ma poi c’è sempre qualcuno che ti stana. Alla presentazione degli equipaggi che parteciperanno alla prossima regata oceanica The Ocean Race, lo skipper PaulMeihlat ti ha ringraziato pubblicamente per il tuo lavoro. Ti ha fatto piacere? «Faccio questo lavoro da dieci anni. Sono un velista professionista, ma allo stesso tempo attento all’aspetto tecnico, con competenze che si allargano fino a costruzione, componentistica e sviluppo tecnologico. Sono una persona schiva per natura, ancora di più nell’ambiente della vela, viste le mie origini familiari». Bisogna dire che fino a oggi sei riuscito a non farti notare. Facciamo un riassunto delle puntate precedenti? «Ho iniziato a lavorare in Coppa America quando avevo 22 anni, con la preparazione dell’AC72 Luna Rossa (il catamarano di 22 metri utilizzato per l’America’s Cup del 2013 a San Francisco, n.d.r.). Ero impegnato a lavorare nello shore team, allo sviluppo tecnico. Da là mi sono creato una carriera in quell’ambito, culminata nell’ultima edizione della Coppa (disputata nel 2021 ad Auckland con gli AC75, i monoscafi volanti sui foil, n.d.r.)». Hai avuto la possibilità di regatare sull’AC75 della Coppa America? «Insieme ad altri velisti abbiamo navigato ad Auckland su Luna Rossa e siamo stati importanti per lo sviluppo della barca nei mesi precedenti l’inizio della Prada Cup. Io mi occupavo dello sviluppo dell’HMI (Human Machine Interface, interfaccia uomo-macchina, n.d.r.) per i componenti e i supporti tecnologici che servivano a gestire il volo della barca, sotto il responsabile dellameccatronicaGilbertoNobili. Poi, giustamente, abbiamo ceduto il posto a grinder più forti e velisti più abili, ma che nella fase iniziale avevano magari un po’ meno da dire su come mettere a punto la barca». Come nasce l’interesse per la tecnologia? «Ho sempre avuto una forte passione per i Giulio Bertelli, 32 anni, è velista professionista con una forte competenza nel settore delle tecnologie applicate alle barche da regata. Figlio di Patrizio Bertelli, il patron di Luna Rossa, e di Miuccia Prada, ha lavorato a tre campagne di Coppa America. La sua vera passione sono le competizioni oceaniche e il suo sogno è regatare in un giro del mondo. Il prossimo gennaio sarà alla partenza di The Ocean Race a bordo dell’Imoca 60 Biotherm (sotto) dello skipper francese Paul Meihlat. Foto Alexander Champy-McLean/The Ocean Race

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